venerdì 30 dicembre 2011
Valle di lacrime,altro che micio micio bau bau
Statua Bambin Gesù lacrima sangue a Cava de’ Tirreni
Questa statua del Bambino Gesù ha una storia poco banale. Un francescano di Cava de’ Tirreni (vicino a Salerno) va in Israele nell’ottobre 2010 e trova questa statua e la acquista subito.Tornato in Italia mette il pacchetto in una stanza del convento e va a dormire. La mattina dopo, una voce molto dolce lo sveglia: "Aprimi, soffoco!". Spaventato, pensa che questa sia la voce di sua madre defunta. Poi apre il pacchetto che aveva portato da Israele. Ed ecco che la statua aveva pianto lacrime di sangue! Chiama il suo vescovo che proprio quel giorno era al convento. Anche lui constata le lacrime ancora fresche lungo il volto di Gesù. Vengono subito chiamate le autorità, l’esperto, ecc. Dopo lunghe analisi, il fatto viene dichiarato autentico senza trucchi. Il sangue è vero sangue umano, ha le stesse caratteristiche del sangue della Sindone di Torino. Un anno dopo, il 24 ottobre 2011, la statua viene esposta alla venerazione dei fedeli.Natale è vicino e noi abbiamo già preparato la mangiatoia. Il bambino Gesù ci verrà deposto e riuniremo le nostre famiglie per venerarlo, adorarlo e meravigliarci della sua venuta fra noi. Eppure, un anno fa, questo bambino piangeva lacrime di sangue! Cosa vuol dire? Quale messaggio vuol darci? Perché soffocava dentro la sua stretta scatola? Gesù ha detto: "Quello che fate al più piccolo dei miei, lo avete fatto a Me". Allora cosa abbiamo fatto o cosa abbiamo dimenticato di fare?Abbiamo ingentilito la storia di Natale, aggiunto delle ghirlande alla stalla e attaccato delle piccole lampade (non c’era alcuna luce nella stalla), abbiamo reso il tutto molto piacevole a guardarsi. Ma ci dovremmo domandare: ‘Se Tu ci parlassi oggi cosa ci diresti? Perché piangi? Quale nuova angoscia mortale ti fa versare lacrime di sangue? In quale nuovo Getsemani è immerso il tuo adorabile piccolo cuore che è solo amore?’Ciascuno darà la sua risposta. Ma queste lacrime non devono passare inosservate, ci scuotono! Sì, cosa abbiamo omesso di fare? Perché ora più che mai abbiamo l’occasione di asciugare il volto di questo Bambino! Noi possiamo TUTTI asciugare almeno una delle lacrime di sangue. E questo con una semplice preghiera fatta col cuore, abbandonando un peccato grave, con la risoluta decisione di perdonare a qualcuno, con un digiuno offerto per una madre che pianifica l’aborto, con una visita ad un vicino distrutto dalla solitudine, con un aiuto discreto ad una madre di famiglia che non arriva alla fine del mese… Il Bambino Gesù è così umile, che prende tutto , anche il più piccolo gesto di affetto! Il 25 dicembre, non è forse il Suo compleanno? Non ha diritto al primo posto nelle nostre celebrazioni ed ai più bei regali sotto il nostro albero di Natale?Piccolo Bambino Gesù, per la Tua innocenza, vieni a guarire i nostri cuore soffocati dalle vane preoccupazioni del mondo! Non vogliamo più lasciarti gemere nella tua scatola chiusa,‘distratti’ lontano da Te. Al contrario ti spalanchiamo le nostre porte! Vogliamo prenderti con noi in ogni momento ed in ogni luogo, portarti sui nostri cuori feriti come il figlio prediletto del quale siamo fieri! Perché "Tu sei il più bello fra i figli degli uomini e sulle tue labbra è diffusa la grazia" .Non avere paura, Bambino Gesù, noi non ti faremo più alcun male, resta con noi; senza di Te siamo perduti! Tu sei la nostra gioia e la nostra gloria!L’intervista a Padre Luigi Petrone, parroco della chiesa:
http://www.guardacon.me/?A=Blog&p=497
giovedì 29 dicembre 2011
lunedì 26 dicembre 2011
L'Antonio Socci "dedontoninobellizzato" di Natale
Sogno di Natale…. o no?
In effetti è stato un sogno strano quello di stanotte. Lo ricordo benissimo in tutti i dettagli. Io mi trovavo solo, a un tavolino del bar davanti a Montecitorio, in un viavai di politici dai volti indecifrabili.
Sfogliavo quotidiani di banchieri che peroravano la causa di banchieri, fogli di industriali che sostenevano la causa di industriali e giornali di partito che sostenevano il proprio partito.
Tutto trascinato da fiumi di futilità, anche sull’incombente Natale. Niente di nuovo sotto il sole.
PAROLA DI PLATONE
Ubriacato da tanta noia e tristezza – sorseggiando un caffè – aprii un libro dove si riportava un passo del “Fedone” di Platone:
“Pare a me, o Socrate, e forse anche a te, che la verità sicura in queste cose nella vita presente non si possa raggiungere in alcun modo, o per lo meno con grandissime difficoltà”.
Così esordiva il filosofo greco. Lui però, a differenza degli intellettuali di oggi, consigliava di “appigliarsi al migliore e al più sicuro tra gli argomenti umani e, con questo, come sopra una barca, tentare la traversata del mare (cioè della vita). A meno che” aggiungeva Platone con un’intuizione geniale “a meno che non si possa con maggiore agio e minore pericolo fare la traversata con qualche più solido trasporto, cioè con l’aiuto delle rivelata parola di un dio”.
Il mio maestro mi aveva entusiasmato tanti anni fa perché mi aveva mostrato che quella pagina era una folgorante profezia del cristianesimo.
Infatti a distanza di secoli, quasi in risposta a Platone, san Giovanni inizierà il suo Vangelo proprio con la notizia che quella navicella del dio era arrivata: “Il Verbo si è fatto carne ed abita in mezzo a noi”.
Nel sogno di stanotte però non provavo la meraviglia di un tempo. Ero sopraffatto da un sentimento di angoscia per l’oscurità dei tempi e anche per il dolore relativo a un bimbo piccolo che era gravemente ammalato.
A questo punto del sogno si è verificato di tutto.
IL SOGNO
Mi ha telefonato un amico, prete di una borgata romana. Con voce concitata mi ha detto che era accaduta una cosa straordinaria nelle campagne di Tor Vergata: sei ragazzi che giocavano a pallone in un campetto, si sono accorti di una forte luce che arrivava da alcune baracche lì vicine.
Si sono avvicinati: c’erano una giovane ragazza e un uomo dalla barba scura. Avevano un bambino appena nato. Sorridevano. Erano vestiti come Maria e Giuseppe nel presepe e, in effetti, erano proprio loro: Gesù era nato di nuovo, lì a Tor Vergata, in questo dicembre 2011.
I ragazzi stupiti e contenti erano poi andati a raccontare a tutti cos’era successo. Stava cominciando ad arrivare gente. Dopo poco ricevevo la telefonata di mia moglie che, anche lei con voce concitata, mi riferiva di aver portato lì il bambino malato.
