domenica 28 dicembre 2008
Narnia 2-Il Principe Caspian
mercoledì 24 dicembre 2008
J.Carron:ilNatale e la Speranza
E come se questo fosse detto per noi; oggi vediamo segnali che preoccupano tutti, come se quello che ha sostenuto la nostra storia non potesse resistere all’urto dei tempi: un giorno sono l’economia, la finanza e il lavoro, un altro la politica e la giustizia, un altro ancora la famiglia, l’inizio della vita e la sua fine naturale. E così, come l’antico Israele di fronte a una situazione preoccupante, anche noi ci domandiamo: «Perché accade tutto questo?». Perché anche noi siamo stati talmente presuntuosi da pensare di cavarcela dopo avere tagliato la radice che sosteneva l’edificio della nostra civiltà. Negli ultimi secoli, infatti, la nostra cultura ha pensato di poter costruire il futuro da sé, abbandonando Dio. Ora vediamo dove ci sta portando questa pretesa.
Davanti a tutto questo che ci siamo procurati, il Signore che cosa fa? Ce lo indica il profeta Zaccaria, parlando al suo popolo Israele: «Ecco, io manderò», attenzione al nome, «il mio servo Germoglio» (Zc 3,8). E come se davanti alla crisi di un mondo, il nostro - i profeti userebbero per descriverla un’immagine a loro molto cara, quella del tronco secco -, spuntasse un segno di speranza. Tutta l’enormità del tronco secco non può evitare che in mezzo al popolo, umile e fragile, spunti un germoglio, nel quale è riposta la speranza del futuro.
Ma c`è un inconveniente: anche noi, quando vediamo apparire questo germoglio - come coloro che erano davanti a quel bambino a Nazareth -, possiamo dire scandalizzati: «É mai possibile che una cosa così effimera possa essere la risposta alla nostra attesa di liberazione?». Da una realtà così piccola come la fede in Gesù può venire la salvezza? Ci pare impossibile che tutta la nostra speranza possa poggiare sulla appartenenza a questo fragile segno, ed è motivo di scandalo la promessa che solo a partire da esso si possa ricostruire tutto. Eppure uomini come san Benedetto e san Francesco hanno fatto proprio così: cominciarono a vivere appartenendo a quel germoglio che si era inoltrato nel tempo e nello spazio, la Chiesa. E sono diventati protagonisti di popolo e di storia.
Benedetto non affrontò da arrabbiato la fine dell’impero, non protestò perché il mondo non era cristiano, né si lamentò perché tutto crollava, accusando l’immoralità dei suoi contemporanei. Piuttosto testimoniò alla gente del suo tempo una compiutezza del vivere, una soddisfazione e una pienezza che divenne attraente per tanti. E fu l’albore di un mondo nuovo, piccolo quanto si vuole - quasi un niente paragonato al tutto, un tutto che pur franava d a ogni parte -, ma reale. Quel nuovo inizio fu talmente concreto che l’opera di Benedetto e di Francesco è durata nei secoli e ha trasformato l’Europa, umanizzandola.
«Egli si è mostrato. Egli personalmente», ha detto Benedetto XVI parlando del Dio-con-noi. E don Giussani: «Quell`uomo di duemila anni fa si cela, diventa presente, sottolatenda, sotto l’aspetto di un’umanità diversa», in un segno reale che desta il presentimento di quella vita che tutti attendiamo per non soccombere al nostro male e ai segnati del nulla che avanza. E la speranza che ci annuncia il Natale, per cui gridiamo: «Vieni, Signore Gesù!».
sabato 20 dicembre 2008
Valentina,19 anni
venerdì 19 dicembre 2008
A BRACCIA APERTE-RENATO ZERO
giovedì 18 dicembre 2008
Ovunque sei
Mentre aspetto il tuo ritorno Metto in ordine le idee Non so davvero in quale fortunato giorno Da quella porta spunterai Ho aggiustato il lavandino E lo stereo finalmente va Sono un uomo pieno di risorse in fondo La vita mi conosce già Sono qui che ti aspetto Perché ho voglia di vincere Non c’è altro che vorrei Rincontrare gli occhi tuoi Cancellarmi e rinascere Ovunque sei Ti mancherà la mia complicità Ovunque sei Qualunque faccia mi somiglierà Ovunque sei Ti impegnerai per non amarmi più Testardo io Che quella fede non l’ho persa mai Accetterò da te qualunque verità Sarà come la prima volta Impacciato starò lì Cercando di strapparti una risposta Un meraviglioso “si” Ogni amore ha i suoi tarli Ogni storia ha i suoi limiti Resistenze non farò Se destino accetterò Anche il rischio di perderti Ovunque sei Di maledirmi non stancarti mai Quello che vuoi Ma questo cuore sanguina lo sai Vigliacchi noi Ci consegnamo a questa realtà Vivremo poi Con questo dubbio per l’eternità Svegliarmi dovrei La casa è aperta torna quando vuoi Mi trovi qui Perché non voglio perderti così Mille altre volte ricomincerei Ancora ti perdonerei La voglia c’è È sempre viva questa nostalgia Di te Ovunque sei Mi manchi...
martedì 16 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
Se Gesù ti abbraccia e Sua madre ti accarezza il cuore....
Vi racconto la mia giornata di oggi,non so se terrò un ordine ci proverò.Si parte in quarta,non temete non ho relazioni extra-coniugali in corso ne in progetto,giro di sms e mi trovo con Rossana un'ora prima del lavoro,niente di romantico o travolgente un caffè,qualche battuta,ogni occasione è buona per portarla al centro di tutto,per farle vedere Gesù tra noi nella nostra amicizia,anche molto guardandola,cercando di far parlare gli occhi,si parla con gli occhi no?Lui...posava il suo sguardo,parlava ,agiva con gli occhi,anche solo con gli occhi.Non scatta niente,sembra tutto lento ad andare nella direzione che vorrei,l'amicizia c'è ,la stima,la fiducia,ma non è questo che m'interessa.Arrivati a scuola,grazie ad una leggera e provvidenziale insinuazione di una collega,accade, paro l'insinuazione e lavo l'improbabile ma possibile ferita,mi avvicino a Rossana,come fa Marco con me a volte,lui non fa propriamente cosi,le chiedo il permesso le do un bacio sulla fronte e le dico ti voglio bene.Non voglio dire parolacce ma ditemi un sinonimo ,altrettanto efficace e lo uso,promesso,altrimenti mi tocca dire:ZIO MOSTRO!!! ero libero,non avevo paura di nessun giudizio,non temevo neanche me stesso ,le mie paranoie.Io non riesco a dire ti voglio bene a nessuno,famiglia a parte,mi sembra da femminucce,un pò da frocetti,ma lei è lei.Come si fa a far capire a qualcuno che Gesù ti vuole bene, senza dirgli ti voglio bene..non ricordo com'era ma "vi riconosceranno da come vi amerete", mi sembra che fosse.E'passato,Lui è passato,lei mi ha abbracciato,è stata una seconda Livia, ma questa volta sono stato capace di contraccambiare l'abbraccio e il mio cuore è esploso di GGGGIOJJAA(GIOIA) come dice Chiara(Amirante).Si abbraccia così quando non ci sono filtri in mezzo,solo quando ci si riconosce,questa sera ho abbracciato così Paolo di Nuovi Orizzonti,uno dei miei fratelli più grandi.Mi è difficile ma passo oltre,Viviana un'altra collega molto meno giovane e carina,la differenza tra lei e una barbona è abbastanza sottile,c'ha i suoi limiti oggettivi e più o meno inventati,oggi ha portato un pandoro e dei cioccolatini,non sono cose che fa spesso,ha detto che erano per noi bidelli,per me.Io digiuno al venerdì e mi da fastidio quando qualcuno mi offre da mangiare quel giorno,ma mi sono arreso,c'è prima lei.Mi si è molto affezionata e fino a due giorni fa mi faceva un pò pena,ma ieri mi era impossibile non guardarla come fa il buon Dio con me,che va oltre il mio limite,mi accompagna,mi sta accanto senza pena o schifo ma da Padre.Mi era impossibile guardandola non pensare a come si sarebbe comportata Chiara,mi era impossibile non volerle bene.Oggi era oggettivo cosa viene prima,come Gesù con la ciccia che rompe il vaso di olio profumato,ne cosparge i piedi di Gesù e li asciuga coi suoi capelli,tra le proteste dei presenti,ma Lui era commosso da quella donna.O come quando c'è Zaccheo sull'albero e Gesù gli dice scendi che voglio venire a casa tua...sempre tra le proteste dei benpensanti.Ma Lui amava quell'uomo,che per Lui s'era arrampicato su quell'albero.Viene prima la commozzione per quel gesto gratuito di Viviana che la regola da rispettare del venerdì.Evidentemente io non sono Gesù,ma per grazia mi capita di guardare così la gente con cui lavoro e questo riempie il mio cuore di gratitudine per la bellezza che vedo e sperimento,tanto che per sms ho dovuto raccontarlo subito a qualche amico.E' bello vedere come è un pò cambiato(può darsi che mi sbagli)il modo in cui le mie colleghe trattano Viviana che è un semi caso umano ma prima di esserlo è una persona con la sua storia.Oggi era bellissimo guardare come stavamo insieme tra noi,se era diverso era poco diverso dalle cene o pranzi con don Luca e i più belli in circolazione.Ieri dicevo a Livio(don Livio)non mi affascina l'idea del bidello(a vita)ma adesso non posso far altro che dire che è il lavoro più bello del mondo.Andiamo oltre,questa sera avevo capito che a Piadena ci fosse Chiara Amirante,non era prevista invece,avevo capito male ,c'erano gli amici di Nuovi Orizzonti,non è Chiara ma ...dovreste conoscerli.Questa volta c'erano due ragazzi che non conoscevo,conoscevo o meglio Daniele lo conoscevo di vista,Crescenzo mai ne visto ne sentito,ex tossico,disastri famigliari,galera....sono certo che potete fidarvi più di lui che di me,che è molto più grande di me,ma loro sono tutti così,accellero,ma è un peccato.Alla fine sono andato a salutare don Giulio,l'avevo sentito nominare al cenacolo di Como,mi dice che il 20 ha un banchetto a Milano,io gli dico che sono di CL e dato che a tutto c'è un limite!?!?,e che tutto torna lui non può dirmi altro che lui nel '71 era a Milano col Gius,con don Carlo d'Imporzano,con don Pontiggia e non ricordo chi altro,adesso è il direttore spirituale o qualcosa di simile dei ragazzi di Nuovi Orizzonti del nord-est/nord-ovest non ricordo.Ha conosciuto Chiara i primissimi tempi di Nuovi Orizzonti e l'ha seguita.Lo odio,nasce CL e lui è lì,nasce Nuovi Orizzonti e lui è lì...e alora!?Ha voluto darmi il suo cellulare invitandomi al banchetto a Milano,ma era personale non era un invito formale non so come dire,ha invitato proprio me,incredibile sempre di mezzo io,non capisco il perchè ma è straordinario e io non mi ritraggo,ci stò.Ma, così, senza organizzare niente capita che il 20 sarò alla mattina a Milano al banchetto di don Giulio con e per Nuovi Orizzonti,alla sera dovremmo avere a cena la mia sorellina Rossana e la sua famigliola e dopo volerò alla Luce nella notte,a ringraziare il buon Dio della sovrabbondanza che mi sta donando,attraverso gli incontri, gli amici che mi fa incontrare.Mentre parlavo con don Giulio, mi è arrivato, a sorpresa,un sms di Rossana:"come procede la serata?Salutami Silvia e i bimbi"mi scoppiava il cuore,non ero riuscito a portarla ma lei era lì comunque.Grande Rossana,grazie.Speravo di vederli e c'erano a Piadena,Anna,don Luca,Chiaretta,e altri amici,attesi e inattesi,conosciuti e non,e ringrazio Dio della loro presenza perchè possono essere testimoni,io magari ho le lenti rosa,magari eccedo,ma che qualcuno me lo dimostri che eccedo ma loro sono tanti possono dire se questa è gente grande e bella da cui imparare e che affascina,che fa amare di più Gesù.Se don Giulio è una mia allucinazione,se Crescenzo è un UOMO grande,molto più grande di me.Se la serata è stata sorprendentemente bella o come tante altre ma il "guaio" è che comincia a diventare davvero come tante altre,grazie a don Luca ad Anna,Chiara,Davide,Marco,Livia..........
