martedì 26 luglio 2011

catto - frullati,o :la politica del volemose ben...


Partito dei cattolici, troppi equivoci


di Marco Invernizzi26-07-2011


C’è fermento, e un po’ di confusione, nel mondo cattolico dopo l’appello di Benedetto XVI all’impegno politico da parte di laici preparati. C’è stato un libro dell’arcivescovo di Trieste mons. Gianpaolo Crepaldi, che ha avuto il merito di portare il discorso sulla centralità dei principi non negoziabili rispetto agli schieramenti e ad altri aspetti secondari.

Poi sono venuti gli incontri fra parlamentari cattolici, associazioni e movimenti, un Manifesto per la buona politica e per il bene comune del “Forum delle persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”, sostenuto da Cisl, Cdo, Mcl, Acli e altre realtà, un convegno nel quale il vescovo Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio giustizia e pace, ha invitato i cattolici a valutare l’ipotesi di un partito di ispirazione cristiana, come si legge su qualche agenzia di stampa. Da ultimi, una importante intervista del rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi da parte del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, domenica scorsa, e ieri l’editoriale del Corriere della Sera di Ernesto Galli della Loggia.




L’agitazione risponde a un quadro politico in fibrillazione, dove tutto sembra preludere alla fine del ciclo segnato dalla figura di Silvio Berlusconi e nel quale, dicono i protagonisti di questi incontri, i cattolici non vogliono farsi trovare impreparati. Ma preparati a far che cosa, ci permettiamo di chiedere? Nonostante tutti dicano di non essere nostalgici della Dc, poi alla fine tutti fanno riferimento quasi esclusivamente al partito di ispirazione cristiana che ha contrassegnato ininterrottamente i governi della Prima repubblica. E qui sorge un primo problema, che è storico e culturale prima che politico-partitico, e riguarda la presenza dei cattolici nella storia dell’Italia moderna.

Una presenza che non comincia con la Dc e non si esaurisce nella Dc. Per decenni i cattolici italiani, dopo l’Unità, organizzarono il Paese reale costruendo un’articolazione sociale che ancora oggi rimane in parte nel corpo della nazione. Fu la stagione dell’Opera dei Congressi. Poi, nel 1913, i cattolici diedero vita alla prima alleanza di tutti i moderati promuovendo il cosiddetto Patto Gentiloni, un’alleanza elettorale in funzione antisocialista. Quindi, dopo la parentesi fascista che vide il movimento cattolico in una posizione subalterna, ritornarono protagonisti nelle elezioni del 18 aprile 1948, con i Comitati Civici e l’Azione Cattolica impegnati in modo determinante nel sostenere il gruppo di notabili stretto attorno al segretario Alcide de Gasperi, appunto la Dc di allora.

Solo dopo il 1954, la Dc divenne in qualche modo autonoma dal mondo cattolico, e non sarà la stagione migliore, perché il processo di secolarizzazione andrà avanti sempre con la Dc al governo, non sempre impegnata nell’opporsi alla scristianizzazione come sarebbe stato auspicabile. La clamorosa firma di tutti i ministri democristiani e del Presidente della Repubblica alla legge 194 è la conferma di una complicità che privilegiò l’arroccamento al potere alla denuncia pubblica del male. Poi la Dc crollò con la Prima repubblica negli anni Novanta, ma i cattolici non uscirono di scena, pur essendo diventati nel frattempo una minoranza nel Paese, come avevano confermato i referendum su divorzio e aborto nel 1974 e nel 1981.

Sollecitato soprattutto dal pontificato di Giovanni Paolo II, e in particolare dal celebre discorso di Loreto del 1985, il mondo cattolico italiano conobbe una nuova stagione, quella di un protagonismo soprattutto culturale, che lo vide impegnato senza la mediazione del partito, per esempio in occasione del referendum sulla legge 40 o del Family Day. Fu l’epoca in cui il mondo cattolico italiano era guidato dal card. Camillo Ruini che, nella veste di Presidente dei vescovi, cercò di calare nella vita pubblica del Paese l’insegnamento magisteriale del Papa polacco.