Con una carezza del neonato Gesù era sparita la febbre a 40 che aveva da giorni e tutti i dolori. Lei piangeva e rideva di gioia mentre mi riferiva i fatti. Mi diceva che stava arrivando ancora gente e molti portavano malati, e continuavano a verificarsi guarigioni.
LE REAZIONI
Io strabiliato e commosso, nel sogno, mi mettevo a correre per portare la notizia in Vaticano. Ma lì un monsignore chiamò due marcantoni della gendarmeria sostenendo che c’era un pazzo pericoloso.
Arrivava pure un cardinale a cui riferivo i miracoli che stavano accadendo. E lui: “non dica idiozie, non esistono i miracoli!”.
Io gridavo che volevo parlare col papa, che lo conoscevo personalmente, ma il papa era inaccessibile, isolato, da giorni. Feci appena in tempo a scorgerlo a una finestra, invecchiato e triste.
Provai a sbracciarmi dal cortile perché volevo confortarlo con questa meravigliosa notizia, lui si accorse di me, ma subito qualcuno lo prese sottobraccio e lo allontanò dalla finestra.
Scappai di corsa per evitare i gendarmi. Andai allora alla redazione di quello che credevo un giornale cattolico. Ma non sembrarono interessati: erano occupati a rintuzzare i radicali sull’Ici della Chiesa e sull’otto per mille.
Restai perplesso, anche perché notai che alle pareti, al posto del crocifisso e della foto del Papa, c’erano altre due foto incorniciate: di Napolitano e di Monti.
In un baleno – come accade nei sogni – mi ritrovai sul viale per Tor Vergata.
LA CAPANNA…E IL FISCO
C’era tanta gente che andava a vedere questo evento.
Anche tre ragazze straniere, che si prostituivano sulla strada, sentita quella notizia, si misero in cammino, stando un po’ in disparte, intimidite.
Quando arrivai vidi che c’erano diversi poliziotti e alcuni funzionari del fisco che discutevano con la gente della zona e con il parroco.
Pretendevano di far pagare a tutti l’occupazione di suolo pubblico e l’Ici sulla prima capanna anche alla Sacra Famiglia.
Quando seppero chi erano dedussero che la prima capanna era a Betlemme, dunque quella era la seconda: tariffa superiore. E volevano tassare la prima come casa all’estero.
Poi cominciarono a sindacare sui doni che molti lasciavano al bambino, specialmente sui regali in denaro e infine, adocchiate le tre ragazze di strada che stavano in un angolo, a guardare commosse il bambino, chiesero loro se per caso facevano quel certo mestiere: così contestarono i loro guadagni in nero, non dichiarati e non tassati.
I SAPIENTONI
Il giorno dopo sui quotidiani i più noti intellettuali commentarono la notizia con sarcasmo e disprezzo: misero alla berlina i protagonisti di quell’episodio di “allucinazione collettiva” (così lo definirono).
La gente – sentenziarono i saputoni – era affetta da grave superstizione: le masse popolari erano state intossicate e suggestionate dalla televisione che in quei giorni – aggiunsero – aveva parlato troppo del Natale.
Intervennero anche famosi teologi o (sedicenti) specialisti di cose religiose che condannarono questo gretto “miracolismo” così poco spirituale e tanto fastidiosamente interessato a guarire dalle malattie.
Biasimarono il fatto che tutta quella gente si fosse precipitata alla baracca invece di andare ad ascoltare le loro dotte conferenze religiose e tuonarono: “è un relitto di medioevo che sarà bene dimenticare in fretta. Non è ammissibile, dopo il Concilio, che accadano queste cose”.
Anche dal Quirinale trapelò un certo disappunto e subito le firme giornalistiche più sensibili agli umori presidenziali criticarono il chiaro esempio di fanatismo riferendo che il Capo dello Stato avrebbe ufficiosamente commentato: “l’Italia è una e deve restare tale. Fatti di questo genere provocano divisione nel Paese in un momento in cui è necessaria la massima coesione nazionale”.
Addirittura dal Parlamento europeo e dalla Commissione di Bruxelles arrivarono condanne dell’evento, cioè della nascita di quel Bambino, giudicato un esempio di discriminazione nei confronti di credenti in altre religioni e un pericoloso incitamento alla procreazione mentre il pianeta – a loro dire – soffre di sovrappopolazione.
PUNIZIONI
Non mancarono di sollecitare provvedimenti punitivi nei confronti del parroco di quella borgata che – invece di stroncare sul nascere il “dissennato afflusso” di gente – aveva rilasciato interviste a tutte le tv riferendo i prodigi che aveva potuto vedere, fornendo i nomi e i recapiti di coloro che erano stati guariti.
Considerata la possibilità che l’Italia – ormai commissariata dalla Bce, dal Fmi e dall’Europa – venisse penalizzata da decisioni comunitarie derivanti da tale condanna per “intolleranza religiosa”, subito il governo fece passi formali presso la Curia che provvide a sospendere “a divinis” il parroco suddetto.
E la magistratura aprì un’indagine per “abuso della credulità popolare” ed “esercizio abusivo della professione medica”.
LA GIOIA DEI SEMPLICI
La gente semplice però era stupita di quello che aveva visto e i malati contenti di aver trovato chi li aveva sollevati dalle loro pene.
Per giorni continuarono a parlare dei fatti che si erano verificati davanti a loro. E tutti lodavano Dio che aveva avuto pietà di loro e ricordavano la tenerezza dello sguardo della Madre.
Fin qui il mio sogno. Ma voi pensate che sia stato solo un sogno?
Antonio Socci
Da “Libero”, 24 dicembre 2011
domenica 25 dicembre 2011
Medjugorje,messaggio del 25/12/2011
sabato 24 dicembre 2011
Gli auguri del Capitano!
venerdì 23 dicembre 2011
Mi si carismaticizza dontoninobellizzandosi....
DUE MIE PAROLE CON GESU' BAMBINO...
Caro Dio mio, e caro e dolce Amico mio ....non sono abituato
a vederti in questa greppia, in questa scena, nella totale povertà.. Avvezzo
come sono a vederti oramai in un ostensorio dorato quando Tu ti nascondi in
quel pane bianco e rotondo che trasformi per miracolo ogni giorno nel tuo corpo
e nel tuo sangue...
Sai, mi fa un certo effetto vederti bimbetto inerme nelle
braccia di Maria e sotto lo sguardo vigile di San Giuseppe... eppure, per Tua
grazia, rompendo le leggi del tempo e dello spazio, oggi mi hai invitato in
questa grotta, e ti vedo bimbo vivo,
infreddolito, gemente... ma che mi vuoi dire con quei gemiti ?