Cercherò e lo trovo il modo di far scrivere qualcosa a Rossana perchè ci sia anche lì un testimone,che magari io volo tra le nuvole,non è detto che lei voli altrettanto.
Sono quasi certo di non aver detto tutto ma credo comunque che sia sufficiente e abbondante così.Chiedo scusa per la poca sintesi,ma non potevo soffocare tutto contando le parole.
Un'amica grande,forse anche grandissima, di cui non posso dire il nome, ma per chi sa leggere è contenuto tutto nelle date 1986-2006-2026....mi ha insegnato e la ringrazio, a dire sempre :Lode onore e gloria a te Signore Gesù.Va bene anche il non nobis,ma col latino stento parecchio.
Avevo detto h.03.30 e sono arrivate,finisco l'albero di Natale e vado a nanna.
Buona S.Lucia.
Paolo
p.s.
x Fabio,abbi pazienza ma le citazioni bibliche non sono il mio forte ci sei tu anche per questo.
lunedì 8 dicembre 2008
Dogma dell'IMMACOLATA CONCEZIONE
150 anniversario del Dogma dell’Immacolata Concezione
L’8 dicembre si celebra la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. 150 anni fa, nel 1854, Papa Pio IX proclamò che Dio ha preservato immune la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Proponiamo alcuni testi utili per la meditazione personale.03 dicembre 2004
* “Dichiariamo, pronunziamo e definiamo: la dottrina, che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente ed inviolabilmente da tutti i fedeli”. Bolla Ineffabilis Deus, Pio IX* “Per questo Maria è la 'piena di grazia' (Lc 1,28), come afferma l’Angelo quando Le reca l’annuncio della sua divina maternità. La mente umana non può pretendere di comprendere un così grande prodigio e mistero. E’ la fede a rivelarci che l’Immacolata Concezione della Vergine è pegno di salvezza per ogni umana creatura, pellegrina sulla terra. E’ ancora la fede a ricordarci che, in forza della sua singolarissima condizione, Maria è nostro sostegno incrollabile nella dura lotta contro il peccato e le sue conseguenze”. Giovanni Paolo II. Angelus dell’8 dicembre 2003 * “Questi 'splendori di una santità del tutto singolare' di cui Maria è 'adornata fin dal primo istante della sua concezione' (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 56) le vengono interamente da Cristo: ella è 'redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo' (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 56). Più di ogni altra persona creata, il Padre l'ha 'benedetta con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo' (cfr. Ef 1,3). In lui l'ha scelta 'prima della creazione del mondo, per essere' santa e immacolata 'al suo cospetto nella carità' (cfr. Ef 1, 4)”. Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 492 * “Un grande segno apparve nel cielo: una donna incoronata di dodici stelle. Vestita di sole. La luna ai suoi piedi (Ap 12, 1). Maria, Vergine senza macchia, riparò la caduta di Eva: e ha calpestato, con il suo piede immacolato, la testa del dragone infernale. Figlia di Dio, Madre di Dio, Sposa di Dio.Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo l'incoronano vera Regina dell'Universo.E le rendono ossequio di sudditanza gli Angeli i patriarchi e i profeti e gli apostoli, i martiri e i confessori e le vergini e tutti i santi, e tutti i peccatori, e tu e io". San Josemaría Escrivá. Il Santo Rosario, 15 * "Certamente anche voi, vedendo che in questi giorni tanti fedeli esprimono in mille maniere il loro amore alla Vergine Maria, vi sentirete più inseriti nella Chiesa, più fratelli dei vostri fratelli.Accade come in una riunione di famiglia, quando i figli più grandi, che la vita ha separato, si ritrovano accanto alla madre in occasione di qualche festa. E se anche hanno avuto delle divergenze o si sono trattati male tra di loro, quel giorno no: quel giorno si sentono uniti e si ritrovano vincolati in un comune affetto". San Josemaría Escrivá. È Gesù che passa, 139 * "Giovanni, il discepolo che Gesù amava, accoglie Maria presso di sé, nella sua casa, nella sua vita. Gli autori spirituali hanno visto in queste parole del santo Vangelo un invito, rivolto a tutti i cristiani, ad accogliere Maria nella loro vita". San Josemaría Escrivá. È Gesù che passa, 140
mercoledì 3 dicembre 2008
Messaggio del 02 Dicembre a Mirjana
Cari figli, in questo santo tempo di lieta attesa Dio ha scelto voi piccoli per realizzare i suoi grandi progetti. Figli miei, siate umili. Dio attraverso la vostra umiltà con la sua sapienza, delle vostre anime farà la sua dimora scelta. La illuminerete con le opere buone e così con il cuore aperto aspetterete la nascita di mio Figlio in tutto il suo amore generoso. Vi ringrazio cari figli.
lunedì 1 dicembre 2008
Rossana,(sedicente rossa)....bella come il sole
domenica 30 novembre 2008
lunedì 24 novembre 2008
sabato 22 novembre 2008
LITURGIA?!?!??!!
TESTORI-TESTORI-TESTORI
21Nov 08
Messa, il Papa vuol spostare lo scambio della pace
Benedetto XVI vuole «una diversa collocazione del segno della pace durante la messa». Lo ha annunciato il Prefetto della Congregazione per il culto divino, il cardinale Francis Arinze in un’intervista all’Osservatore Romano. «Spesso - ha spiegato il cardinale nigeriano, che domenica festeggia i 50 anni di sacerdozio e sta per lasciare il dicastero - non si comprende in pieno il significato di questo gesto. Si pensa che sia un’occasione per stringere la mano agli amici. Invece è un modo per dire a chi ci sta vicino che la pace di Cristo, presente realmente sull’altare, è anche con tutti gli uomini». «Per creare un clima più raccolto mentre ci si prepara alla comunione, si è pensato - ha rivealato Arinze - di trasferire lo scambio della pace all’offertorio. Il Papa ha chiesto una consultazione di tutto l’episcopato. Poi deciderà». Lo scambio della pace anticipato è tipico del messale ambrosiano. Nell’intervista Arinze ha parlato anche di altre piccole modifiche liturgiche già decise dal Papa in quanto scaturite dal Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia celebrato nel 2005. In particolare, ha detto, «in aggiunta all’Ite, missa est, per esempio, il sacerdote oggi ha a disposizione altre formule, per far capire meglio ai fedeli che tutti noi siamo chiamati a vivere ciò che abbiamo celebrato, in modo più dinamico, più missionario. Benedetto XVI, dopo una serie di studi da noi condotti, senza abolire l’Ite, missa est, ha approvato tre alternative: Ite ad Evangelium Domini annuntiandum; Ite in pace glorificando vita vestra Dominum; Ite in pace».
Messe show, facciamo un catalogo?
Leggendo alcuni dei vostri commenti ai post dedicati al Motu proprio di Benedetto XVI che liberalizza il messale antico, mi è tornato in mente un vecchio progetto, per il quale vorrei chiedere il vostro aiuto. Mi piacerebbe “censire” in qualche modo, con dovizia di documentazione (e un pizzico di ironia) gli abusi liturgici che vengono compiuti nelle nostre chiese. Una panoramica dettagliata - potrebbe essere un libro - credo aiuterebbe a capire perché ci sono persone che riscoprono l’antica liturgia. Allego una foto, che riprende un illusionista intento a fare un gioco (la sospensione della partner) quale “offertorio” durante una messa. Vi va di aiutarmi?
giovedì 20 novembre 2008
CASO ELUANA-Carità o violenza?
perché l’obiezione più grande alla vita è la morte e l’obiezione più grande
al vivere è la fatica del vivere; l’obiezione più grande alla gioia sono
i sacrifici… Il sacrificio più grande è la morte» (don Giussani).
Che società è quella che chiama la vita “un inferno” e la morte “una liberazione”?
Dov’è il punto di origine di una ragione impazzita, capace di ribaltare bene e male
e, quindi, incapace di dare alle cose il loro vero nome?
L’annunciata sospensione dell’alimentazione di Eluana è un omicidio. La cosa è
tanto più grave in quanto impedisce l’esercizio della carità, perché c’è chi si è preso
cura di lei e continuerebbe a farlo.
Nella lunga storia della medicina il suo sviluppo è diventato più fecondo quando,
in epoca cristiana, è cominciata l’assistenza proprio agli “inguaribili”, che prima venivano
espulsi dalla comunità degli uomini “sani”, lasciati morire fuori dalle mura
della città o eliminati. Chi se ne fosse occupato avrebbe messo a rischio la propria
vita. Per questo chi cominciò a prendersi cura degli inguaribili lo fece per una ragione
che era più potente della vita stessa: una passione per il destino dell’altro
uomo, per il suo valore infinito perché immagine di Dio creatore.
Così il caso Eluana ci mette davanti alla prima evidenza che emerge nella nostra
vita: non ci facciamo da soli. Siamo voluti da un Altro. Siamo strappati al nulla da
Qualcuno che ci ama e che ha detto: «Persino i capelli del vostro capo sono contati».
Rifiutare questa evidenza vuol dire, prima o poi, rifiutare la realtà. Persino quando
questa realtà ha il volto delle persone che amiamo.
Ecco perché arrivare fino a riconoscere Chi ci sta donando la presenza di Eluana
non è un’aggiunta “spirituale” per chi ha fede. È una necessità per tutti coloro che,
avendo la ragione, cercano un significato. Senza questo riconoscimento diventa impossibile
abbracciare Eluana e vivere il sacrificio di accompagnarla; anzi, diventa
possibile ucciderla e scambiare questo gesto, in buona fede, per amore.
Il cristianesimo è nato precisamente come passione per l’uomo: Dio si è fatto
uomo per rispondere all’esigenza drammatica - che ognuno avverte, credente o no
- di un significato per vivere e per morire; Cristo ha avuto pietà del nostro niente
fino a dare la vita per affermare il valore infinito di ciascuno di noi, qualunque sia
la nostra condizione.
Abbiamo bisogno di Lui, per essere noi stessi. E abbiamo bisogno di essere educati
a riconoscerLo, per vivere.
Comunione e Liberazione
Novembre 2008.
venerdì 14 novembre 2008
Il Blog di Andrea Tornielli » Blog Archive » La vita di Eluana
La vita di Eluana
Cari amici, ieri la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso della Procura di Milano, ha sancito per sentenza che una donna di 37 anni, Eluana Englaro, in stato vegetativo da anni dopo un grave incidente, deve morire. Non verranno sospese delle cure: Eluana non è attaccata a un respiratore o ad altri macchinari necessari per la sua sopravvivenza. Semplicemente si smetterà di fornirle l’acqua e gli alimenti che le permettono di vivere. La mattina Eluana apre gli occhi e la sera li chiude, respira da sola e borbotta. Ora sono i giudici a stabilire ciò che la scienza non è in grado di fare, definendo “irreversibile” il suo stato e autorizzando il padre Beppino Englaro a interrompere idratazione e alimentazione, per farla morire com’era accaduto a Terri Schiavo negli Stati Uniti. Bisogna avere rispetto e manifestare vicinanza umana al dramma della famiglia di Eluana. Così come bisogna essere vicini alle duemila famiglie che si trovano nella stessa condizione e pur avendo le loro vite sconvolte continuano a lottare e a soffrire rimanendo vicine ai loro cari che sopravvivono in stato vegetativo. Ma non si può tacere il fatto, a mio avviso gravissimo, che questa delicata e fondamentale materia sia oggi affidata ai giudici e alle loro sentenze, giudici diventati padroni della vita e della morte delle persone. Alimentare e dissetare non può essere considerato “accanimento terapeutico”. E’ giusto che il Parlamento intervenga, con una legge ampiamente condivis, come ha affermato ieri il vescovo Fisichella e la presidenza della Cei (questo è l’articolo che ho scritto oggi in proposito). Una legge che possa evitare il Far West e l’introduzione dell’eutanasia e della pena di morte a colpi di sentenze. Vi invito a leggere l’editoriale del direttore Mario Giordano che compare sulla prima pagina del Giornale di oggi.
giovedì 13 novembre 2008
MAESTRI:di Renato Farina
FARINA:Quale metodo pubblico per una ripresa della presa cristiana sulle cose?Ora c'è il Meeting per esempio...