Oggi questa stagione è finita con l’uscita di scena, parziale ma reale, del cardinale vicario del Papa. E il mondo cattolico italiano vive una transizione confusionale, fra l’incertezza della guida pastorale (Segreteria di Stato o Conferenza episcopale?), la mancanza di coordinamento fra i non pochi cattolici presenti in Parlamento, l’uscita di scena come protagonisti attivi del Forum delle associazioni familiari e di Scienza e Vita, gli organismi che col card. Ruini avevano ricoperto un ruolo della massima importanza.



Allora ci permettiamo di ricordare che ci deve essere un punto di partenza a cui fare riferimento prima di ogni considerazione organizzativa, di schieramento, di modalità di intervento. Prima dei progetti e dei soggetti, delle alleanze e degli organigrammi, vengono i principi. E i principi non ce li diamo da noi stessi, secondo le nostre preferenze, ma li troviamo indicati dal Magistero pontificio, senza il quale diventeremmo come le tante sigle protestanti che litigano fra loro nel mondo del Nord Europa o in quello anglosassone.

Questi principi sono quelli non negoziabili, vita, famiglia e libertà di educazione, sono stati indicati dalla Nota dottrinale sull’impegno politico dei cattolici della Congregazione per la dottrina della fede il 21 novembre 2002 e dal discorso di Benedetto XVI a un convegno promosso dal Partito popolare europeo il 30 marzo 2006. E questi principi sono sostenuti da una storia, da una presenza di milioni di cattolici che hanno accompagnato le vicende, spesso tragiche ma anche felici, della presenza dei cattolici in Italia.
Questi principi, si deve avere il coraggio di ricordarlo, sono stati sradicati dalla nazione durante gli anni successivi al 1968 nonostante la Dc continuasse a governare il Paese, mentre sono stati difesi meglio, anche se in modo spesso non sufficiente da un punto di vista cattolico, negli ultimi venti anni.

Oggi questi principi non sono accettati da tutti i cattolici, non sono il punto di partenza, neppure di molti vescovi. Questo è il primo problema da affrontare, poi verranno l’organizzazione e gli schieramenti, i progetti e i soggetti.

http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-partito-dei-cattolici-troppi-equivoci-2567.htm



Mentre non ho amato la proposta di frullato proposta da Pece,proprio per quanto dice Invernizzi nelle sue ultime tre righe,è semi impossibile mettere insieme tutti, magari a pari peso,dai fan di Tonino Bello ad Alleanza Cattolica,da CL all'azione cattolica,a meno che non sia un progetto al ribasso che nasce già abortito.

http://www.tempi.it/movimento-popolare-pece-%C2%ABci-vuole-di-pi%C3%B9-un-rinascimento-della-politica%C2%BB

lunedì 25 luglio 2011

MEDJUGORJE,messaggio del 25-07-2011



"Cari figli, questo tempo sia per voi tempo di preghiera e di silenzio. Riposate il vostro corpo e il vostro spirito, che siano nell’amore di Dio. Permettetemi figlioli di guidarvi, aprite i vostri cuori allo Spirito Santo perchè tutto il bene che è in voi fiorisca e fruttifichi il centuplo. Iniziate e terminate la giornata con la preghiera del cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

venerdì 22 luglio 2011

Se bastasse dire di credere in Dio per dirsi cattolici...


Genova 10 anni dopo: i cattolici non capiscono



di Piero Gheddo


18-07-2011



Dieci anni fa (20-22 luglio 2001) si svolgeva a Genova il G8. Gli otto Grandi del mondo si riunivano per discutere su come, nel tempo della globalizzazione, aiutare i “paesi in via di sviluppo”, specialmente quelli dell’Africa nera. Però in quei giorni vennero alla ribalta non i poveri che soffrono la fame, ma i “No Global” che manifestavano contro gli 8 Grandi e nelle frange estreme mettevano a ferro e fuoco la città di Genova.