Se Ti conosco.., dopo la Scrittura e altri svariati libri letti, dicevo, se Ti
conosco mi stai chiedendo.. "Massimiliano, entra, ti attendevo da tempo...
rispondi a questa mia domanda... So che sei venuto a trovarmi sorvolando uno
spazio di 2011 anni... allora mi devi volere bene vero ?"... ed io in un
frammisto di imbarazzo alla mo' di S. Pietro nel Vangelo di Giovanni quando si
sentì porre la stessa domanda, (Gv. 21, 15-19), di paura, come quando gli
apostoli Lo videro camminare sulle acque (Mt. 14, 22-33) e di stupore come
quando Maria di Magdala Lo vide risorto al sepolcro (Mc 16,9), mi blocco e non
riesco a parlare. Anche se all'apparenza visiva non spaventa affatto, anzi
intenerisce, so bene Chi ho davanti... Mi ha dimostrato di conoscere il mio
nome (Salmo 147,4), so che è capace di leggermi dentro... cioè, capiamoci, ogni
mio pensiero Gli è noto (Salmo 94.11), mi conosce come creatura (Eb. 4,13),
conosce ogni mia opera (Giobbe 28,24), conosce me in tutti i minimi dettagli
(Mt. 10,29). Mi chiedo se è più nudo Lui che indossa solo semplici fasce, in
questa notte stellata di Betlemme o io che sono dinanzi a Lui col mio bel
piumino d'oca e le mie Timberland..
Sembra quasi che si sia reso conto dei miei pensieri, anzi
ne sono certo... con la manina piccola, infatti, emette un vagito e con un
indice bello paffuto, mi indica Sua Mamma.. Oh, ancor più imbarazzato, La cerco
con gli occhi di quel bambino che è appena stato colto in fragrante con le dita
nel barattolo della marmellata.. eccolo, lo sguardo sorridente di Maria..
cavoli è una vera ragazzina (!) .. ma com'è bella, e che pace ti trasmettono
quegli occhi... a prima vista ha ben 20
anni circa meno di me (!).. mi sorride, non parla, sembra che mi stia chiamando
a Te Gesù per guardarTi da vicino... Mi
fermo un secondo e penso .. "Cavoli Max... ma qui sei al cospetto non di
una ragazzina, ma di Colei che è l' Immacolata Concezione, la Regina de Rosario
ed oggi, o per lo meno nella mia epoca in cui di solito vivo, è la "Gospa
di Medjugorje", la Regina della Pace"... eppure in un solo secondo,
attraverso i Suoi occhi, quel timore tremendo della mia indegnità scompare e mi
fa pronunciare nei suoi confronti le parole che sgorgano dal cuore, contro la
mia razionalità.."Ciao “Mamma” (!).. perdonami se Ti parlo così, forse Tu
non lo sai ancora - credo - perché ti
chiamo con tale titolo, ma tra 33 anni da oggi Tu lo scoprirai... eppure ti
dico un grazie che va al di la di questo momento, Ti prego capiscimi, questo
grazie che Ti pronuncio oggi, si concluderà tra ben 2009 anni, quando Tu - e
vedrai cosa succederà - su una colina
sassosa in un paesino di quella regione che si chiamerà Bosnia Erzegovina, alla
mia epoca. mi prenderai in braccio. Certo, avrò dimensioni ben maggiori
rispetto al Tuo Pargolo Divino allora, ma sarò pur sempre un bimbetto che
vagisce e che si abbandonerà a Te...". La Madonna non dice nulla.. mi
sorride nuovamente e con soavità mi invita a rivolgermi al Bimbo che nel
frattempo giocherella con un pezzetto di stoffa che cade dal vestito di
Maria... Come sempre è Maria che conduce a Gesù... ed ecco, anche in questo
caso nulla è cambiato... :-)
Torno a guardare il “bambino” da più vicino, confortato
dall'invito di Maria e mi inginocchio davanti a Lui e, con la Sua domanda che
ancora attende risposta... confortato dallo sguardo di Maria Gli dico:
"Non lo so Gesù se ti voglio bene,... ehm..ci sto provando.. Se penso a
quante vite di Santi ho avuto la grazia di leggere, San Francesco, San Pio e
tanti altri, Ti dico, ora ho solo voglia
di correre a nascondermi dietro quel bue che ti sta scaldando col suo fiato,
certo come sono che Lui ti ha riconosciuto più volte di me, nella sua vita
bovina, e di certo ti ha lodato di più di me nella sua esistenza..."..
Ragazzi, l'imbarazzo è immenso e la fifa regna... sono qui davanti a Dio nella
sua seconda veste più semplice dopo il pane, il corpo di un neonato.. ma è pur
sempre “il Cristo”, l'Unto di Dio, colui che – ben so - pronuncerà per me tra chissà quanto le parole
“Venite, Benedetti del Padre mio... oppure via da Me maledetti, nel fuoco
eterno e là sarà pianto e stridore di denti”!!!! cioè non so se vi rendete conto..
Ebbene che mi replica Lui ? .. “Ancora non ti fidi di Me ?
Non ti basta ciò che sto facendo in questo momento ? Tu lo sai figlio Mio che
cosa farò per te tra trentatre anni da oggi vero ? E so bene cosa pensi... se
hai paura di Me perchè hai insistito nel tuo cuore per incontrarmi di persona
questo Natale?” Ed io non posso che
replicare, inconscio dell'assoluto ed inaspettato regalo che mi sta facendo: “Gesù è vero, desideravo
conoscerTi ma, come dire, pensavo “da
grande”.. mi sono sempre immaginato il nostro incontro più in la negli anni,
come quando due amici si stringono dopo tanto tempo, insomma di abbracciarti io
uomo maturo e tu come sei in quel meraviglioso dipinto della Divina
Misericordia, sai quello della Tua figlia S. Faustina..” Lui emette un altro
vagito e mi dice internamente “Figlio, lo sai che Io solo detto i tempi, e per
te non è grandezza ancor maggiore il farti assistere ad un Dio che da poco si è
fatto uomo come te ? Guardami... Fino a nove mesi fa ero in un ricco palazzo
con gli angeli che mi lodavano, fino a pochi
mesi fa godevo della gloria della Corte Celeste, e guardami ora... qui
al freddo, al buio, confortato dalla sola luce di Maria e del giusto
Giuseppe... Pensa figlio a quanta solitudine mi attende dopo stanotte. Io pur
sempre vivo alla tua epoca, in quel pezzo di pane che sa d'Amore, eppure quanti
mi vengono a trovare nelle chiese ? Quante volte sono lasciato solo nei
tabernacoli mentre io vi attendo tutti ? Dove sono quei semplici pastori che,
tra pochi minuti, giungeranno qui in questa grotta x lodarmi ed adorarmi, nei
tuoi tempi ? E poi dimmi, dove sei stato tu per trentasei anni di vita mentre
Io sempre bussavo alla porta del tuo cuore? A questa domanda il gelo mi entra
nell'anima e ho solo il coraggio di replicare commosso con sguardo basso..