GIUSSANI:La preoccupazione più grande per noi dev'essere questa:che con semplicità di parole l'esperienza del Mistero torni tra la folla tra la gente-gente.Essere nel groviglio umano l'unico punto d'intelligenza.Essere lì come chi dica a ciascuno,qualunque cosa stia facendo o dicendo o scrivendo:"Tu cosa c'entri con questo?".Occorre uno slancio generativo in cui convogliare amici e nemici,chiamarli a incontri,persino riunioni dove però al centro non ci sia l'incontro o la riunione,ma l'uomo,armati di una consapevolezza di che cosa grande e unica sia il Mistero.Dio come mistero di carità,è l'unica lettera che vorrei scrivere,a quelli di CL,a tutti.
FARINA:Qual'è il sintomo della mancanza dell'esperienza cristiana?
GIUSSANI:La fede non opera più il salto culturale,non dice niente al sangue che bolle.Siamo gli unici-noi cristiani-che possiamo investire culturalmente nella folla,non parlo delle élites,ma proprio nella folla spersa,quella che accende la televisione,quella che va a scuola e trova professoresse cui non importa niente degli allievi.Qualcosa deve riaccadere,altrimenti...Nei dodici anni di seminario non si parlava che di questo,la fede che investe tutto:Carducci,Leopardi e Pascoli.Se uno ha fatto anche solo un poco esperienza del mistero di Cristo,la crescita personale sarà un processo nella carità,percui non può non entusiasmarsi di Leopardi,di Dante,di Pascoli,di qualsiasi espressione dove ci sia l'uomo:perché non si può adorare una presenza-Dio!-senza che si soffra per un'assenza ,che tu vuoi colmare,hai la febbre per questo.
FARINA:(Mi rivela che passa buona parte del tempo a "leggere il breviario".)Che cosa ritrova nel breviario di questi tempi?
GIUSSANI:C'è una esaltazione della Madonna,è la carnalità del cristianesimo.Essa esprime pienamente la pedagogia di Cristo nel rivelarsi.Si oppone anche oggi alla negazione di tutto,a quel nichilismo che caratterizza il mondo postliberale,così indifeso dinanzi all'avanzata islamica.La Madonna è il Mistero.
FARINA:Mistero,usa proprio tanto questa parola ed essa oggi è tradotta in immagini tenebrose e vagamente esoteriche.
GIUSSANI:Il Mistero non è la tenebra ma ciò che ci è dato sperimentare dell'Essere.La Madonna toglie qualsiasi equivoco,nella sua semplicità e carnalità.Come fa il Mistero a rivelarsi come Mistero?La Madonna!Ella è il punto culminante della dialettica religiosa e filosofica.Se il destino considera se stesso come Mistero,l'aspetto umano che ci fa dire che è misterioso diventa coscienza della Madonna.Perchè il primo rilievo possibile all'uomo nel Mistero,il primo rilievo fisico e spirituale del fatto del Mistero è la Madonna.La caratteristica del Mistero è che è comprensibile tra i poveri ignoranti.Così l'opera dello Spirito,Creatore dell'universo,è la Madonna.Non lo dico per devozionalismo,ma perché è oggettivamente così.Lo Spirito si rende sperimentabile come Carità nella Madonna.Vorrei fare un articolo sulla Madonna,qualunque cosa che Ella tocca diventa umana e insieme la colloca nel Mistero.Che la Madonna sia il primo segno di questa Presenza di Dio da scandalo.Ma soltanto chi capisce questo può interessarsi davvero del divino.Scoprire come nella Beata Vergine si sia incarnato Dio,fa sì che tutto diventi parte di questa scoperta:la prima pagina del giornale,il numero dei capelli di chi ami.
FARINA:Le persone che passano per più intelligenti,proprio qui trovano uno scoglio e non capiscono.Dicono:residuo pagano.In buona fede non accettano.
GIUSSANI:Invece lo capiscono le loro madri!Ma loro si rifiutano di accettare la pienezza di quel che scrisse Dante,"Vergine madre,figlia del tuo figlio".C'è le libertà,capisci?E questo mi fa scoppiare di contentezza.Non mi spaventa il mio limite,è la dimostrazione più fantastica dell'esistenza di Dio,che si palesa in negativo,come mia mancanza.
FARINA:E' ora di andare.Mi guarda e mi dice:"A voi giornalisti chiedo la consapevolezza di essere alla radice della conversione del mondo.Provate ad essere i portentosi provocatori della vita comune degli uomini".
dettato da:Riccardo Storti.
domenica 9 novembre 2008
I miei fratelloni di Nuovi Orizzonti (alcuni) e il mio Ricky
Ieri sera sono stato,con mio figlio Ricky di quasi 9 anni, a Viadana dai miei fratelli maggiori Mirko,Alessandra,il mio Davide personale,Danielino,Eros,Paolo,...giuro che quando li ho visti, durante la Messa,nel mio cuore c'è stata un'esplosione di "GGGioia"come dite voi romani o giù di lì,loro sono "casa mia".Taglio per sintesi,alle 23 col cuore felice per averli rivisti e grato per la loro testimonianza,sono tornato a Cremona dove c'era La luce nella notte,la seconda.Ho portato a nanna Ricky e sono andato nella chiesa, dov'era esposto il Santissimo,non avevo attese partecolari,non sapevo nemmeno cosa fosse LLNN,per "precauzione mi sono preso sù un paio di libri e il rosario,sapevo che c'erano dei miei amici e sono andato per loro.Sono stato colpito dalla bellezza della c/Chiesa,da come l'avevano "decorata" non so se è il termine giusto,le luci,l'accompagnamento vocale e musicale,e "chissenefrega",la Bellezza maggiore,Commovente(non sentimentale),erano i ragazzi che venivano accompagnati in chiesa ,che s'inginocchiavano davanti al Santissimo,molti si confessavano,don Luca avrà certamente toccato il cuore di molti di loro,e poi si fermavano a pregare.I libri erano fuori luogo,non sono nemmeno riuscito a dire il rosario,era il mio cuore che pregava,la bellezza che mi circondava era preghiera,io dovevo solo stare e guardare e far memoria.Non so descriverti il mio stupore per una cosa così semplice e incredibile,ragazzi che di notte girano per le vie del centro, cercando altri ragazzi in un sabato sera qualunque, a cui annunciare che il buon Dio li cerca e li aspetta in chiesa.Ho visto cosa vuol dire "..venite con me e vi farò pescatori di uomini".La bellezza che i miei occhi e il mio cuore hanno vista e stata così grande che questa mattina mi sono svegliato(tardi)ancora commosso,quasi,ma anche senza quasi,con le lacrime agli occhi,riconoscente verso Anna,Davide,don Luca,Chiaretta e tutti i ragazzi,Sentinelle del mattino o "semplicemente" "chiamati" ,che hanno reso possibile lo straordinario spettacolo di Misericordia di ieri sera.
Dimenticavo,al meglio non c'è mai fine,io sono arrivato in chiesa a mezzanotte e me ne sono andato alle 02.00,il nostro Vescovo era lì, nei primi banchi, prima che io arrivassi e se n'è andato poco prima di me.Era con noi in mezzo a noi come uno di noi,io sono poco diocesano ma anche questa è,per me ,una cosa mai vista.Grato.
mercoledì 5 novembre 2008
CAPITANO mio CAPITANO
Dice il Vangelo di Gesù:"Parlava con autorità".Autorità viene dal latino augeo.Far crescere.In che cosa?In umanità.Diventare più uomini.Perchè essere pienamente uomini è il massimo della vita,è la felicità.Siamo fatti per l'Infinito.Il suo cristianesimo(parla di don Giussani)non aveva nulla della rinuncia.Il cristianesimo è il centuplo quaggiù.Non è rinuncia al desiderio,ma lo tende fino a pretendere l'impossibile.
Una volta lo chiamarono a un corso per giovani sacerdoti.Gli domandarono quale qualità volesse più forte in loro."Essere più uomini"rispose.E' stato un educatore.Nel senso etimologico:e-duco,porto fuori,introduco nella realtà.Chiamava i ragazzi,con la testa prigioniera della mentalità comune serva del potere,a essere tanti Spartaco,pronti a spezzare le catene che,invece delle caviglie,a loro legavano e legano le teste.Perchè risplendesse la loro faccia interiore,"il senso religioso".L'essere religiosi non è una caratteristica di quei tipi o quelle tizie che hanno una forte predisposizione per il fumo delle candele.E' una dimensione di chiunque prenda sul serio se stesso e la vita.Ce l'hanno anche gli atei se sono seri:è la domanda di significato punto e basta.Per il Gius il cristianesimo non è una morale o una dottrina,in fondo nemmeno una religione,ma è "una cosa dell'altro mondo che entra nel mondo"
Non rinnegare mai gli ideali della tua gioventù.Ti assicuro che la giovinezza è tutta nell'infinità di desideri.Ti assicuro che Lui ci dona la possibilità di realizzarli:e che la nostra giovinezza non cessa mai:in liceo mi dicevano:"fuoco di adolescenza":come mai ora mi è cresciuto?
martedì 4 novembre 2008
Halloween festa celtica del quarto sabba, quello satanico
Prima di partecipare alla festa di Halloween, è bene sapere che cosa si festeggia. Il 31 ottobre è una data importante nella cultura celtica e nel satanismo. E' la data del quarto sabba, detto 'delle streghe', quello in cui si celebra la 'sconfitta' del sole, l'arrivo del freddo, l'infertilità della natura, la morte, gli spiriti della notte e della distruzione. Abbiamo davvero voglia di festeggiare tutto questo? La festa di Halloween ci introduce, con un approccio giocoso, alla mentalità macabra e occultista. Siamo sicuri, che sia un bene accompagnare i nostri figli ad accettare acriticamente questo spirito e rendersene partecipi? Simonetta Castellano
I primi tre sabba degli antichi riti occultisti celebrano il tempo delle stagioni “benefiche”: il risveglio primaverile della terra, il tempo estivo della semina, il tempo autunnale del raccolto della messe. Il quarto sabba, invece, celebra la morte e la disgregazione di tutto quanto ha esistenza. E proprio su questo sabba, che è stata strutturata la festa anglosassone di Halloween, nella notte che precede il giorno di Ognissanti. Halloween significa appunto 'vigilia del giorno di Ognissanti' (“All Hallowed Eve”).
Prima che sorga il giorno di tutti i santi, dunque, - cioè quel giorno che annuncia il tempo in cui l'umanità potrà vivere eternamente nella luce e nella gioia - gli occultisti e satanisti hanno posto la loro celebrazione della vittoria del buio, del freddo e della morte.