Nel movimento No Global, circa il 60% dei 200.000 manifestanti erano cattolici, venivano da parrocchie e associazioni cattoliche. Le guide, Vittorio Agnoletto, Luca Casarini e altri si proclamavano cattolici, ma l’ideologia che i No Global esprimevano non era certamente ispirata dalla fede. D’altra parte, il “Manifesto delle Associazioni cattoliche ai leaders del G8”, firmato il 7 luglio da decine di associazioni cattoliche e istituti religiosi e anche missionari, era la chiara prova di una sudditanza dei cattolici alla corrente dei contestatori di professione, che si ispirano al marxismo e al laicismo.

Si ripeteva lo schema del Sessantotto. I cattolici all’origine della protesta del 1968, come del 2001; all’inizio, in ambedue i casi, le gerarchie cattoliche tentano il dialogo con i giovani contestatori, mostrando una notevole apertura alle loro ragioni. Ma poi, nel 1968 come nel 2001, la Chiesa si accorge ben presto che la buona fede e l’indubbia generosità dei giovani non bastano a moderare gli eccessi della protesta e l’apporto culturale dei cattolici viene fagocitato dalle altre componenti del movimento. Era successo nelle assemblee di occupazione delle università nel Sessantotto, succede nei cortei e nelle manifestazioni del luglio 2001 a Genova.



Oggi, dieci anni dopo, i No Global sono praticamente scomparsi, la storia ha dimostrato che la globalizzazione non è un’invenzione dei paesi ricchi per opprimere meglio quelli poveri, ma è “il treno dello sviluppo”: i popoli che riescono a salirci sopra si sviluppano (specie in Asia e America Latina), gli altri rimangono indietro, cioè i popoli di gran parte dell’Africa nera, che nel 1970 partecipavano al 3% del mercato globale, oggi fra l’uno e il due per cento!



Il sociologo cattolico Paolo Sorbi, passato attraverso le esperienze del Sessantotto e di Lotta continua, stigmatizzava i No Global cattolici perché la loro fede e identità era stata del tutto oscurata: “I contestatori cattolici corrono il rischio di trasformarsi nei reggicoda di una grande razionalizzazione borghese”. Beppe del Colle scriveva su Famiglia Cristiana: “L’impressione più forte suscitata dal terribile G8 di Genova è di generale sconfitta… Hanno perso i Grandi, ma hanno perso anche i piccoli, i presunti ‘nemici della globalizzazione’, che si sono rivelati furiosi demoni del Nulla, vandali odiatori di tutto quello che ha senso per le persone civili”. Ferdinando Adornato denunziava su Il Giornale “l’inganno culturale” in cui erano caduti i cattolici: “Non si sfugge alla sensazione che alcuni settori del mondo cattolico rischino di restar vittime di un grande inganno culturale già commesso nei dintorni del Sessantotto, quando migliaia di ragazzi furono portati a confondere la Fede con la Rivoluzione, la Testimonianza evangelica con la Violenza… L’inganno consiste nell’annacquare totalmente l’identità cristiana nei riti di una comune e indistinta protesta contro l’egoismo e le disuguaglianze sociali”. Il sociologo Giuseppe De Rita si chiedeva ironicamente su Avvenire: “A cosa è servita la presenza cattolica nelle manifestazioni e nei cortei di Genova? E cosa ne resta dopo il calor bianco raggiunto in quei giorni?”. Gianni Baget Bozzo scriveva sul Giornale: “Genova ha raggiunto due vertici: la più violenta manifestazione del nichilismo anti-occidentale e un singolare impegno dei movimenti cattolici italiani per le tesi antiG8… Così la Chiesa ha offerto ai nichilisti antioccidentali una copertura religiosa e al tempo stesso una massa numerica che è servita a coprire l’azione dei violenti”.