“Grazie.”; oramai quella mia linea difensiva che noi uomini chiamiamo
“ragionamento” è stata distrutta dalla semplicità di questo Bambino... e quindi
nella mia nudità continuo..“Grazie perché la Storia umana ha conosciuto questa
notte, una notte Santa che scrive in maniera sia umana che divina la parola
“Amore” nel nostro vocabolario di quaggiù, .. Signore grazie per un Amore così
radicale, geloso, possessivo, ostinato... e grazie perchè attraverso Tua Mamma
ci vieni a chiamare ancora.. ora siete pure in 2 presenti in maniera speciale
alla mia epoca! Sai, è vero, a Te ho
resistito, gonfio del mio orgoglio e reso cieco dal nemico... invece Lei mi ha
fatto cadere, nelle lacrime, in ginocchio. Nulla può, chi ha ancora un cuore
che batte, anche poco, contro il potere dell'Amore di Maria.” ...e Lui
sorridendo: “Figlio, questo nostro breve incontro è il mio regalo di Natale per
te e per tutti coloro che ascolteranno questo nostro dialogo. Fatemi nascere
ancora nel vostro cuore, figli miei, non lasciatemi solo al freddo nei
tabernacoli che mi attendono, pieno di amarezze, nella mia duratura Passione
dei tempi. Non scacciate l'Amore, non potete vivere senza, non vi ho fatti se
non per Me, fidatevi dell'Amore come io mi sono fidato di voi, sia in questa
Notte Santa, che in quel venerdì sulla Croce che mi attende ancora..”. Detto
questo mi fissa, mi sorride, guarda Sua Mamma, Le sorride ancor di più e chiude
gli occhi”. Questa letizia mi conforta, Maria mi sussurra “Si sta
addormentando”...La scena sta scomparendo ed ho solo il tempo per replicarGli: “Signore, oggi sono io il Tuo
primo pastorello che è venuto ad omaggiarti. Con cuore ho potuto viaggiare
indietro di 2011 anni, e ti ho trovato. Tra pochi giorni ti ritroverò in una
chiesa e, sono sicuro, ci saranno ancora Maria e Giuseppe li con Te in questa
Notte Santa. Auguri di buon compleanno mio Gesù, e grazie per il potere del Tuo
Amore che, alla faccia della nostra scienza, è unicamente capace di farci
viaggiare nel tempo di migliaia di anni per essere anche noi, tra pochi giorni,
pastorelli che Ti cercano per lodarTi e benedirTi”. Buon Natale a tutti voi
pastorelli del 2011 ! Max.
martedì 20 dicembre 2011
Poesia,questa è poesia...anche,per me...
Soloviev e la religione antropocentrica dei no global sotto la lente di Biffi
di Carlo Meroni
Non è affatto una sorpresa che il Cardinale Giacomo Biffi, durante gli esercizi spirituali al sommo pontefice e alla curia romana, abbia imperniato la sua riflessione sui profetici scritti di Vladimir Soloviev contenuti ne “I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo”. Già nel 1991, durante il Meeting di comunione e liberazione a Rimini, ebbe modo di tenere una appassionata lezione sul medesimo tema, e nel 2005 pubblicò addirittura con Cantagalli un volume dal titolo “Pinocchio, Peppone, l'anticristo ed altre divagazioni”, in cui viene ampiamente trattata anche la tipologia di anticristo rappresentata dallo scrittore russo. Come “Il padrone del mondo” di Robert Benson, “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley e “L'abolizione dell'uomo” di C.S. Lewis, “Il racconto dell'anticristo” fa parte di quei romanzi scritti nella prima metà del XX secolo, e capaci di anticipare incredibilmente i contenuti e la società della seconda metà dello stesso secolo, oltre naturalmente all'inizio del secolo attuale . Questi autori hanno scritto così lucidamente e dettagliatamente su questioni che oggi stesso noi siamo sul punto di dover affrontare, altre nelle quali ci siamo appena immersi, ed altre ancora per le quali una immersione già prolungata negli anni ci ha resi ormai assuefatti allo stesso malsano liquido che ci avvolge.
Il romanzo di Soloviev però rispetto agli altri può vantare una particolarità di non poco conto: è stato il primo, in quanto venne scritto attorno alla S. Pasqua del 1900, pochi mesi prima della morte del suo autore. Dopo aver fatto amabilmente colloquiare ne “i tre dialoghi” i suoi personaggi sul male e sulla lotta contro di esso sia in guerra che in pace, Soloviev mette tra le mani di uno dei personaggi (il Signor Z.) un vecchio manoscritto donatogli da un monaco e recante appunto questo “Breve racconto sull'anticristo”. Il Sig. Z., oltre che ai suoi compagni di salotto, lo legge così a tutti noi lettori. Già dall'inquadramento del contesto storico è incredibile leggere da uno scritto del 1900 che “il secolo XX sarà l’epoca delle ultime grandi guerre, delle discordie intestine e delle rivoluzioni... Dopo di che tutto sarà pronto perché perda di significato la vecchia struttura in nazioni separate e quasi ovunque scompaiano gli ultimi resti delle antiche istituzioni monarchiche..... Si arriverà così alla Unione degli Stati Uniti d’Europa”. Ma soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui Soloviev descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, cosa che a partire dalle rivolte giovanili degli anni '60 in nome di un individualismo egoistico, che da allora ha sempre più segnato l’evoluzione del nostro costume e delle nostre leggi, grazie al rifiuto di ogni tipo di autorità, e con la progressiva destrutturazione della famiglia nucleo della società, si è puntualmente avverata.
Ma se gli anni Sessanta e Settanta erano ancora carichi di confusione e polvere (anche da sparo...) creata dalla rivolta, e gli anni Ottanta sono serviti, con opposto disimpegno e varie futilità edonistiche, a far dimenticare quegli anni bui, dagli anni Novanta in poi è partita una nuova epoca. L'epoca dell'anticristo. Infatti, poco più di un solo decennio passato lasciandoci alle spalle le rivolte sessantottine, ci ha fatto credere che tutto il peggio fosse passato. E invece le forze che miravano alla distruzione del cristianesimo si stavano solo riorganizzando. Non con altre P38 e chiavi inglesi, ma molto più scaltramente ed approfittando dell'inebetito (dalla tv) uomo odierno, con doppiopetto e libri. Soloviev sapientemente raffigura nella icona dell’anticristo un personaggio affascinante e di ottima presenza che riesce grazie alle sue enormi doti di pensatore, scrittore, riformatore sociale a influenzare e a condizionare un po’ tutti. Inoltre viene descritto come un “convinto spiritualista”, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo. Infine, è anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa di dottore in teologia presso l'università di Tubinga. Soprattutto, si dimostra un eccellente ecumenista, capace di dialogare “con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”.
Ma Soloviev ci ricorda però che quest'uomo “credeva nel bene, nel Dio, nel messia... ma non amava che se stesso”. In lui non è difficile ravvisare l’emblema della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni, più antropocentrica che cristocentrica, vissuta da un uomo che è stato capace di scalare le più alte vette della scienza e della tecnica ma che non riesce a scendere pochi centimetri nel profondo del suo cuore per trarne valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Valori che sono vissuti correttamente solo se chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia. L'anticristo invece avversava il “moralismo” che a suo dire era stato portato da Cristo, non accettava l'unicità di Cristo e soprattutto non poteva ammettere in alcun modo la verità del sacrificio della croce, la morte e soprattutto la Sua resurrezione in corpo e spirito. Egli, che nel frattempo viene chiamato da Soloviev “superuomo”, riesce a convogliare a sé un numero sempre maggiore di persone, e promettendo loro la pace universale e la prosperità per tutti, diviene prima presidente a vita degli stati uniti d'Europa, e poi assume il titolo di imperatore romano e regnante assoluto.