La loro mentalità, infatti, li porta a disprezzare la vita, il sole, la luce a tal punto, che soltanto il pensiero che possa esserci nel futuro dell'umanità una eternità di luce e di felicità è per loro un tormento, che li spinge a desiderare di poter cancellare questa eventualità. Per poter affermare, invece, che ciò che è bello, e da festeggiare come una liberazione, è proprio la morte, lo spegnersi finalmente di tutto.
E, quindi, anche gli spiriti del caos e della distruzione sono da vedersi come amabili; e le forze naturali e soprannaturali dell'annientamento e del male, come streghe e demoni, vanno festeggiati come amici. Ma anche teschi e fantasmi, che segnano quel punto in cui la vita si dissolve, dobbiamo vederli come simpatiche compagnie, che devono poter inondare il nostro ambiente. Per aprirci finalmente alla distruzione, al caos e all'annientamento.
“I contenuti di Hallowen sono strettamente connessi alla stregoneria e al satanismo. Gli adepti del satanismo e della magia riconoscono nel 31 dicembre uno dei giorni più importanti dell’anno: la vigilia di un nuovo anno per la stregoneria. A causa delle sue radici e della sua essenza occulta Halloween apre una porta all’influsso occulto nella vita delle persone. L’enfasi di Hallowen è sulla paura, sulla morte, sugli spiriti, la stregoneria, la violenza, i demoni. E i bambini sono particolarmente influenzabili in questo campo. Molti simboli sono chiarissimi su diversi prodotti anche alimentari, in questo periodo: svastiche, diavoli.”1
“Si tratta di una manifestazione collettiva, che celebra il macabro e fa dello spiritismo il suo centro ispiratore". (Sir, Vescovi italiani, 2005)
E' il nostro pensiero, che edifica l'ambiente, in cui viviamo. Le cose, che scegliamo di accettare e di amare, orientano la nostra vita, tracciano davanti a noi la nostra strada e, piano piano materializzano attorno a noi il nostro destino.
E gli occultisti desiderano vedere in azione attorno a sé gli spiriti e le forze dell'annientamento, che li liberino dal peso di una esistenza, che per loro è solo vuoto e sofferenza, senza senso.
Gli occultisti non vogliono pensare, che possa esistere un Essere di luce, infinitamente buono, che ci prepara una vita felice e senza fine. Per loro la vita è solo una condanna alla morte, e allora desiderano che questa morte arrivi il prima possibile. E amano pensare a quello spirito dedito al caos, alla distruzione e alla morte, come ad un amico, che li può aiutare a sollevare il buio definitivo sul mondo.
Da questa mentalità depressa e nichilista, nasce la cultura e la personalità occultista, che cerca nel buio e nella morte la soluzione alla sofferenza e cerca l'alleanza con le forze sataniche nel tentativo di dominare la natura e il prossimo.
Nella Bibbia, al libro della Sapienza, si trova scritto: “Invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza. Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati.”
L'esperienza profonda del mondo, che si condensa nella Sacra Scrittura, conosce questo carattere umano. Così, come nel Vangelo si trova scritto, che Gesù liberava dai demoni e risanava tutti quelli, che stavano sotto il potere degli spiriti maligni. Gesù è paragonato dai credenti al sole della storia. E' come l'astro luminare, che dà luce, calore, principio ordinatore e, perciò, la vita all'intero cosmo.
I credenti in Cristo hanno per questo una grande considerazione della vita, della luce e dell'amore, come forza in grado di riempire perfino la sofferenza e il vuoto e di dare senso all'esistenza. Per questo i credenti non amano la festa della morte e del buio, degli spiriti del caos e dell'annientamento. Credono, che alla fine sarà sempre la forza del sole a vincere e a portarci in quel giorno senza tramonto, descritto dalle scritture della Bibbia, in cui ognuno brillerà come una stella, nella felicità eterna.
Da genitori e insegnanti abbiamo la responsabilità di scegliere cosa è bene per la formazione dei nostri ragazzi. Evitiamo di fargli apprendere storie e giochi, che guardano alla morte, come ad una soluzione e alla malignità con simpatia. Evitiamo di partecipare a mode e rituali di massa, che evocano come buone, o divertenti, le forze del male.
Non dimentichiamo, che le disastrose conseguenze dell'assuefazione all'occulto e alla magia non sono immediate, ma si manifestano a distanza di anni con depressioni, crisi e violenze.
L’uomo è uno spirito incarnato, che integra in sé tre piani, o corpi vitali: anima, corpo e spirito. Non dovremmo mai dimenticarlo.
Scrive Roberto de Mattei: “Angeli e demoni non sono raffigurazioni fantastiche, ma esseri reali, che svolgono un ruolo cruciale nella storia. Non si può comprendere quanto accade attorno a noi, ignorando la loro esistenza e la loro azione.”
“Per difendersi dal demonio le forze umane non bastano. Occorre la vita soprannaturale, che fluisce da Gesù Cristo, Grazia incarnata, attraverso i Sacramenti della Chiesa e la mediazione degli Angeli e dei Santi. Ma il ruolo privilegiato nella nostra vita spirituale e nella difesa dal demonio spetta alla Madonna, a cui il Signore ha assegnato il compito di schiacciare il capo di Satana (Gen. 3, 15) e di portare i disegni divini nella storia al loro perfetto compimento.”
“La ragione ci dice che l’uomo non è un’escrescenza di materia, prodotta dalla caotica evoluzione del mondo, ma un essere intelligente e libero, creato da una Causa prima che assegna un fine e una ragione a ogni sua creatura. La ragione ci aiuta anche a comprendere come tra Dio, Atto puro, Spirito assoluto, e l’uomo, composto di anima spirituale e di corpo materiale, esistono creature intermedie, spiriti privi di corpo e di materia, cause seconde nell’universo. Queste creature sono gli angeli, creati da Dio all’origine del mondo e posti di fronte ad una scelta irreversibile, che avrebbe deciso del loro destino.”
“All’alba della creazione, gli spiriti angelici conobbero perfettamente, con un solo sguardo, la loro purissima natura e videro in maniera istantanea la loro intima dipendenza da Dio, unico e Sommo Bene. La maggior parte degli Angeli, adorò Dio e il Cristo futuro, ma un angelo, Lucifero, si ribellò e con lui «la terza parte delle stelle del cielo».” (Apoc. 12, 14).
“Vi è un profondo mistero in quest’evento che apre la storia dell’universo e una tragica domanda da allora continua a riecheggiare nel tempo: «Come sei caduto dal cielo, o Lucifero, tu che nascevi all’aurora?» (Is. 14, 12). È la stessa Scrittura a suggerirci le ragioni del peccato angelico quando dice: «il tuo cuore s’inorgoglì della tua bellezza e nella tua bellezza hai perduto la sapienza».” (Ez. 28, 17)
“Nell’universo di luce del Paradiso si spalancò un orrendo pozzo di tenebre. L’abisso risucchiò gli angeli ribelli. Il movimento ascensionale che spingeva gli angeli verso Dio si trasformò in un vortice irresistibile, che li precipitò per sempre.” (Roberto de Mattei, Lei ti schiaccerà il capo, in Radici Cristiane n.36 - Luglio 2008)
Prima di accettare ciò che viene proposto, o imposto, come moda dai mass-media, dalla pubblicità ossessiva e dal commercio consumistico, chiediamoci cosa vogliamo scegliere di insegnare ai nostri figli. Ce ne saranno grati.
di Simonetta Castellano
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INFORMAZIONI 2
Halloween è un fatto di cultura, è una forma di colonizzazione economica del nostro paese. Intanto «Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza» (Osea 4,6).
1. Il significato – Halloween è la forma contratta dell’espressione inglese “All Hallows’Eve day”, che letteralmente significa 'vigilia d’ognissanti'.
2. La ricorrenza – Halloween è una ricorrenza magica (di fatto, la magia è l'arte di esercitare potere, in modo occulto, nei confronti di qualcuno). Il mondo dell’occulto così definisce il 31 ottobre: “è il giorno più magico dell’anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico”, “è la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”.
Mentre, la Bibbia avverte: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» (Isaia 5,20).
3. La leggenda – L’antica leggenda irlandese racconta che Jack, un fabbro malvagio, avaro e perverso, una notte d’ognissanti, dopo l’ennesima bevuta, viene colto da un attacco mortale di cirrosi epatica. In quel momento, il diavolo, venendo a reclamare la sua anima, si ritrova addirittura raggirato da Jack ed è costretto ad esaudire alcuni desideri del fabbro, fino a quello di lasciarlo in vita e di rinunciare alla sua anima. Jack, grazie alla sua grande cattiveria supera persino il diavolo ed evita, in quella circostanza, la morte e l'inferno. La sua malattia, però, avanza e dopo un anno Jack muore. Non avendo accesso in Paradiso, Jack non trova posto nemmeno all’inferno, a causa del patto con il diavolo, che gli aveva chiuso le porte. A modo di rito, che rappresenta la sua condizione, il poveraccio intaglia una grossa rapa, mettendovi all’interno brace fiammante e con essa come lanterna, Jack, da fantasma, torna esule nel mondo dei vivi.
4. La tradizione - Gli irlandesi, colpiti dalla carestia, immigrarono in America verso il 1850. Approdati nel nuovo mondo, trovarono un’enormità di zucche che, a differenza delle piccole rape indigene, erano sufficientemente grandi da essere intagliare. Così, le zucche sostituirono le rape e divennero le Jack o’ lantern, utilizzate la notte d’ognissanti, nel tentativo di tenere lontani gli spiriti inquieti di quei morti, che non hanno trovato né pace in Paradiso, né posto all'inferno e che tentavano, come Jack, di tornare a casa.
I bambini, oggi in questa festa, vengono fatti travestire da spiriti inquieti, che non trovano pace, né casa e vagano tra le famiglie, guidati dalla lanterna-zucca vuota e ottenendo dolci in cambio della loro rinuncia a combinare guai. 'Trick-or-treat' è l’usanza, tradotta dalle parole “dolcetto o scherzetto”, ma che letteralmente significa: “finzione, o divertimento”, “stratagemma, o piacere”, e che ha il significato originale di “maledizione, o sacrificio”.
5. Considerazioni
La Leggenda è montata sulla duplice menzogna che l’uomo può essere più furbo del diavolo e che le porte degli inferi possano chiudersi a qualcuno. Inoltre, si sviluppa secondo pratiche sataniche: chiedere al diavolo l’esaudimento di desideri, fare un patto col diavolo, il mandato satanico a manifestarsi agli uomini, ritualità esoterica.
La Tradizione caratterizza il fenomeno di Halloween, nei costumi e nel commercio, come un insieme di rituali e pratiche di stregoneria, che sotto la forma del gioco vengono introdotti nella mentalità e nella pratica di bambini e persone inconsapevoli.
6. Attenzione: HALLOWEEN È SOSTANZIALMENTE SATANISMO – S’impone una scelta consapevole. Consideriamo che le parole che diciamo, i gesti che facciamo, le attività in cui coinvolgiamo le nostre emozioni, pensieri e sentimenti non sono neutri, ma significano una realtà, che spiritualmente e materialmente esprimiamo.
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1 “Disinformazione e consumismo dietro alla kermesse satanica di Halloween” - di Giancarlo Padula
2 Cfr. Simbolismi ed Occulto - di Devis Dazzani, riportato da www.ilcomandamentonuovo.org
(Tratto da: www.chiesadomestica.net)
venerdì 24 ottobre 2008
Simone mi ami tu
Il gallo cantò per la terza volta.
Gesù uscì dalla sala...
... e Simon Pietro, seguendo il rumore,
guarda dalla sua parte.
Lo vede e « pianse amaramente ».
Lo stesso Pietro che da quel momento
è diventato vergognoso e intimidito,
perennemente intimidito,
anche se non riusciva a trattenere
i suoi slanci abituali,
li compiva, poi si fermava bloccato
dalla vergogna, dalla vergogna del ricordo...
