venerdì 4 marzo 2011

Quello sconosciuto che c'entra col mio destino


Caterina parlando dell'incontro nel quale ci siamo imbattute mi dice “pensa che proprio stamattina ho letto nelle lettere di Tracce di due ragazze che raccontavano di un incontro come quello che abbiamo fatto noi e dentro di me ho esclamato - queste cose succedono solo a quelle di Milano!-” e invece...
Il giorno dopo ho chiesto di avere questa rivista. Premetto che io non sono ciellina ma sto seguendo questo cammino perché è la possibilità, che ho incontrato qui a Trento, per stare attaccata a Cristo in compagnia di amici. Ho letto immediatamente la lettera di cui mi aveva parlato e ho pensato di dover dare seguito all'esperienza che hanno avuto Domi ed Emanuela (le due ragazze di cui sopra)per confermare che fatti simili possono accadere a tutti. La Grazia sta nella prontezza di rispondere alla circostanza in atto.
Ecco l'incontro con lo sconosciuto che c'entra con il nostro destino.
Giovedì sera, verso le 19.30, dopo la scuola di comunità, con quattro amici andiamo a
mangiare un kebab. Alle 20 due di noi si dovevano trovare in Duomo per le prove di canto in vista della Messa in memoria di Don Giussani. Fin da subito instauriamo un bel dialogo con il proprietario ucraino, lentissimo nel preparare i panini ma bravissimo nell'intrattenere.
Ama parlare con i giovani, ci dice. Gli accenniamo che dopo abbiamo un impegno ma non
specifichiamo di cosa si tratta. Alle 19.45 solo Betta e Sara hanno mangiato e si avviano verso il Duomo. Siamo rimasti io, David e Cate. Mentre mangiamo il proprietario continua a parlare e ad un certo ci chiede di raccontargli qualcosa di bello. David passa la parola a me che avevo già finito di mangiare ma mi coglie impreparata. Lascio correre la domanda e cambio discorso. La domanda però è viva dentro di me e penso “possibile che non abbia nulla di bello da raccontargli? Non poteva farmi domanda più bella”. Avevo chiaro che non sarei dovuta uscire da lì senza rispondere a quella sua domanda ma non sapevo ancora cosa fosse adeguato. Io e Cate abbiamo già finito di mangiare ma rimaniamo, mentre David paga e si avvia in Duomo. Il kebabbaro ci chiede di nuovo dove dobbiamo andare.
Gli dico che andiamo a Messa. Lui rimane colpito e ci chiede se crediamo. Gli rispondiamo di sì. Lui continua dicendo che è bello vedere dei giovani che credono. Anche lui crede in Dio ma non dice le preghiere e non va a Messa. Pensa che sia tutto falsità. Rimarca con fermezza questo punto. Io gli chiedo perchè dice questo. Gli chiedo di raccontarci della sua esperienza. Si scusa se in qualche modo ci sta offendendo.
Ora tocca me. Cate è alle mie spalle ma il fatto di sapere che c'è mi dà coraggio e
sicurezza. Gli racconto del mio Incontro con Gesù e dell'importanza per me di far parte della Chiesa, che sono anch'io che gli sto parlando. Cate mi viene dietro raccontando la sua esperienza. Ad un certo punto, quando il discorso si fa tosto, in un momento di silenzio, lui cerca di deviare chiedendoci se vogliamo la “tessera fedeltà”. Ce la fa ma alla fine riprendo il discorso e abbiamo l'occasione per rimarcargli il cuore dell'Annuncio: la grandezza di sentirsi amati e perdonati, personalmente, in modo gratuito, così come siamo. Cate gli dice che questo Amore è anche per lui. Lui ci guarda e ascolta in silenzio.
Io rimango colpita dal suo sguardo assetato e da Cate. E' la quinta volta che la vedo ma sò che è timida e riservata. Da quando avevo iniziato a parlare con il kebabbaro di Dio e di Chiesa, lei da dietro stava in silenzio, ma poi ha iniziato a dire la sua, a raccontarsi, fino a dire in modo chiaro ed esplicito gli ha presentato “Gesù ti ama, così come sei adesso”. Ero incantata dal cambiamento che era avvenuto anche in lei. Gli abbiamo presentato Gesù che s'incontra attraverso la Chiesa con semplicità. Prima di salutarlo, perchè nel frattempo era venuta l'ora della Messa, gli chiediamo il suo nome. Oleg. Gli dico che lo ricorderemo nella Messa e che pregheremo per lui. Ci ringrazia.
Usciamo...respiro a pieni polmoni. Ho il cuore pieno di gioia. Caterina è nella mia stessa condizione. Una volta in Chiesa, prima che inizi la Messa, tra un silenzio e un altro ci scambiamo commenti e pensieri. Io le ricordo la domanda di Oleg “raccontatemi qualcosa di bello” e di come si sia creata la circostanza per potergli parlare dell'evento più grande:l'Incontro con Cristo. Lei mi dice che abbiamo avuto la possibilità di sperimentare ciò che Francesco, che guida la nostra scuola di comunità, pochi minuti prima aveva detto: la fede si rafforza nel momento in cui la comunichi e la confronti con un altro. Io le dico che ho imparato da Padre Aldo, quando racconta di come vive la confessione, che avremmo peccato di omissione se ci fossimo tirate indietro dal testimoniare. E' San Paolo che ci dice: “annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci,esorta con ogni magnanimità e dottrina” [2Tim4,2]. Lei mi dice che fosse stato per lei avrebbe fatto cadere il discorso, ma il vedere che io non lo facevo e che ero convinta le
ha fatto dire “anch'io ci credo” e questo l'ha spinta a lasciarsi andare. La forza della Chiesa.
Che Grazia, che liberazione, che letizia!
Oleg è sempre lì e noi abbiamo la possibilità di far finta che nulla sia avvenuto oppure di dare seguito a questa amicizia. Oleg non è più uno sconosciuto.
Anna .

Il buon Dio si diverte proprio ad incasinarci la vita,nel mio caso dopo vent'anni mi è capitato d'imbattermi "pericolosamente" in Nuovi Orizzonti,che non è propriamente l'estremo opposto rispetto a CL ma poco ci manca,ad Anna è dato d'imbattersi "pericolosamente" in CL ,lei Sentinella del mattino moltissimo vicina a don Andrea e Chiara.Il buon Dio sa sempre quello che fa.
Paolo

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