L'uomo sembra aver trovato un nuovo Eden, ma un piccolo gruppetto di cattolici, ortodossi e protestanti riusciranno ad obiettare all’anticristo, poco prima della lotta finale: “Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo”. Ecco quindi il punto sul quale il Cardinale Biffi, mediante Soloviev, vuole accendere le nostre riflessioni: stiamo correndo il rischio di avere un Cristianesimo annacquato che mette tra parentesi Gesù con il suo sacrificio per noi, la passione e resurrezione. E' naturale, come si è visto per la recente polemica sui DICO, che dei cristiani buoni per essere accettati in salotti e trasmissioni televisive sarebbero certo meno scomodi e ben più inseriti nella odierna società. Ma così si perderebbe il fine, che è sempre e solo Gesù e la sua realtà sconvolgente di Dio fatto uomo, morto per noi e risorto dalle tenebre per indicarci via verità e vita. Cristo non vuole farsi coinvolgere solo in una serie di buoni progetti o iniziative omologabili con la mentalità dominante, ma vuole tutto il nostro essere proprio come un amante appassionato. Ecco perchè, come ricordava Benedetto XVI, l'amore di Cristo per noi è un impasto di agàpe ed eros. C'è l'amore oblativo, ma c'è anche quello che attira l'amato verso di sé e ne è geloso. Ci sono valori come la solidarietà, l’amore per la pace, il rispetto per la natura, la disponibilità al dialogo con l'altro, che se assolutizzati sradicano o perfino si contrappongono all’annuncio della salvezza datoci da Cristo, pervertendosi così in istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della salvezza stessa. Ad esempio il pacifismo e la non-violenza, erroneamente confusi con gli ideali evangelici di pace e di fraternità, finiscono con l’arrendersi alla prepotenza, lasciando senza difesa i deboli e gli onesti.
Se il cristiano quindi, per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, preclude la sua connessione personale con Gesù, si ritrova dalla parte dell’anticristo. Ecco spiegato perchè i nostri politici sono stati ultimamente così contestati dalle gerarchie ecclesiali: il loro soggettivismo morale, che li induce a ritenere che sia lecito e perfino lodevole assumere in campo legislativo e politico posizioni differenziate dalla norma di comportamento alla quale personalmente ci si attiene, non è altro che la norma attuata dal “superuomo” di Soloviev. Mentre invece Gesù ci ricorda “non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa” (Mt 10, 34). ed ammonisce: “se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita" (Gv 6,53). Parole che avevano suscitato sconcerto tra i suoi discepoli. E commentando questo passo evangelico, Benedetto XVI riprende: “Di fronte al mormorio di protesta, Gesù avrebbe potuto ripiegare su parole rassicuranti: ‘Amici – avrebbe potuto dire – non preoccupatevi! Ho parlato di carne, ma si tratta soltanto di un simbolo, ciò che intendo è solo una profonda comunione di sentimenti’. Ma no, Gesù non ha fatto ricorso a simili addolcimenti. Ha mantenuto ferma la propria affermazione, tutto il suo realismo, anche di fronte alla defezione di molti suoi discepoli (Gv 6,66). Anzi, egli si è dimostrato disposto ad accettare persino la defezione degli stessi suoi apostoli, pur di non mutare in nulla la concretezza del suo discorso: ‘Forse anche voi volete andarvene?’ (Gv 6,67), ha domandato. Grazie a Dio, Pietro ha dato una risposta che anche noi, oggi, con piena consapevolezza facciamo nostra: ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna’ (Gv 6,68)”.
Concludo con la stupenda e veritiera definizione che lo stesso Cardinal Biffi ebbe per il grande scrittore russo Vladimir Soloviev: “Appassionato difensore dell’uomo e allergico a ogni filantropia; apostolo infaticabile della pace e avversario del pacifismo; propugnatore dell’unità tra i cristiani e critico di ogni irenismo; innamorato della natura e lontanissimo dalle odierne infatuazioni ecologiche: in una parola, amico della verità e nemico dell’ideologia. Proprio di guide come lui abbiamo oggi un estremo bisogno”.
http://www.magna-carta.it/node/1328
domenica 18 dicembre 2011
Da Max:affondo (2)
Però attenzione a questi 2 "pensieri" di cui vi ho parlato all'inizio e che mò vi svelo: "Perciò ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore" (Os. 2,16) e ancora ..."Ecco io sono alla porta e busso, se uno dando ascolto alla mia voce apre la porta io entrerò da lui e pranzerò con lui e lui con me" (Ap. 3, 14-20).
Noi ci siamo mai stati nel deserto ? No ? Sicuri ?
Non si parla ovviamente del deserto in senso fisico ... ma del deserto nell'anima... o quanti viaggi di sola andata si fanno quotidianamente in questo deserto e non ce ne rendiamo conto...
Se tu hai le orecchie abituate alle cose del mondo, sarai sempre avvezzo ad ascoltare le cose del mondo.. Ora, la voce del Signore, è una voce che non appartiene al mondo; è venuto nel
mondo ma non è del mondo, e come ben sai leggendo Giovanni, nemmeno tu, se ti proclami Suo "fan", sei del mondo.
E allora ? Azzittisci il mondo. Prova a stornare il suo volume sullo zero. Sei nel deserto ? Ok, perchè ti è capitata questa cosa ? per un fallimento finanzairio, familiare, affettivo ? Nel deserto oggi ci sei e basta... e nel deserto, sebbene non ci sia in apparenza nulla, nè gioia, nè distrazioni.. aridità, solitudine e sofferenza, ecco, proprio lì puoi fare un incontro particolare.
Giù in ginocchio ragazzo mio, e mano al cuore; già, Gesù è uno che bussa sempre, ma con il volume a mille del mondo tu non lo sentirai MAI... e quindi dove incontrarlo se non nel deserto ?
E' li in mezzo alla polvere della tua multiforme sofferenza, la quale richiama la terra del tuo Golgota, che trovi questo Signore, lì, proprio davanti a te, e per di più a braccia spalancate che ti stà gridando "schiodami da questa croce sulla quale la tua freddezza mi ha inchiodato, Io solo col mio Amore ti posso cambiare, abbandonati a chi unicamente ti può condurre fuori da questo deserto di dolore...ti ho talmente amato da bussare da quando sei nato alla porta del tuo cuore senza arrendermi mai, fiducioso che prima o poi l'Amato del mio cuore (Cantico...) mi avrebbe aperto".
Insomma abbi il coraggio una buona volta di resettarti come fai quando windows ti impalla il pc !!!!
Cos'hai da perdere? vivi già nell'illusione, fidati, il burattinaio nella sua perversità è stato molto bravo ad ingannarti per molti anni della tua vita... c'è il deserto ora... vivilo, apprezza il suo silenzio, li, lontano dai rumori e dalle feste del mondo, dalle luci accecanti e dalle vie larghe che non soddisfano mai; lo so, forse ti sentirai spaesato all'inizio, ma proprio li, se presterai attenzione, se non ti farai prendere dal panico, sentirai una voce nuova...la voce del tuo Signore,
E non pensare in questo momento "beato a questo mondo chi sta bene"... tutte "stupidate" per non di dire di peggio! A questo mondo non si può stare bene, nel senso “autentico” del termine. Ficchiamocelo in testa una volta per tutte. Possiamo avere solo “un anticipo” dello star bene. Dopo il peccato originale l'uomo non sta più bene e la sua vita è diventata una efferata lotta di appartenenza...tant'è vero che ”Chi non è con me è contro di me" (Lc. 11,14) diceva Qualcuno, e non esistono posizioni mediane.