...era là in disparte quella mattina sulla riva...
erano là tutti intorno quel mattino,
in silenzio timoroso, intimiditi
così che nessuno domandava qualche cosa
perché tutti sapevano
che era il Maestro.
Nella frescura di quell'ora mattutina
coi pesci - quei pesci
che si agitavano ancora
alle loro spalle - dopo una notte
arida di frutto
erano là a mangiare il pesce...
...il pesce preparato da Lui
che aveva pensato anche al loro mangiare
perché sarebbero tornati stanchi.
Il Signore si era steso vicino,
era lì vicino,
a mangiare con loro.
Il Signore lo guardava.
Lui sguardava, ma non guardava
perché aveva vergogna più del solito...
Il Signore forse l'avrà guardato intensamente
finché Pietro disagiato da quello sguardo fisso
si sarà voltato, come a dire « Che vuoi?».
E Gesù, immediatamente,
senza porre frammento di tempo
in mezzo:
« Simone, mi ami tu più di costoro?».
Lo diceva a chi l'aveva offeso,
lo diceva al temperamento più facile
all'incoerenza,
al traditore. Dopo Giuda, lui.
Ma in lui era evidente che Cristo era.
« Signore, tu lo sai che ti amo».
Non poteva non voltare
la faccia e dire
la sua risposta.
Non poteva.
Sarebbe stata
una menzogna
Gli voleva bene, l'aveva tradito ma gli voleva bene.
Perciò si è voltato verso di Lui e gli ha dato quella risposta che non
era mai venuta meno, eccetto che in quei momenti terribili.
Gli ha dato la risposta per cui era continuamente
voltato verso di Lui, dovunque fosse,
fosse sulla barca, nel mare del mattino,
tra la folla sulla montagna,
quando era in casa e Lui non c'era...
...sempre era rivolto a Lui.
Non è vero che ti ho odiato,
non è vero
che non ti ho amato...
perché «tu lo sai, Signore, che ti amo».
Ma è il contrario di quello che hai fatto...
Io non so come sia,
so che è così.
« Simone, mi ami tu?».
Non ha detto «Non peccare non tradire,
non essere incoerente».
Non ha toccato nulla di questo.
Ha detto:« Simone, mi ami tu?».
Ognuno di noi
non riesce a sfuggire completamente
al fatto
che Cristo è amabile a da noi
esattamente così come siamo.
Cristo è chi si compiace di noi.
di me,
dice san Pietro piangendo,
la Maddalena, la Samaritana,
l'assassino
Cristo è colui che si compiace di me
e perciò mi perdona.
Mi ama e mi perdona.
commenti di Don Giussani.
lunedì 20 ottobre 2008
domenica 19 ottobre 2008
Oggi alle ore 11.30 papà Salvatore, Vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, assistente spirituale di Nuovi Orizzonti, dopo un lungo calvario di sofferenza ed offerta, con il suo sempre splendente sorriso e sguardo pieni di forza e amore, è salito al Cielo. Abbiamo tutti un grande santo in Cielo!
Umanamente il distacco si sente, ma lo portiamo nel cuore sapendo che è con noi e che ora in Cittadella Cielo vive dinnanzi al Padre Celeste proteggendoci e custodendoci.
Vi lascio il testamento spirituale che ha dato a Chiara Amirante pochi giorni fa...
TESTAMENTO SPIRITUALE DON SALVATORE BOCCACCIOGiovedì 9 ottobre 2009, dopo aver saputo da Consuelo che restava poco tempo sono andata da don Salvatore e gli ho chiesto se desiderava partire per il cielo, lui mi ha risposto di si, aggiungendo: “Non ci penso più. Se il Signore vuole che io resti ancora benedetto nei secoli il Signore, se il Signore vuole che io vada sempre sia benedetto nei secoli il Signore!” Allora gli ho detto: “Guarda don Salvatore che ho parlato con Consuelo e mi ha detto che con questo blocco renale, a meno che non ci sia un miracolo, il tuo fisico non ce la può fare, anche la dialisi sarebbe troppo aggressiva… “Ma certo siamo nelle mani del Signore lasciamo fare a lui” “Allora questa volta parti davvero per il cielo!!!” “Grazie chiara non mi potevi dare una notizia più bella grazie di cuore, finalmente andrò a Cittadella cielo, voglio dare una benedizione a tutte le opere di Nuovi Orizzonti, a tutte le iniziative a tutti i centri a tutti i ragazzi a cui il signore ha ridonato la vita a tutti i consacrati” “c’e’ una parola che desideri lasciare per tutti? “Sono tante, sono tante le cose che vorrei dire a tutti sono tante! Ma una resta la più importante: In manus Tuas in manus Tuas, in manus Tuas!! Si di questo a tutti da parte mia: In manus Tuas, è questa l’unica cosa importante il pieno e completo abbandono alla volontà del Padre. Sia quando la sua volontà a noi pare bella sia quando a noi pare brutta credere sempre che tutto è un dono squisitissimo e delicatissimo della tenerezza dell’amore del Padre per noi! In manus Tuas Domine grazie Papà. di’ questo da parte mia e un bacio nel Signore a tutti.Chiara Amirante
venerdì 10 ottobre 2008
domenica 5 ottobre 2008
LA MIA WEBTV
lunedì 29 settembre 2008
mercoledì 24 settembre 2008
La clinica dello Spirito
Il mio amico don Stanislao,diceva che Medjugorje è un posto per i malati spirituali,dove la Madonna chiama chi è malato ,ferito nello spirito ,nel cuore.Non mi stupisco quindi che di quel pullman partito quasi tre anni fa,nessuno sia tornato una seconda volta,bisogna riconoscersi peccatori,poveracci,mendicanti diceva il Giuss,ma quel mendicante credo sia stato molto dialettizzato,mendicante in senso filosofico forse,non personale e drammatico.Un "amico"tempo fa parlando di un altro amico,senza virgolette questo,di Milano,conosciuto tra la gente del Movimento,mi diceva:.. occhio a stare troppo con quello lì ,rischi di diventare come lui,a volte raccoglie un barbone per strada e se lo porta a casa,sua moglie prepara da mangiare e lui lo fa lavare magari gli da dei vestiti.....E'matto!Avevo ed ho una grande stima di quell'amico di Milano,ne ho meno per tanti di noi belli,magari ricchi, affermati,bravi eh!per carità,ma che allo stesso modo direbbero é matto,perchè col tempo impari che il cuore è... l'origine della domanda,dimentichi che il cuore è quello che ti fa vivere,dimentichi che è quello che da gusto alla vita o l'ammazza.Col tempo impari che lo Spirito è una delle tre persone della Santissima Trinità ,blabla bla bla e dimentichi che lo Spirito è quello che ci fa guardare negli occhi e ci fa riconoscere fratelli,(gli incontri eccezionali di quest'anno con gente con nulla in comune con me tranne il quotidiano supplicare la Sua presenza in ogni istante,come bimbi con la Madre) che lo Spirito è quello che ci rende figli di Dio.Ma forse chi è più malato di chi è così anestetizzato,così sprofondato nella corsa,nella lotta quotidiana da non far più differenza tra realtà vera(es.stazione Termini-Chiara Amirante)e realtà come categoria filosofica,discorso anche serio ma astratto.Un caro amico al ritorno dall'ultimo pellegrinaggio a Medjugorje mi diceva:beh,riuscire a tenere una media di un anno si e un anno no sarebbe già buona,io non ho battuto ciglio ma mi è dispiaciuto sentire quella frase,là c'è la MAMMA CELESTE,LA MAMMA,la MEDICINA per i suoi figli malati,io corro da Lei ogni volta che è possibile,ragionevolmente possibile,non pianifico ogni quanto sarebbe opportuno.Io come tanti altri sarei sempre là,ma evidentemente non siamo tutti malati.... Le prostitute e i pubblicani vi precederanno nel regno dei cieli..c'è speranza anche per me.
Giovanni Paolo II° e Medjugorje
Tratto dal libro "Maria, Alba del terzo millennio"
«Totus Tuus»Giovanni Paolo II è un Papa mariano; durante il suo lungo pontificato ha guardato con profonda devozione filiale alla Vergine Maria, costante figura di riferimento della sua spiritualità e del suo magistero. Non solo i discorsi papali o l’enciclica Redemptoris Mater, ma anche le omelie, i documenti, i libri scritti prima della sua salita al Soglio di Pietro, e le frequenti visite ai santuari mariani rivelano che Maria di Nazaret ha accompagnato tutta la vita di Karol Wojtyla. Quante volte lo abbiamo sentito invocare con fiducia la Madre di Dio e Madre nostra. E lo stesso motto scelto per lo stemma episcopale, e poi per quello pontificio, espri me una dichiarazione di intenti, un affidamento radicale alla Vergine:« Totus tuus».Un votocardinal Deskur ha confidato che quando Wojtyla, nel 1964, venne nominato arcivescovo di Cracovia, trovò il seminario di quella città quasi vuoto; allora fece questo voto alla Madonna: «Farò tanti pellegrinaggi a piedi ad altrettanti santuari di Maria, piccoli e grandi, vicini o lontani, a seconda del numero di vocazioni che ogni anno mi darai». Da allora quel seminario cominciò a popolarsi di giovani: in certe annate ne entrarono anche più di cinquanta. Nel momento in cui Wojtyla lasciò Cracovia per la Cattedra di Pietro, il seminario ne contava quasi cinquecento! Doveva a questo punto mantenere il suo voto, diventato piuttosto impegnativo, ma lo fece con gioia. Così la sua vita, prima di arci vescovo e poi di Papa, è stata un continuo pellegrinaggio.., che non è ancora finito! Manca giusto Medjugorje...
Nel segno del terzo segreto di FatimaIl 13 maggio 1981 papa Wojtyla è colpito a morte, ma la Madre celeste devia il colpo, come dimostra la traiettoria anomala del proiettile descritta in seguito dai medici esterrefatti.Siamo nell’anniversario della prima apparizione di Fatima, e questo particolare non sfugge a Giovanni Paolo II che, l’anno dopo, vi porta la pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo, per incastonarla nella corona della statua della Vergine. Da quel giorno diviene ancor più «il Papa di Maria», in quanto «Lei lo ha conservato in vita per la Chiesa».Di fatto con questo gesto Giovanni Paolo II si riconosce miracolato dalla Madonna, che proprio a Fatima aveva messo in guardia l’umanità e la Chiesa dalle trame del Maligno. Già: Satana, ancora lui, l’Angelo de caduto che è sempre dietro il Male che è nel mondo. Satana, l’eterno sconfitto dell’Apocalisse, che nel suo accecamento aveva scelto quel 13 di maggio senza fare i conti con il significato di quella data o, al contrario, come plateale gesto di sfida, come predetto nel terzo segreto di Fatima.Che cos’è il famoso terzo segreto? «La lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani» e «l’immane sofferenza dei testimoni della fede nell’ultimo secolo del secondo millennio». Ma, soprattutto, l’attentato al Papa, ovvero contro quel «vescovo vestito di bianco» che, «camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati (vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici), cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco».A svelare il mistero più inquietante e meglio custodito del XX secolo non è stata la solita fonte ben informata, ma non ufficiale. No. A parlare della «visione profetica» avuta il 13 luglio 1917 dai tre pastorelli è stato a nome di Giovanni Paolo II, il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, il numero due nella gerarchia vaticana. E Sodano ha scelto per far lo il luogo e il momento più appropriati: la stessa Fatima, la cittadina portoghese dove è apparsa la Madonna, meta da decenni di imponenti pellegrinaggi, il 13 maggio 2000, nel giorno della solenne beatificazione di due dei tre fanciulli che videro la Vergine, i fratellini Francesco e Giacinta Marto, che all’epoca delle apparizioni avevano 9 e 7 anni.« Dopo l’attentato del 13 maggio 1981», afferma il braccio destro di Wojtyla, «a Sua Santità apparve chiaro che era stata “una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola”, permettendo al “Papa agonizzante” di fermarsi “sulla soglia della morte”». E «i successivi avvenimenti del 1989», riferisce ancora Sodano, «hanno portato, sia in Unione Sovietica che in numerosi Paesi dell’Est, alla caduta del regime comunista che propugnava l’ateismo. Anche per questo il Sommo Pontefice ringrazia dal profondo del cuore la Vergine Santissima».
