Vecchio molo e passi nell'attesa
foschia di lenta paralisi nel desiderio di te.
Piatto lo specchio e fermo e gelido, non so se sapere o non
sapere sia meglio qualcosa pur sarà di questa lotta.
Disagio nel succedersi dei giorni, delle ore, dei minuti,
legato ad un ombra la cui luce sempre più flebile s'allontana tendendomi la mano debole.
martedì 11 ottobre 2016
Ancora ( Un' altra poesia )
Il silenzio delle 02.00 e di noi due... un silenzio pesante e disperante
fa freddo adesso, come quelle sere in cui il tuo calore mi riempiva il cuore, in cui nasceva l'amore.
E sei lontana, come mai, dalle mie braccia, in questa notte ormai letale come una freccia
quanti sbagli, quante incomprensioni e quanto bene nelle nostre canzoni.
Abbiam lasciato passare troppo tempo ed il tempo non torna mai, nemmeno tu tornerai
rimango qui a farmi male senza voglia, quel divieto... il fuoco, la paglia...
fa ridere, se non fosse che fa maledettamente male, quell'assurdo divieto d'amare.
Tutto finito, tutto abbandonato senza difesa , come un'illogica pretesa, senza lotta come qualcosa usa e getta,
ma nel fondo dei miei occhi i tuoi occhi, per sempre incisi nell'anima sciolti in una lacrima.
Ti devo lasciar andare mio angelo, angelo mio, mio dolce sospiro, perché tu lo vuoi, perché non ho più respiro
ti devo lasciar andare perché come il più bel fiore non può vivere senza calore cosi è per l'amore.
Arrivederci infinitamente dolce mio cuore.
Chiedo infinitamente scusa a Paolo Morelli per aver indegnamente accostato i miei balbettii alla sua poesia.
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