Chi pensa di star bene - tu sta tranquillo - è messo molto peggio di te... staremo bene solo dopo la liberazione di questo mondo dal maligno che parrebbe, ci auguriamo, prossima, dopo i segreti di Medjugorje. In tutti i modi, intervento sopranaturale a parte, non siamo polli da cortile che basta che becchino il granello per poter dire "oh sto bene, sono sazio!".. no! Abbiamo un'anima a differenza dell' illustre ruspante nominato!!!
Tu per lo meno ti stai accorgendo che qualcuno sta bussando alla porta del tuo cuore, li, nel tuo deserto; lui, l'altro, il fan del comune volatile padano, è ancora assordato dal caos del burattinaio che gli porrà al collo, oggi come ieri, qualche nuovo guinzaglio per fargli credere di essere libero, quando in realtà costui è il primo cane randagio in cerca del nuovo padrone di turno da seguire...
Quindi come si può non amare chi ti ha attirato nel deserto per parlarti ? Per liberarti da quei guinzagli, da quelle croci così pesanti che spesso ti sei autoimposto ? Come si può non amare chi è stato per anni alla porta del tuo cuore ad attendere un tuo "Chi è che bussa? Avanti... "... coraggio, dagli solo una chance di presentarsi, di farsi conoscere.
E poi preparati alle più grandi meraviglie, ad essere cambiato, a sentirti qualcuno di nuovo, di appena nato anche se hai 80 anni! Sorridi amico mio perchè mai cosa fù più vera di quanto il buon S. Paolo ci ricorda: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).
E se comunque vuoi un aiuto a riconquistarti la tua libertà, affidati a Maria SS, vai a Medjugorje e li troverai una Mamma unica che ti aiuterà ad apprezzare e ringraziare quel deserto in cui sei stato posto, perchè quando ne uscirai, e se ti affidi a Lei, ne uscirai,...non sarai mai più solo e saprai riconoscere Chi ti ha posto in quel deserto per farti ritrovare la chiave di quel cuore - il tuo -
che il mondo ha sempre calpestato, ma per il quale quel Gesù che appena conosci, ha sempre lottato, anche pagandolo a caro prezzo col Suo Sangue, e lotta tutt'oggi per esso, anche in questo momento mentre stai leggendo queste parole.
Con questo passo e chiudo. Vi saluto e, ringraziandovi per la vostra pazienza messa severamente alla prova nell'ascoltare i pensieri di questo neonato della fede, al quale il buon Paolone permette ogni tanto di vagire qualche versetto sul suo blog...vi do appuntamento alla prossima.
Sia sempre tutto a lode e gloria del Ns. Signore Gesù.
Max.
Da Max:preambolo(1)
“Due pensieri sul deserto”
Ciao Carissimi, dopo tanto ritorno con questo breve
intervento sul blog del Paolone, giusto per esprimere due idee che ultimamente
sto vivendo e apprezzando.
In un mondo, che palesa una società sempre più caduca, tra
mille problemi, si perde sempre di più la bussola e capita di incontrare tanta
gente che è smarrita e non sa come trovare il bandolo della matassa.
E anche quando costoro si reputano "pecorelle da
pascere", bastano talvolta 2 minuti di colloquio per rendersi conto che ci
sono molti buchi in quel recinto...
E allora come si può cercare di vivere “benino” oggidì? Vi
evito dissertazioni e declamazioni bibliche; già quelle le sapete tutti... ma a
che serve averle studiate se poi state
ancora male ?
Bene, iniziamo da qui: c'era un "tipo molto
interessante" di nome "Azaria" (che invero non è il personaggio
biblico del libro di Daniele, ma,.. ehm...era l'angelo custode di Maria
Valtorta (!) che nel commentare l'epistola di Paolo ai Romani diceva qualcosa
del tipo... "La Sapienza s'impara più PER AMORE che per istruzione"
(Rm.57).. Chissà che voleva significare ?..
E' indubbio che, come sempre, se non c'è VERO AMORE per
l'Amato, sarai sempre un bel recipiente vuoto, ed il Buon Gesù quante ne ha
dette ai farisei in merito (cfr. es. Mt.23,27).
Orbene, avendo iniziato a capirci qualcosa da solo 2 anni a
questa parte, e solo grazie alla mano del Candido Giglio del Paradiso, nella
mia millantata dote di "ultima ruota del carro", sull'onda, ed a
conferma di quanto l'"essere celeste" ci ha ricordato, vi invito a
leggere queste parole meravigliose di S.Paolo:
"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli
angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo
che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i
misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da
trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio
corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi gioverebbe.".
Così San paolo ai cristiani di Corinto. Quindi Se una persona afferma di essere
credente, ma non fa alcuna opera buona nella sua vita, non si fa guidare
dall'Amore, allora è probabile che non abbia la fede genuina in Gesù, che non
lo ami, Costui infatti è Amore vivente ed OPERANTE (cfr. Giacomo 2:14,17, 20,
26).. pertanto qualcosa non funzia come dovrebbe funzionare.
Anche andare a messa o dire mille rosari, se la lettera
della parola io la lascio la in chiesa quando esco e non la vivo, non la
interiorizzo, serve a ben poco, e sapete perchè ? Perchè sarei in pratica come quel fidanzato che ascolta la
propria fidanzata solo per farla parlare ma che in realtà pensa "si, si
... parla parla, ti do il contentino perchè ti ascolto adesso, però tanto
faccio poi quel che voglio.."
Ed è Amore questo ?... Il brano di Paolo citato prosegue
definendo l'Amore. Ad un certo punto dice:"L'amore è paziente, è
benevolo;l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si
comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non
s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con
la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni
cosa. L'amore non verrà mai meno"(1 Cor 13,1-13).
Attenzione tra tutto: "l'AMORE non cerca il PROPRIO
INTERESSE"!!! Quindi come posso pretendere di dire Gesù ti amo o Maria ti
amo, o anche Giovanna ti amo o Roberto ti amo se non so distaccarmi dal
"mio interesse" per cercare la felicità dell'amato/a ? Solo se ami il
Signore veramente (verbo DARE, non solo PRENDERE!) allora costui ti riempirà
della Sua luce e la Sua parola vivrà nel tuo cuore! e così.. "Se uno mi
ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie
parole" (Gv. 14,23)... parola e basta ? Dice forse "chi ascolta la
mia parola prenderà un premio e tanti saluti, alla prossima?” No
"parola" è legata all' AMORE! .. se mi ami ascolti e vivi con il mio amore,
del mio amore, nel mio amore che ti do tramite la mia Parola...Io verrò a te,
mi unirò a te, vivrò in te, ti trasformerò, perchè a quel punto me lo
permetterai, perchè solo Io conosco cosa è bene per te; non pensare di fare il
malato che suggerisce la cura al medico sai?! così continui a vivere nelle tue
miserie, seppur di apparente cristallo...ma Io, se mi vuoi, non ti lascierò mai
in miseria...sei mio figlio e ti curerò per ME (1) e poi (2) anche per tutti
gli altri che condivideranno il tuo cammino.
Quindi a che serve partecipare a gruppi carismatici se io
prima canto in lingue e poi mando a quel paese il vicino perché il suo
gatto mi ha graffiato la porta ?
