giovedì 1 settembre 2011

Colpirne uno per educarne cento

Marco 8,33
Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Vadre retro satana!
Che fosse stressato posso immaginarlo,nessuno andrebbe incontro ai patimenti della Passione felice e contento,ma quel rimprovero così duro proprio non lo capisco.
Tra un paio di settimane un carissimo amico,ma non rende l'idea,si trasferirà,non andrà lontanissimo,saremo divisi da un'oretta di strada,niente di drammatico.Eppure da quando ho saputo la notizia vivo la cosa in modo difficoltoso,pesante,lo stacco c'è già e ci sarà di più e avrà il suo peso.Mi torna spesso in mente forse per questo l'episodio in cui Pietro cerca di convincere Gesù a non andare a Gerusalemme,ma tutte le volte inciampo in quel "vade retro...",che aveva fatto di tanto bestiale il primo capo della Chiesa? S'era comportato nel modo più umano e comprensibile del mondo,per lui Gesù era già moltissimo,aveva lasciato tutto per lui,gli voleva bene,chissà come ci sarà rimasto,gli era inaccettabile sentirgli dire il destino a cui andava incontro.Mettetevi nei suoi panni,solo un'invertebrato ad un simile annuncio avrebbe detto che ne so:"ok,vai avanti tu che a me viene da ridere".Anche a me viene a volte da dire,ma non lo faccio e non lo farei:amico mio fai quello che vuoi ma non andartene,è umano,non è strano,non è satanico.La differenza tra Pietro e me sono duemila anni di storia a mio favore,lui ha vissuto tre anni con Gesù,ma se non ricordo male fino alla Pentecoste né a lui ne agli altri le cose erano propriamente trasparenti,quindi perché maltrattarlo così?Vade retro...Mi sono dato due risposte,senza che abbiano la pretesa di avere particolare valore,la prima che Gesù,vero uomo era così appesantito dalla prova cui andava incontro,così totalmente profuso nella chiarezza che così doveva essere,da non riuscire a portare altri pesi nemmeno quello dell'amico in "crisi".Non è chiaro? Se avessi la mamma,la moglie,un figlio,che sta malissimo e in quel momento mi chiamasse un amico sconvolto dalla morte del gatto,probabilmente non gli darei molto retta,come dire,ci sono delle priorità,gli direi chiama qualcun altro e probabilmente nemmeno in modo troppo gentile.Certo io non sono Gesù.
La seconda risposta è che Gesù non fosse quel peluscione per cui viene spesso fatto passare,sono parecchi ,nel Vangelo,gli episodi in cui non è propriamente tenero,era vero uomo per cui alla vista dei farisei si abbatantuonava al grido "VIULENZAAAA!!!!",di fronte all'amico morto si commuoveva si ,ma non risuscitava chiunque.Dire a qualcuno di mettersi una pietra al collo e buttarsi in mare è più roba mia che Sua,ma l'ha detto Lui o sbaglio,quando ha ribaltato tutto,ha ribaltato tutto o no?Quindi ,di fronte a quello che Lui ha scelto come capo della Chiesa ,che gli si sgretola di fronte ci sta la reazione pesante,soprattutto visto il contesto.
Ho chiesto lumi ad un amico decisamente più preparato di me,che tra il serio ed il faceto mi ha buttato lì un :"colpirne uno per educarne cento?"
p.s
Sorvolate sui tristi ricordi legati all'ultimo virgolettato,la frase ha un suo significato nemmeno troppo recondito.


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