Da Fatima... a MedjugorjeSempre il 13 maggio 2000, durante l’ omelia della Messa di beatificazione di Francesco e Giacinta, Giovanni Paolo Il definisce alcuni aspetti importanti delle apparizioni di Fatima: «Il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione», ricorda. E ammonisce i figli della Chiesa di non stare al gioco del «drago», cioè il Maligno, «perché l’ultima meta dell’uomo è il Cielo» e «Dio vuole che nessuno si perda». Per questo preciso motivo, conclude, il Padre duemila anni fa ha inviato sulla terra suo Figlio.La Madre celeste dunque si sarebbe manifestata in Portogallo per rivolgere i cuori degli uomini a Dio, e distoglierli dalle insidie di Satana. Due aspetti essenziali, come ormai sappiamo, anche della sua ventennale presenza a Medjugorje.E non a caso, allora — fatto straordinario nella storia delle apparizioni mariane —, la Madonna qui avrebbe fatto un preciso riferimento ad al tre apparizioni, a quelle di Fatima per l’appunto. Come testimonia Marija, la Madre celeste le avrebbe rivelato di venire a Medjugorje a «completare ciò che aveva incominciato a Fatima».Da Fatima a Medjugorje si dipanerebbe, dunque, un filo teso per la Conversione dell’umanità. Il Papa stesso lo ha confermato, conversando con il vescovo slovacco Pavel Hnilica.Ci sono almeno due aspetti in cui il legame Fatima-Medjugorje si fa evidente, e in entrambi i casi entra in gioco anche la figura dell’attuale Papa.Il primo: in Portogallo Maria aveva annunciato la caduta del mondo nelle trame dei totalitarismi e aveva chiesto preghiere per la Russia. A Medjugorje la Madonna appare al di là della «cortina di ferro» e promette, fra le tante altre cose, che la Russia sarà il Paese dove la si onorerà di più. E Giovanni Paolo II consacra la Russia e il mondo al Cuore immacolato di Maria il 24 marzo 1984.Secondo aspetto: la Madonna appare la prima volta a Medjugorje a poco più di un mese di distanza da quando il Papa, il «vescovo vestito di bianco cade come morto» in Piazza San Pietro. Lo fa non in un giorno qualsiasi, ma il 24 giugno 1981, nella festa di San Giovanni Battista, precursore di Cristo e profeta della conversione: anche Lei invita alla conversione e prepara i cuori all’accoglienza di suo Figlio Gesù.Su queste considerazioni padre Livio Fanzaga ha impostato l’ampio saggio conclusivo di questo libro, sottolineando la cura di Maria per l’umanità in questa epoca travagliata.Ma se Maria è un grande dono per l’umanità, lo è stato innanzitutto per la Chiesa, proteggendo il suo capo, il Papa. Nel corso delle prime apparizioni comunitarie di Medjugorje, riferendosi all’ attentato del 13 maggio, la Vergine lo ammette apertamente ai veggenti: «I suoi nemici hanno cercato di ucciderlo, ma io l’ho difeso».
Strumento di Maria« La Madonna salva il Papa e si serve del piano del Maligno per realizzare i suoi progetti di grazia lungamente preparati», osserva padre Livio Fanzaga. Anche dal male più assoluto, Dio può trarre un bene.« In tutto questo lungo tempo» la Regina della pace non ha mai smes so di camminare a fianco del Papa, sottolinea ancora padre Livio, «parlando una lingua slava come lui, anticipando o accompagnando i suoi insegnamenti e facendo di lui lo strumento privilegiato del trionfo del suo Cuore immacolato».Non è forse Giovanni Paolo II ad averle affidato il mondo? E con quali conseguenze epocali. Non è lui l’uomo che, a detta di commentatori anche non allineati, ha cambiato la storia del secolo appena concluso? E un dato certo che i suoi discorsi per un’umanità nuova, contro l’aborto, contro ogni sfruttamento e discriminazione, contro il cattivo uso della natura, contro il consumismo della globalizzazione capitalistica, contro ogni ideologia totalitaria e ogni relativismo hanno inciso le coscienze. E in chiave soprannaturale è difficile non collegare la sua testimonianza e la sua vita coi grandi fatti a cui abbiamo assistito, su tutti il crollo comunista nei Paesi dell’Est.La Madonna l’ha protetto? È sicuro. Lei che a Fatima, nel 1917, apparendo a tre pastorelli, aveva predetto le sue sofferenze, gli ha dato sempre la forza di andare avanti, attraverso un attentato, malattie anche gravi, operazioni chirurgiche, nell’infaticabile adempimento dei suoi doveri quotidiani.Da tutti questi indizi padre Livio è portato a credere che la lunghezza delle apparizioni di Medjugorje sia anche collegata all’analoga durata del pontificato di Giovanni Paolo II: «Mi piace pensare che la Vergine continuerà a manifestarsi almeno fino alla fine di questo pontificato». Una considerazione del tutto personale, precisa, ma che, nel paragrafo che segue, troverebbe la più autorevole conferma.
«Il mio adorato figlio che soffre»In un messaggio commovente la Vergine di Medjugorje svela una sua iniziativa: questo Papa l’ho scelto io. E si dimostra preoccupata per la sua salute fisica.Siamo nell’agosto del 1994, e Giovanni Paolo Il compie un viaggio apostolico in Croazia. La guerra arroventa i Balcani e, in verità, il Papa avrebbe voluto — fermamente — recarsi a Sarajevo, nella città assediata, per tentare di spezzare la spirale dell’odio. Ma non gli è stato permesso. Può comunque attraversare l’Adriatico verso lidi più tranquilli, da dove far risuonare il suo appello di pace.Il 25 del mese, la Madonna, come sempre, dà il suo messaggio al mondo: «Cari figli, oggi sono vicina a voi in modo speciale, per prega re per il dono della presenza del mio amato figlio nel vostro Paese. Pregate figlioli per la salute del mio adorato figlio che soffre e che io ho scelto per questo tempo. Io prego e parlo con mio Figlio Gesù perché si realizzi il sogno dei vostri padri. Pregate figlioli in modo particolare perché Satana è forte e vuole distruggere la speranza nei vostri cuori. Vi benedico».Lungo il corso del Pontificato non sono mancati altri riferimenti a Giovanni Paolo II, che riprendono il premuroso incoraggiamento che la Vergine gli aveva inviato, attraverso i veggenti, il 26 settembre 1982:« Possa egli considerarsi il padre di tutti gli uomini, e non solo dei cristiani; possa egli annunciare instancabilmente e coraggiosamente il messaggio di pace e di amore tra gli uomini».
La domanda che tutti si fannoMa che cosa pensa il Papa delle apparizioni di Medjugorje? Che cosa deciderà?La domanda assilla devoti e non, anche perché non esistono, almeno finora, dichiarazioni pubbliche. Giovanni Paolo II, naturalmente, ha sempre accuratamente evitato di assumere qualsiasi posizione ufficiale, che coinvolga la sua funzione.Ne avrebbe sicuramente il diritto, e anche il documento della Congregazione per la dottrina della fede sui Criteri di decisione (1978) gliene dà la facoltà. Ma, in concreto, i Papi lungo i secoli hanno sempre evitato di pronunciarsi sulle apparizioni, principalmente per due motivi. Di solito si tratta, almeno inizialmente, di fenomeni circoscritti, che riguardano l’autorità locale, il vescovo del luogo; e il Papa, secondo quanto codificato ai punti 895 e 896 del Catechismo della Chiesa cattolica, evita di interferire con tali competenze, secondo il principio di sussidiarietà. In secondo luogo, l’autorità suprema della Chiesa cattolica evita di impegnarsi nell’interpretazione di materie non dogmatiche.C’è però chi ha osservato che, in controtendenza, gli ultimi Pontefici si sono impegnati a favore di Lourdes e di Fatima con elogi pubblici e solenni, e recandovisi in pellegrinaggio; e che l’apparizione di Lourdes è stata anche oggetto, fino al Concilio, di una festa universale per tutta la Chiesa latina.Bisogna però ammettere che questo fervore è esploso solo «dopo» il riconoscimento delle apparizioni della Vergine nei rispettivi paesini dei Pirenei e del Portogallo. E che peraltro, secondo i principi enunciati da Pio X nell’enciclica Pascendi, l’approvazione della Chiesa comporta che si forniscano solide ragioni per credere all’autenticità di una data apparizione, ma che, con ciò, non si può comunque garantire il fatto in sé.Tutto ciò legittima ampiamente tanta prudenza di giudizio. Occorrerebbe, semmai, porre un altro tipo di problema: quando, come è il caso di Medjugorje, un’apparizione assume una portata universale, il Papa non avrebbe delle ottime ragioni per occuparsene più direttamente?Ma di fatto questo avviene, seppure in una forma discreta, del tutto privata.Sono tanti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e persino i laici che hanno avuto occasione di incontrare il Pontefice e di toccare il tema Medjugorje, in conversazioni informali, durante le quali Wojtyla ha espresso le sue convinzioni in merito.Il silenzio ufficiale di Giovanni Paolo TI ci spiega che le dichiarazioni che lo riguardano — riportate come in un’antologia nelle pagine che seguono — non vanno prese come la posizione definitiva della Chiesa; ma non si può con questo nascondere l’importanza che si attribuisce al l’opinione personale del Vicario di Cristo.
Convinto dell’autenticitàGià nel 1985 è stata raccolta questa testimonianza del dottor Luigi Frigerio: «Il Papa ha riferito a un sacerdote che conosco bene di essere con vinto dell’autenticità dei fatti di Medjugorje».
« Convintissimo»L’arcivescovo di Perpignan, in Francia, monsignor Jean Chabbert, af ferma: «Io so per certo che il Papa è convintissimo dell’autenticità del le apparizioni».
« Sei passato da Medjugorje ?»Il 24 marzo 1994 il gesuita slovacco monsignor Pavel Hnilica, amico e consigliere del Papa per i Paesi dell’Est, sceglie Medjugorje per celebrare il decimo anniversario della Consacrazione della Russia e del mondo al Cuore immacolato di Maria. Per l’occasione, Hnilica invita nella cittadina dell’Erzegovina i fedeli mariani di tutti i Paesi della terra perché rinnovino la consacrazione, in unione con il Santo Padre. Interverranno tra gli altri monsignor Franic, il vescovo americano monsignor Nicolàs D’Antonio Salza e molti sacerdoti.Durante quel pellegrinaggio, Hnilica rivela un episodio inedito: un colloquio con il Santo Padre da cui si era recato, esattamente dieci anni prima, il 26 marzo 1984, di ritorno da un viaggio a Mosca. Invitato da Wojtyla a una colazione che diventerà lunghissima, il vescovo racconta come abbia potuto trovarsi al Cremlino e celebrare segretamente la Messa proprio nel giorno in cui il Pontefice compiva il gesto solenne della Consacrazione della Russia e del mondo al Cuore di Maria. Profondamente commosso, il Papa esclama: «La Madonna ti ha condotto per mano!».« No, Santità, mi ha portato in braccio», lo corregge Hnilica. Poi Giovanni Paolo II gli chiede trepidante: «Pavel, sei passato da Medjugorje?».« No, Santo Padre», è la risposta.« Com’è che non ci sei stato?», replica il Pontefice.« No. Il Vaticano me lo ha sconsigliato», spiega Hnilica.Wojtyla resta per qualche attimo perplesso, poi fa un gesto della mano come per dire: «Non ti preoccupare». E poi aggiunge: «Va’ in incognito. E mi riferirai ciò che hai visto». Lo conduce quindi nella sua biblioteca e gli mostra un libro di padre Laurentin, legge qualche messaggio della Madonna e poi commenta: «Vedi Pavel, Medjugorje è la continuazione di Fatima, è la realizzazione di Fatima».