Coerenza ragazzi miei, "Se diremo di essere in comunione con Lui ma
camminiamo nelle tenebre, siamo mentitori" (1 Gv. 1, 6)!
Certo seguire questa coerenza è compito tutt'altro che
facile. Stop. Concetto chiarissimo. Bravo Max, hai speso una trentina di righe
per scrivere quanto già tutti conoscono... ergo ?
Andiamo avanti e vediamo come si può provare a tradurre la
fede in opere e quindi seguire la Parola, leggasi: perché amo il mio Gesù, ergo
a vivere “benino” anche in questo folle mondo.
Siete d'accordo con me che la fede nasce dall'Amore? Anzi,
forse la fede è proprio la forma più alta di Amore! Se uno non conosce chi
dovrebbe amare, non lo amerà mai.. giusto?
E quindi ? E quindi come si fa a conoscere e ad amare Gesù ?
Si legge la Parola.
Bene, anche gli "atei" o "persone che non
hanno ancora conosciuto l'Amore di Dio" (come li definisce la Gospa a
Medjugorje per evitare giudizi) conoscono la Bibbia, quindi, come anzidetto,
siamo punto e a capo.
venerdì 16 dicembre 2011
Testimoni!
Ascoltateli!
giovedì 15 dicembre 2011
Ho scoperto il "Troisi cattolico"
Speriamo che la Gialappa's non infierisca...
mercoledì 14 dicembre 2011
Pregate per lei?
Pregate,voi che sapete farlo più e meglio di me ,per la sua salute.
martedì 13 dicembre 2011
A Trento, come ai tempi di Erode
di Francesco Agnoli
12-12-2011
A Trento, come in tante città d’Italia, venire concepiti è sempre più un rischio ed una colpa. Che si paga con la morte. Ne hanno parlato anche i quotidiani nazionali. Una giovane ragazza trentina di sedici anni, incinta, è stata spinta dai genitori ad abortire. Nonostante fosse fortemente determinata a tenere il bambino. Nonostante fosse, secondo i quotidiani locali, molto “innamorata” del suo fidanzato.
I genitori sono addirittura ricorsi al Tribunale dei Minori, affinché l’eliminazione cruenta del nipote fosse ingiunta dall’autorità. Imposta con la violenza.
Dopo aver resistito con le unghie e con i denti, la povera ragazza, è capitolata e “ha deciso”, non certo spontaneamente, di abortire.
Innumerevoli sono le riflessioni che nascono di fronte ad un simile fatto drammatico.
Partiamo dalla meno importante: quel figlio è stato ucciso anche perché i suoi nonni non potevano accettare il fidanzato della figlia. Un ragazzo albanese. “Omicidio per motivi razziali?”, si domanderà qualcuno. Non importa: nessun professionista dell’antirazzismo si è sentito in dovere di protestare. L’aborto è ormai un bene senza se e senza ma.
Andiamo ora al cuore della vicenda. La cultura abortista si è sempre nascosta dietro il principio dell’autodeterminazione delle donne. L’autodeterminazione è oggi un sacro dogma intoccabile, ma a senso unico: può uccidere suo figlio, la madre che lo vuole; può far uccidere sua figlia, il padre che lo desidera, in nome di una presunta volontà della stessa, espressa a parole, in età adolescenziale.
Ma nessuno alza un dito per proteggere l’autodeterminazione di una ragazza che vuole tenere il bambino, e che viene incalzata, assediata, violentata nella sua libertà, da chi vuole costringerla a divenire il boia della sua creatura. Pro morte, la nostra cultura, sempre; pro vita, mai.
L’autodeterminazione è dunque una truffa: non solo perché non esiste il diritto di nessuno a negare la vita del suo prossimo, in nome della propria presunta libertà; ma anche perché la verità dell’aborto è che quasi sempre la donna che vi ricorre lo fa “costretta”: costretta dalle circostanze; dalla spinta di genitori, compagni, mariti; dalla freddezza e dall’insensibilità di chi la circonda; da problemi economici; da una cultura ingannatrice che le nasconde la natura del bambino, la drammaticità del gesto con cui viene ucciso, e le conseguenze future per la propria psiche e la propria vita. Ma a nessuno interessa rimuovere queste cause, queste costrizioni. A nessuno interessa l’autodeterminazione, quando è per il bene.
Il Nemico del genere umano, del resto, offre sempre, sotto il nome della “libertà”, solide e terribili catene.
Un’ultima considerazione, per un cattolico la più amara. Di fronte alla ragazza che difendeva la vita del figlio, non si è levata alcuna voce autorevole: un convento che si offrisse di tenere il bambino; un sacerdote che ricordasse la verità e invocasse compassione... (solo il rappresentante del Movimento per la Vita si è reso disponibile).
Nulla di nulla. Anzi, il direttore del settimanale diocesano trentino, “Vita Trentina”, ha dichiarato: “E’ un caso amaro. Una maternità che parte da uno stato di sofferenza così grande non parte bene. La Chiesa non può certo dichiararsi a favore dell’aborto, ma capiamo l’enorme difficoltà della famiglia e crediamo che in questa storia vadano sorretti tutti, la ragazza e i suoi genitori”. Dichiarazioni, queste, che dimostrano non solo una mancanza di fede, ma anche un assoluto disprezzo del buon senso e dell’uso della ragione. Infatti il direttore del settimanale diocesano ha anzitutto, per prima cosa, stigmatizzato una maternità, difficile quanto si voglia. Come se non fosse un valore in se stessa. Come se, qualunque sia il modo in cui è nato, ogni uomo non fosse per sua natura degno di rispetto.
Poi, dopo una frasetta di circostanza, quasi d’obbligo (tributo al mestiere che fa), ha dichiarato molto convintamente di “capire”, cioè di condividere, la scelta per la morte; infine con un equilibrismo degno di Ponzio Pilato e don Abbondio messi insieme, ha elegantemente omesso di citare il bambino (vanno aiutati “tutti, la ragazza e i suoi genitori”), dato ormai per spacciato o per inesistente, e ha invitato invece a sorreggere i genitori, cioè la loro volontà di costringere all’aborto, e, nello stesso tempo, la vittima, la figlia costretta ad abortire contro voglia. Come sorreggere quest’ultima, non è stato detto. Non era, è chiaro, un pensiero impellente, per il bravo direttore diocesano. Eppure, dire una parola all’intervistatore non era difficile; eppure, si poteva senza grossi rischi testimoniare la verità; eppure si doveva provare ad offrire un soccorso vero, magari anche solo indicando ai genitori e alla ragazza una via diversa: la possibilità di partorire il bambino e di renderlo adottabile. Ma le idee, gli sforzi per fare il bene, quando il cuore è altrove, non vengono.
Salvaci tu, Gesù bambino, dalla banalità del male. Dai nonni che spingono i genitori ad uccidere il “piccolo albanese” che vive in loro figlia. Dai cattolici che hanno perso ogni anelito al Bene ed alla Giustizia, e che ragionano come il mondo. Dai cattolici che non sanno vederti, in quel bambino ucciso barbaramente, come ai tempi di Erode.
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-a-trento-come-ai-tempi-di-erode-3872.htm
Un bel paio di Nobel a Martin Hudáček ?
