In relazione al dibattito intorno a una legge sul fine vita, Comunione e Liberazione condivide le
ragioni più volte espresse dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e rese ancora più
attuali dopo la morte di Eluana Englaro: «Il vero diritto di ogni persona umana, che è necessario
riaffermare e garantire, è il diritto alla vita che infatti è indisponibile. Quando la Chiesa segnala che
ogni essere umano ha un valore in se stesso, anche se appare fragile agli occhi dell’altro, o che sono
sempre sbagliate le decisioni contro la vita, comunque questa si presenti, vengono in realtà
enunciati principi che sono di massima garanzia per qualunque individuo» (Prolusione al Consiglio
permanente della Cei, 26 gennaio 2009).
Lo stesso Benedetto XVI, nell’Angelus del 1° febbraio 2009, ha ricordato che «la vera risposta non
può essere dare la morte, per quanto “dolce”, ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il
dolore e l’agonia in modo umano».
Per questo, di fronte alle polemiche suscitate da ambienti laici e anche da cattolici, restano per noi
valide le preoccupazioni del cardinale Bagnasco e della Cei sulla necessità di «una legge sul fine
vita, resasi necessaria a seguito di alcune decisioni della giurisprudenza. Con questa tecnica si sta
cercando di far passare nella mentalità comune una pretesa nuova necessità, il diritto di morire, e si
vorrebbe dare ad esso addirittura la copertura dell’art. 32 della Costituzione».
Chi si impegna in politica secondo ragione può trarre da queste preoccupazioni della Chiesa uno
sguardo più vero alla vita degli uomini, nel difficile compito di servire il bene comune.
l’ufficio stampa di CL
Milano, 26 febbraio 2009.
Nessun commento:
Posta un commento