mercoledì 15 luglio 2020

Malinconica Riminiscenza liberatoria

Una cara amica mi dice scrivi, butta fuori che la scrittura è sempre una forma liberatoria. A me di liberatoria viene in mente 'a mortadella di Funari, nell'imitazione che ne faceva Corrado Guzzanti...vi metto un video per capirci.

 

Stasera stavo lavoricchiando e non mi andava di ascoltare musica chiassosa, ho messo uno dei miei brani preferiti per rilassarmi e prepararmi a dormire, tranquilli, non si scappa ,si torna sempre là. Ascoltate, se volete, e ditemi se ,con la leggerezza del lento ritmo del sorgere del sole o al tramonto dell'accendersi delle stelle, la melodia non vi prende per mano per riportarvi dove vuole lei e dove sapete voi.


Io non ho ancora trovato pace e so che è una esperienza comune, in questi casi, il vedere, sentire, cercare ovunque, tracce di assenze presenti come mai. 
Io non sono uno scrittore o un poeta, guido, porto persone, con i loro bagagli e con le loro storie, che a volte ascolto e guardo, a volte però mi perdo, non se ne accorge nessuno di solito ,mi allontano e la ritrovo ,senza nemmeno cercarla ,come se fosse possibile non cercarla. Come un folle ,sperduto ,ribelle Pierrot danzo sulla vita, come è necessario fare ,ma con quella lacrima ,che scorre dentro non fuori, e quella malinconia triste che non scompare mai.
Se non fosse per quell'altra presenza (il buon Dio) ,che mai si allontana da me, sarebbe proprio come nella canzone di Bruno Lauzi Il Poeta, invece grazie a Dio, letteralmente questa ferita profonda ,che non ha limite ,ne' sosta ,mi costringe a guardare sempre più in là, a cercare sempre, a domandare sempre, a cadere e a rialzarmi, sempre .Come Pietro, innamorato traditore ,indegno amico,ma per sempre.


p.s.

Non vorrei che il titolo traesse in inganno : a Rimini non ci sono stato ma a Cattolica si.