Il 28 ottobre 2011, nella località Bardejovska Nova Ves, in Slovacchia, è stato inaugurato il monumento del bambino non nato di un giovane scultore di questo paese: Martin Hudáček. L’artista è di Banska Bystrica, al centro della Slovacchia. Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato il ministro della Salute slovacco, MD. Ivan Uhliarik.
Il monumento non solo esprime il rammarico e il pentimento delle madri che hanno abortito, ma anche il perdono e l’amore del bambino non nato verso sua madre. L’idea di realizzare un monumento ai bambini non nati è stata di un gruppo di giovani donne (Movimento di Preghiera delle Mamme), madri che sono consapevoli del valore di ogni vita umana e dei danni che si infliggono, non solo nella perdita irreparabile dei bimbi non nati, ma per il declino permanente della salute mentale (e a volte fisica) di ogni donna che decide, spinta da diverse situazioni, ad abortire suo figlio.
lunedì 12 dicembre 2011
"Mostri contro alieni"...
Ma la cosa forse più bella è l'espressione dell'intervistatrice "sconvolta" da quello che sente dire.Niente spiritualismo,niente cuoricini,una testimone(la professoressa),la ragione(la provocazione della professoressa),la libertà di riconoscersi in errore,conversione e per grazia di Dio il cambio di vita.
venerdì 9 dicembre 2011
8 dicembre,Montichiari,Maria Rosa Mistica,una piccola Medjugorje
Ieri era l'8 dicembre e volevo festeggiarlo come si deve,non certamente in giro per centri commerciali e nemmeno timbrando il cartellino ad una Messa qualunque o forse anche meno.Montichiari,Maria Rosa Mistica era la metà,unica e senza alternative,perchè? E che ne so io,dal giorno prima avevo chiaro in testa che saremmo andati lì.Sapete,forse sapete,io sono molto conciliante ed aperto al dialogo,quando mia moglie ha detto che aveva tante cose da fare,anche di lavoro,l'ho capita,ho preso in considerazione il suo punto di vista,ho valutato e deciso che era Montichiari e non c'erano margini di manovra.Poi dicono che sono prepotente...
Organizzazione perfetta,siamo arrivati alle 15.30 con mezz'ora di anticipo sulla Messa che è fissata per le 16,la giornata è splendida com'è giusto che sia.Sceso dalla macchina quella bellissima sensazione di pace,come un celeste bentornato,ma non sono molto mistico,registro la piacevole sensazione e compiaciuto proseguo il santuario ci aspetta.Non faccio a tempo a contare tre passi che mi pare di notare una faccia conosciuta,mi avvicino ed è lui,a dir la verità non ne ricordo il nome,ma è un amico di Lozio del RnS se non ricordo male,chi l'avrebbe detto,proprio qua e in mezzo a tutta sta gente.Anche la signora che è vicino a lui non mi è estranea,anche lei ha qualche nesso con Lozio,non ci vuol molto a ricordare è una di quelle sante donne con pesanti problemi spirituali conosciute là.Qualche scambio di parole,saluti,mi racconta della mattinata,della processione e del sole che pulsava.Penso,che stress,anche qui?Liquido la cosa tra me e me con un sarcastico," beh del resto è del rinnovamento",un bacio,a lei soprattutto,non sei sola e il tuo combattimento e inimmaginabile,Dio ti benedica.Questo è il segno più bello.Come essere tornati a casa,al mio posto,tra i miei fratelli e sorelle,che benedizione.Gongolo e siamo appena arrivati,i bimbi li lascio al parcheggio,il prato è vasto e possono giocare un po' a pallone liberamente prima dell'inizio della Messa.C'è il rosario,c'è tanta gente ma è vivibile,il posto come sempre è molto bello,curato,accogliente,ordinato,al termine una serie di preghiere,non ho il foglietto e fatico a seguire,poi si aprono i cieli,il sacerdote inizia ad elencare insieme ai fedeli i dieci comandamenti,i peccati mortali,i sette vizi capitali e non ricordo cos'altro.Sono sorpreso non mi è mai capitato di sentirlo prima di una Messa eppure è così intelligente,umano ed educativo,sembra superfluo,ma siamo sinceri in quanti ci ricordiamo anche solo i 10 comandamenti in ordine,ma volendo anche a caso,il ripeterli insieme aiuta a ricordarli,ad averli in mente,tipo il vecchio catechismo che veniva imparato a memoria.Touchè!Inizia la liturgia,niente complessini tipo SanRemo,si cantano canti un po' datati ma sempre efficaci e cantano tutti.Poco prima delle letture il celebrante invita tre fedeli a leggere,spiega loro in pochi secondi cosa stanno per fare e come farlo poi li benedice.Chapeau!Arriva la temuta omelia ma il celebrante ha già guadagnato tanti di quei punti che può permettersi di perderne qualcuno.Ma quando mai,si conferma un grande,semplice,nei tempi giusti,è come un direttore d'orchestra,sono,siamo,tutti in silenzio ad ascoltare,bel tipo,averne...il Padre Nostro ci chiede, spiegando il perchè ,di recitarlo tenendoci per mano,un istante prima della Comunione in modo chiaro e sintetico spiega la condizioni necessarie per ricevere l'Eucaristia,mai sentito,sto per mettermi a fare la hola da solo,tutto procede in modo ordinato ed in silenzio,sembra quasi che sia una cosa seria,non è Medjugorje ma insomma.Al termine della celebrazione c'invita ad un ultimo canto alla Madonna:"Siam peccatori ma figli tuoi Immacolata prega per noi...",ci chiede al ritornello di cantare alzando le braccia e come non obbedirgli e com'è cantato l'inno,una voce sola,forte e commossa,suggestione? Non credo.Qua è riunito un popolo.
Non posso non andare dal sacerdote a chiedergli chi è,devo saperne il nome.Don
I bambini hanno freddo e torniamo quasi subito alla macchina,alzo gli occhi e non capisco se è il sole o la luna,ovunque è buio difficile che sia il sole,ma la luna non splende così,è molto vicina ed ha come un'aureola molto ampia tutt'attorno,mai vista così,sorprendente,la foto non da l'idea.Non sono un metereologo,il cielo è assolutamente sereno,fatico a non considerarlo un segno dell'eccezionalità della giornata.Liquido la cosa tra me e me con un "beh,sarò del rinnovamento"...ma poche centinaia di metri più in là la luna torna alla sua dimensione normale e dell'aureola non c'è più traccia.
mercoledì 7 dicembre 2011
martedì 6 dicembre 2011
Il GATTO! Concerto confessione
E' per grazia di Dio che ho l'onore di ospitare,col suo permesso,don Giancarlo Gatto in una sua interpretazione da brivido.Lo spettacolo lo fa l'uomo,la sua umanità,vera fino a commuovere.Se mi capita la prossima estate voglio andare a trovarlo,lo metterò nella schiera di quelli che davanti a San Pietro userò come scudo:"se il buon Dio mi ha fatto conoscere tutta sta gente splendida e più di tanto non sono riuscito a fare, vuol proprio dire che non mi era possibile fare di meglio." Forse è anche questa la comunione dei santi,per i meriti loro,degli amici grandi,le porte del Paradiso si schiuderanno anche per me.
Grazie don Giancarlo
domenica 4 dicembre 2011
Il bis lo meritano JESUS CULTURE !!!
JESUS CULTURE!!!