La riscoperta del soprannaturaleQualche anno dopo il Papa riprenderà con mons. Hnilica quello stesso discorso: «Oggi il mondo ha perso il senso del soprannaturale, ma lo ritrova a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e la confessione».Esattamente lo stesso concetto, persino con le stesse parole, viene espresso a un gruppo di medici che difendono in modo particolare la dignità delle vite mai nate.Il 10 agosto 1989 Giovanni Paolo Il si rivolge a loro dicendo: «Sì, oggi il mondo ha perso il senso del soprannaturale. A Medjugorje in molti hanno cercato e trovato questo senso nella preghiera, nel digiuno e nella penitenza sacramentale».I medici italiani Frigerio e Margnelli e i loro colleghi raccolsero una gran quantità di dati sui veggenti, quando si recarono l’ultima volta nel villaggio dell’Erzegovina, il 7, 8 e 9 settembre 1985. Il risultato dell’indagine venne condensato in una lunga e dettagliata relazione, poi trasformata in un libro. Copia della relazione fu inviata all’allora vescovo di Mostar, monsignor Pavao Zanic, e al Papa. Il dottor Frigerio rivela: «Mi risulta che Giovanni Paolo II abbia letto con molto interesse e con grande trepidazione il riassunto dei nostri studi e delle nostre osservazioni».
Sempre informato, discretamenteA dire il vero papa Wojtyla in vent’anni è sempre stato informato, anzi ha chiesto egli stesso di essere discretamente tenuto al corrente, su tutto ciò che riguarda Medjugorje. A partire dalle numerose pubblicazioni, soprattutto gli studi a carattere medico-scientifico e teologico, sugli straordinari fatti di laggiù. In particolare dovrebbe aver ricevuto, e probabilmente anche letto, le pubblicazioni dell’ abbé Laurentin. A partire dal primo libro, pubblicato nella primavera del 1984, La Madonna appare a Medjugorje?, che il Papa legge a Castelgandolfo; mentre l’anno dopo riceve il testo sugli studi medici, scritto dal sacerdote francese in collaborazione con il professor Joyeux.
« Il Papa è il solo giudice»...Papa Leone X, nei documenti del quinto Concilio Lateranense, afferma: « Quando si tratta di rivelazioni profetiche, il Papa è il solo giudice».
«No, il giudice è Dio»Giovanni Paolo II ha sempre manifestato simpatia per Medjugorje, ma nella massima discrezione e nel pieno rispetto (in accordo con i suoi principi di governo) dei sentimenti e delle responsabilità di ogni livello gerarchico nella Chiesa. A un fedele italiano che lo supplicava di mettere fine all’opposizione del vescovo di Mostar verso le apparizioni, egli rispose in sostanza: «È lui giudice dei suoi atti». E alla domanda di replica, «Ma non siete voi suo giudice?», la nuova risposta: «No, il giudice è Dio».
L’anno marianoIl cardinale Gray, arcivescovo di Edimburgo, sostiene: «So che il Papa voleva l’anno mariano [il 1983] a causa dei messaggi della Madonna a Medjugorje. So che il Papa personalmente accetta le apparizioni di Medjugorje... perché ciò che dà prova di queste apparizioni sono tanti frutti».
Se non fossi Papa...Giovanni Paolo II ha manifestato più di una volta la sua fede in Medjugorje. Il cardinale Tomasek ha rivelato una frase pronunciata da Wojtyla in sua presenza, e cioè che se non fosse Papa «vorrebbe andare a Medjugorje per offrire aiuto nell’ assistenza ai pellegrini».
Se non fossi Papa... 2°In diverse occasioni il Papa ha ricevuto alcuni tra i veggenti, fra cui Mirjana Dragicevic: in occasione della sua prima visita a Roma, nel 1987, le parla in privato per venti minuti. La veggente riferirà che per ora non rivela nulla di quel colloquio, eccetto queste parole di Giovanni Paolo II: «Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje a confessare».
« Santità, quando viene a Medjugorje ?»Nel febbraio 1995 alcuni vescovi croati incontrano il Papa a Roma. Uno di loro racconterà che, durante l’incontro, monsignor Zanic (ex vescovo di Mostar, ormai in pensione) chiede al Santo Padre: «Santità, quando viene a Sarajevo?». E Giovanni Paolo II, di rimando: «Oh, pensavo mi chiedesse “quando viene a Medjugorje?”».
« Me ne parlò favorevolmente»Il 5 agosto 1988 monsignor Michael D. Pfeifer, vescovo di San Angelo, in Texas (Stati Uniti), indirizza alla sua diocesi una lettera pastorale in titolata Il Vangelo, Maria e Medjugorje, nella quale scrive: «Durante la mia visita ad limina a Roma con i vescovi del Texas, in una conversazione privata con il Santo Padre, gli chiesi che cosa pensasse di Medjugorje. Il Papa me ne parlò assai favorevolmente».
« Voglio andare a Medjugorje» 1°Il 6 aprile 1995 una delegazione croata si reca in visita ufficiale in Vaticano. Sono presenti anche il vicepresidente della Croazia, Radic, che rappresenta il presidente Tudjman, e il cardinale Kuharic. Dopo la lettura del discorso ufficiale, il Papa dice ai presenti: «Voglio andare a Spalato, a Maria Bistrica e a Medjugorje!».
« Voglio andare a Medjugorje» 2°Sabato 15 marzo 1997 è a Medjugorje, in visita, lo scomparso presi dente croato Franjo Tudjman. E arrivato in elicottero insieme con il vescovo di Mostar, monsignor Ratko Peric. Sono presenti alcune migliaia di persone ad accoglierli; vengono ricevuti in canonica dal parroco padre Ivan Landeka, dal provinciale dei francescani di Erzegovina fra Tomislav Pervan e da molti altri, tra cui l’ex parroco padre Leonard Orec. Sarà proprio padre Leonard a riferire poi che il presidente Tudjman, da vanti a tutti, ha sottolineato due concetti. Il primo: «Sono contento di venire qui con il vescovo e il provinciale dei francescani, perché mi auguro che ogni tensione venga presto appianata». E poi: «Andate tutti a salutare il Santo Padre a Sarajevo [il Papa si sarebbe recato nella città martire di lì a pochi giorni, ndr]. Nel nostro ultimo colloquio, Giovanni Paolo II mi ha detto per la seconda volta che desidera visitare Medjugorje».
Il «pellegrinaggio dei cuore»Durante la visita apostolica a Sarajevo, Giovanni Paolo II non è riuscito ad andare pellegrino a Medjugorje: sarebbero bastati pochi minuti in elicottero. Probabilmente lo ha scelto lui, o forse lo hanno consigliato, anche per ragioni di sicurezza. Chissà? Tuttavia, Medjugorje non è stata assente in quel suo viaggio.Il 12 aprile 1997, all’ aeroporto di Sarajevo, i primi ad accoglierlo so no stati i tre vescovi della regione balcanica e i due padri provinciali francescani della Bosnia-Erzegovina. Quando gli si è avvicinato il padre provinciale della Bosnia, Petar Andjelovic, Wojtyla gli ha domandato a bruciapelo: «E Medjugorje?». Padre Petar allora ha fatto cenno all’altro frate, padre Tomislav Pervan, provinciale dell’Erzegovina, di farsi avanti, per «competenza». Il religioso, emozionato, si è limitato a dire: «Sono il padre provinciale di Mostar... e di Medjugorje». Il Pontefice ha assentito con il capo e ha ripetuto, scandendo le sillabe, in modo che tutti i vicini potessero sentire: «Medjugorje, Medjugorje!». Il movimento delle labbra mentre pronunciava quella parola lo hanno visto benissimo tutti coloro che hanno seguito l’arrivo del Papa in televisione.Durante la preghiera nella cattedrale di Sarajevo, per ben due volte Giovanni Paolo II ha invocato la protezione della Regina della pace. La sera, dopo cena, al seminario cattolico, padre Tomislav Pervan gli ha consegnato personalmente una bella monografia fotografica su Medjugorje, realizzata e pubblicata dalla parrocchia, e gli ha parlato della vita del santuario. Il Papa lo ha ascoltato in silenzio e con estrema attenzione, manifestando un vivo interesse.Al momento della partenza, all’ aeroporto di Sarajevo, sempre padre Tomislav lo ha supplicato: «Santità, l’aspettiamo a Medjugorje». Il Papa ha abbozzato un sorriso, lo si è visto su tutti gli schermi televisivi, e ha risposto, di nuovo, con semplicità: «Medjugorje, Medjugorje!».Lungo il tragitto percorso dall’auto papale, più volte la folla ha urlato: «Santo Padre, vieni a Medjugorje!»; e lui benediceva tutti in silenzio.Anche se non ha potuto visitare in quell’occasione la Lourdes slava, si può legittimamente immaginare, con Laurentin, che mentre sorvola va Medjugorje, Giovanni Paolo II vi ha certamente compiuto il suo «pellegrinaggio del cuore».
« Usa le stesse parole di Maria»Nella cappella della comunità Oasi della Pace a Medjugorje, il 12 aprile 1997, un centinaio di italiani è presente al momento dell’apparizione a Marija. La veggente conversa poi con i presenti, dicendo tra l’altro:« Voi non sapete quante volte ho notato che il Santo Padre dice le stesse cose contenute nei messaggi della Madonna. Lei ci dà il messaggio il 25 del mese e lui l’indomani usa le stesse parole. E allora penso: c’è un altro veggente oltre a noi! O il Santo Padre è guidato così fortemente dallo Spirito Santo, oppure anche lui ha le apparizioni. Ma così ci fa concorrenza...».Ho ripensato a questo episodio dopo i tragici fatti di New York, trovando una spontanea relazione tra il messaggio del 25 settembre 2001 (quello in cui la Madonna ci esorta a pregare e digiunare specie ora che «Satana vuole la guerra e l’odio») e il discorso del Papa all’Angelus di domenica 30 ottobre, quando ha pregato che «la Regina della pace interceda per l’umanità intera, affinché l’odio e la morte non abbiano mai l’ultima parola».Oltre ad affidarsi esplicitamente alla Regina pacis, come già fece Benedetto XV, Giovanni Paolo II in tale occasione ha invitato «tutti — singole persone, famiglie, comunità — a recitare il Rosario ogni giorno, per la pace», che «i fedeli della Chiesa» devono «costruire», testimoniandola nel «bandire la violenza» e facendosi «operatori di pace»: una esortazione che i lettori di questo libro sanno cara alla Madonna d’Erzegovina. Come risulta in quello stesso messaggio di settembre là dove Ella ha detto «testimoniate la pace... siate portatori di pace»; e poi, rassicurando i sui figli, con parole che suonano quasi una risposta alla successiva invocazione domenicale del Papa: «Io sono con voi e intercedo presso Dio per ognuno di voi. E voi non abbiate paura....».Marija Pavlovic Lunetti concludeva quell’incontro ricordando come la Madonna avesse indicato nel Santo Padre «il figlio prediletto», chiedendo di pregare per lui, «perché è il Papa che ha potuto scegliere per questi tempi». Questa frase è stata ripetuta anche nel corso di un’intervista a Radio Maria, nella quale la veggente ha aggiunto:« Quando saremo al trapasso tra un Papa e l’altro e quando saremo nel la decisione di un nuovo Papa, dovremo lasciarci tutti guidare dalla preghiera e dallo Spirito Santo».
