dal blog di don Davide Banzato: http://egioiasia.blogspot.com/
Madre Teresa di Calcutta parla di sé come della matita di Dio, che si consuma scrivendo. Davanti a Zazzaroni a Rai Due in una trasmissione fui attaccato perché dissi che le scelte definitive, come il sacerdozio e il matrimonio o la vita consacrata, danno senso alla vita. Ivan replicò invece che bisogna sempre tenersi una porta aperta, che aveva paura di tutto ciò che può essere definitivo e conclusivo “per sempre” o “finchè morte non vi separi”…
Ho pensato così in questi giorni a quel dibattito e mentre celebravo la Messa notai che la candela ormai era da cambiare perché consumata. La candela si consuma solo quando si accende. Una volta finita si butta è vero, ma se restasse solo come soprammobile che senso avrebbe?! Il suo scopo è illuminare, scaldare, in poche parole consumarsi!
Ecco, la nostra vita è questo e le scelte autentiche non ci privano di nulla, di certo se definitive ci orientano tutte le forze in un senso, ci consumano, ma allo stesso tempo scaldano e illuminano noi e gli altri. Se pensiamo sempre a noi stessi e solo a cosa ce ne viene in tasca non è amore, ma egoismo. Mi vengono in mente le parole del Profeta Aggeo per una vita sì vissuta, ma in modo vuoto e spento, non orientato: “Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l'operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato” (Aggeo
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