« Voglio vedere il Papa»Marija ha ricevuto dalla Madonna il compito di pregare in particolare per i sacerdoti e le anime consacrate. Fin dall’inizio delle apparizioni coltiva un amore profondo per il Papa e un gran desiderio di vederlo. Ripete spesso a tutti, compresa la Vergine: «Voglio vedere il Papa!». Ma non fa niente per forzare questo desiderio: va spesso a Roma in pellegrinaggio, prega, ma in privato, coi suoi famigliari, il suo gruppo di preghiera. Non avanza mai una richiesta ufficiale.
« Budi dobra!» (sii buona!)Un giorno, mentre Giovanni Paolo Il è accolto da centinaia di migliaia di persone in America Latina, la Gospa fa a Marija una sorpresa durante l’apparizione. Le «mostra» il Papa; Marija lo vede prodigiosamente «dal vero», mentre parla alla folla proprio in quel momento, a migliaia di chilometri di distanza.Qualche tempo dopo la veggente può realmente vedere il Papa, mentre il Pontefice è in visita a Parma. Egli la riconosce, le va incontro (anzi torna indietro per andarle incontro), le dà un buffetto su una guancia e le dice in croato: «Budi dobra!» (sii buona!).
Marija ha offerto la vita per luiMarija non nasconde che da anni ha offerto la sua vita per il Papa (come Vicka ha fatto per i peccatori e i sofferenti nel corpo e nello spirito). Il 10 aprile 1997, giorno in cui compie 32 anni, la Madonna le appare più lungamente del solito e la bacia sulla guancia, come sempre fa ai compleanni. Marija coglie l’occasione per rinnovare, nelle mani della Vergine, l’offerta della propria vita per Giovanni Paolo II. Racconta suor Emmanuel: «Marija stava a solo due metri da me e vedevo il suo viso illuminarsi. La veggente ci ha poi spiegato che questa offerta aveva un senso speciale, in quei giorni in cui il Pontefice veniva per la prima volta in Bosnia-Erzegovina, a Sarajevo, il 13 aprile 1997, e ci ha detto ancora che la Madonna desiderava che si pregasse in modo speciale per il Papa»
« Prega la Madonna per me»Il 22 marzo 1995 Vicka accompagna in udienza in Vaticano 350 feriti e invalidi di guerra croati e bosniaci. Il Papa, fuori dal protocollo come tante altre volte, si avvicina ai sofferenti.Ma manca un interprete e la veggente, che parla in modo fluente l’italiano, è incaricata di tradurre in croato le parole che il Pontefice rivolge nella nostra lingua ai pellegrini. Giovanni Paolo II la riconosce: «Tu non sei Vicka di Medjugorje?», le chiede al termine dell’udienza. La ragazza fa cenno di si e gli offre una corona del Rosario, dicendo: «Santo Padre, lei ha senz’altro tante corone, ma questa è stata benedetta direttamente dalla Madonna». Il Papa sorridendo ringrazia Vicka, la benedice e la congeda con queste parole: «Tu prega la Madonna per me e io pregherò per te».
La Vergine e il comunismoIl giornale coreano Notizie cattoliche, nel numero dell’11 novembre 1990, riporta il seguente testo scritto da monsignor Angelo Kim Nam Su, presidente della Conferenza episcopale coreana: «Durante l’ultimo sinodo a Roma, noi vescovi della Corea siamo stati invitati a pranzo dal Papa. Alla mia osservazione, “Santità, grazie a lei la Polonia è riuscita a liberarsi dal comunismo”, il Santo Padre mi ha corretto dicendo: “No, non grazie a me; è stata opera della Vergine, come ha detto a Fatima e a Medjugorje”».
« In linea con il Vangelo»Nel numero del 3 febbraio 1991, la rivista Homme Nouveau cita una conversazione tra l’arcivescovo Kwangju e il Papa. All’osservazione del primo, «in Corea, nella città di Nadju, c’è una statua della Madonna che piange», Wojtyla commenta: «E ci sono dei vescovi, come in Jugoslavia, che sono contrari... Ma dobbiamo tener conto della risposta della gente, delle molte conversioni. Tutto ciò è in linea con il Vangelo. Questi fatti devono essere studiati attentamente».
« Lasciateli andare»Nell’agosto 1989 monsignor Patrick F. Fiores, arcivescovo di San Antonio, negli Stati Uniti, rivela: «Quando incontrai il Papa gli chiesi che cosa avremmo dovuto fare con tutta questa gente che va a Medjugorje. La sua risposta fu: “Lasciateli andare. Quando ci andrà anche lei, preghi per me”».
«È un bene che la gente ci vada» 1°Parlando all’Università di Notre Dame, in occasione della Conferenza nazionale su Medjugorje, monsignor Sylvester W. Treinen riferisce la seguente conversazione avuta con il Papa. «Santo Padre, sono appena ritornato da Medjugorje. Là avvengono cose meravigliose...». E il Papa: « Sì, è un bene che la gente vada a Medjugorje, preghi e faccia penitenza. È bene...».
« E un bene che la gente ci vada» 2°L’arcivescovo di Pescara, monsignor Francesco Cuccarese, chiede al Papa come deve comportarsi con i fedeli della sua diocesi che vanno a Medjugorje. Giovanni Paolo II invece di rispondergli gli pone un’altra domanda: «Che cosa fa questa gente?». E il vescovo risponde: «Va in pellegrinaggio, prega, si confessa». «E allora», conclude il Papa, «lasci che ci vadano». In realtà anche l’arcivescovo era giunto alla stessa conclusione.
«io sono con voi!»Il 17 giugno 1992 dice a padre Jozo Zovko, all’udienza generale: «Le do la mia benedizione. Coraggio! Io sono con voi! Abbiate cura di Medjugorje, non stancatevi, ma perseverate. Proteggete Medjugorje».
« Ci credo, ci credo, ci credo!»In occasione del Congresso eucaristico di Bologna (1997), monsignor Mario Rizzi, ex nunzio apostolico in Bulgaria, racconta che l’anno prima (1996) assisteva alla Messa personale del Papa in compagnia di monsignor Roberto Cavallero di Chiavari, di ritorno da Medjugorje. Wojtyla chiede a quest’ultimo: «Lei ci crede a Medjugorje?». Ma il prelato ne approfitta e gli rinvia la domanda: «Ma lei, Santo Padre, ci crede?». Dopo un breve silenzio, Giovanni Paolo II dichiara, scandendo ogni parola: «Ci credo, ci credo, ci credo!».
Legge «L’eco di Medjugorje»La suora polacca che si occupa degli alloggi del Papa ha detto a padre Jozo: «Il Papa legge L’eco di Medjugorje. Gli passiamo quello che noi riceviamo in polacco».
invita al digiuno e alla preghieraIl 14 marzo 1993, in occasione della recita dell’Angelus, il Papa invita al digiuno e alla preghiera, e incoraggia ad ascoltare i messaggi della Vergine. Molti riconoscono nelle sue parole un chiaro riferimento a Medjugorje: per lo meno la pensano in questo modo padre Slavko Bar barie e padre Leonard Orec.
« Autorizzate tutto ciò che riguarda Medjugorje»Molti preti e vescovi, ma anche laici responsabili di movimenti e realtà ecclesiali, si pongono il problema se sia giusto e corretto lasciar parlare dei testimoni di Medjugorje nelle chiese o nei meeting cattolici. Un vescovo latino-americano ha posto qualche anno fa la questione diretta mente al Papa. Alcuni centri per la pace stanno organizzando una serie di conferenze di padre Slavko in Sudamerica per il gennaio-febbraio 1995. L’arcivescovo di Asunciòn, in Paraguay, monsignor Felipe San tiago Benftez Avalos, non è convinto di consentire l’uso delle chiese della diocesi per incontri su Medjugorje. Perciò chiede che padre Slavko fornisca lettere di presentazione da parte del provinciale dei frati minori dell’Erzegovina e del vescovo di Mostar. Ma trovandosi a Roma, nel novembre 1994, monsignor Benftez ha l’occasione di chiedere al Papa se sia opportuno promuovere questi incontri, per giunta con la presenza di un frate di San Giacomo. Giovanni Paolo II gli risponde pronto: «Autorizzate tutto ciò che riguarda Medjugorje!». L’arcivescovo a questo punto non ritiene più necessarie altre garanzie, chiama i centri per la pace e dà il suo consenso, raccontando il perché del suo ripensa mento. La notizia che Wojtyla ha detto «Autorizzate» si propaga come un benefico incendio in tutto il Sudamerica, con il risultato che ben otto Paesi sono visitati da padre Slavko e spalancano le porte delle loro chiese e cattedrali al messaggio di Medjugorje.
Ancora sui pellegrinaggiSul settimanale diocesano La vita del popolo del 1° febbraio 1987, il vescovo di Treviso monsignor Antonio Mistrorigo racconta: «Il Santo Padre ha dimostrato di essere bene informato su Medjugorje. Egli è convinto che non vi sia niente di negativo nel permettere che i pellegrini vi si rechino per pregare con dedizione, per ricevere i sacramenti e per in cominciare una nuova vita».Dieci anni dopo, monsignor Packiam Arokiaswamy, vescovo di Maturai nelle Indie, giunto a Medjugorje agli inizi di agosto 1997, dichiara: «In via privata, il Papa incoraggia il pellegrinaggio a Medjugorje e lo approva; questo per ora ci è sufficiente».
Tre benedizioni di filaAnche suor Emmanuel delle Beatitudini ha potuto constatare questa apertura e disponibilità del Papa. Il 15 novembre 1996 partecipa a un’udienza privata con frate! Ephraim, fondatore della sua comunità, e insieme con altre trenta persone. Il Papa saluta personalmente ciascuno. Arrivato davanti a lei le impartisce, come a tutti i presenti, la sua benedizione. Suor Emmanuel ne approfitta per dirgli: «Abito a Medjugorje da sette anni e la mia missione è di difendere i messaggi della Regina della pace con libri, cassette, trasmissioni, conferenze in tutto il mondo...».A queste parole il viso di Giovanni Paolo II si illumina; interrompe la religiosa che sente la mano del Papa posarsi sulla sua fronte: «La benedico!», le mormora. Poi guarda con evidente gioia i libri di suor Emmanuel per i più piccoli: Bambini, aiutate il mio cuore a vincere, e quello su Medjugorje e la guerra, giorno per giorno. Prima di proseguire la benedice di nuovo, per la terza volta.
« Medjugorje è il centro spirituale del mondo»Monsignor Sebasti Murilo Krieger, ex vescovo di Florianopolis, in Brasile, è stato a Medjugorje ben quattro volte. La prima nel 1986, la se conda nel 1987. Alla vigilia del terzo viaggio, nel 1988, va in ritiro spirituale a Roma con altri otto vescovi e trentatre sacerdoti del suo Paese. Prima di partire per la Jugoslavia, celebra una Messa privata alla presenza del Papa, che al momento dei saluti gli chiede: «A Medjugorje pregate anche per me». Monsignor Krieger avrà modo di incontrare ancora il Pontefice, per annunciargli il suo quarto pellegrinaggio al santuario slavo, il 24 febbraio 1990. Giovanni Paolo II in quella occasione si raccoglie per qualche istante e poi gli sussurra: «Medjugorje è il centro spirituale del mondo». Lo stesso giorno, durante una colazione con il Santo Padre, presenti altri vescovi brasiliani, Krieger si rivolge di nuovo a papa Wojtyla per chiedergli; «Santità, posso dire ai veggenti di Medjugorje che invia loro la sua benedizione?». E il Papa risponde: «Sì, sì», e lo abbraccia.