Ero a Genova nel luglio 2001 (nella casa del Pime a Nervi), ho partecipato all’inizio della prima manifestazione e alla sera ho avuto, allo stadio Carlini, una animata conversazione con un buon gruppo di giovani, sotto uno striscione che dichiarava: “Un altro mondo è possibile”. Io suggerivo: “Il mondo nuovo è possibile, ma solo a partire da Cristo”. Un discorso che suscitava ironia e opposizione: noi crediamo in Cristo, ma cosa c’entra questo nei problemi politici e economici del G8? Mi torna alla mente il grande e caro Davide Turoldo, che in un dibattito sul Vietnam, a Torino nel 1973, tuonava: “Ricordati Gheddo, che il socialismo è l’unica speranza dei poveri!”. Dopo il G8 di Genova, in un dibattito alla televisione su questo tema, alla mia proposta di convertirci a Cristo come modello di amore al prossimo, che ha donato la sua vita per gli altri, una personalità dichiaratamente cattolica (vivente), ha commentato: "La conversione a Cristo è un fatto personale e non è importante. L'importante è amare l'uomo ...". Ma come "amare l'uomo"? Per noi cristiani la verità sull'uomo ha un nome preciso e nessun altro nome: Cristo.



Ripensando alle discussioni infuocate di quegli anni, il motivo fondamentale di dissenso che ancor oggi mi separa dagli epigoni cattolici del movimento No Global è questo. I cattolici dovrebbero sapere che l’unica vera e decisiva rivoluzione che salva l’uomo e l’umanità l’ha compiuta Cristo duemila anni fa. L’esperienza dei missionari conferma che il contributo essenziale della Chiesa alla crescita di un popolo e alla sua liberazione da ogni oppressione non è l'aiuto materiale o tecnico, quanto l'annunzio di Cristo: una famiglia, un villaggio, diventando cristiani passano da uno stato di passività, negligenza, divisione, ad un inizio di cammino di crescita e di liberazione. Il perché mi pare evidente e andrebbe ripreso e approfondito dai No Global cattolici e portato coraggiosamente alla ribalta nelle manifestazioni.



Non capisco perché in Italia, anche nelle riviste missionarie, questi discorsi si fanno poco o nulla e sembra quasi che noi ci siamo fatti missionari per distribuire cibo, costruire scuole, condividere la vita dei poveri, protestare contro il debito estero e la vendita delle armi ai paesi poveri... Insomma non mi risulta chiaro, nell'animazione e nella stampa missionaria in Italia, che il primo vero dono che noi portiamo ai popoli è la fede in Cristo, che trasforma la vita e la società, creando un modello nuovo e più umano di sviluppo.

I cari e illusi confratelli e suore missionarie, che hanno recentemente manifestato in Piazza San Pietro, qualificandosi come tali, contro la politica italiana che vuol privatizzare la gestione dell’acqua, hanno solo contribuito ancora una volta a far apparire i missionari come “operatori sociali”. E’ solo un esempio di una tendenza generale che, nata nel Sessantotto, è riemersa a Genova nel 2001 e continua tuttora.



Il 2 dicembre 1992 l’arcivescovo di Milano card. Carlo Maria Martini, parlando ai missionari del Pime impegnati nella stampa e nell’animazione missionaria in Italia, citava le lettere di San Francesco Saverio, dicendo che “ancor oggi quelle lettere hanno una forza comunicativa straordinaria. Noi vorremmo che la nostra stampa missionaria fosse sempre così, cioè che avesse questa forza comunicativa del Vangelo, proprio attraverso le notizie sulla diffusione del Vangelo… Ridateci lo stupore del primo annunzio del Vangelo, ridatelo alle nostre comunità, non soltanto ai cristiani delle terre di missione, ma anche a noi, perché questo stupore riscaldi il cuore di tutti”.

venerdì 15 luglio 2011

Padre Aldo Trento


Cari amici,
la sproporzione fra il mio nulla, e il Mistero di cui è fatto il mio cuore aumenta man mano che vedo la mia impotenza davanti al bisogno mio e di quanti, sofferenti, derelitti, bussano alla mia porta. Che dolore, che grido dentro di me al Mistero perché mostri il Suo tenero volto davanti a tre giovani mamme ricoverate con cancro terminale. Maria, 29 anni e 5 figli, Giuseppina, 32 anni e 6 figli, Cinzia 42 anni e 3 figli. Tre donne sole, senza marito che le ha abbandonate con 14 figli. Mentre celebravo la messa, credevo che Giuseppina morisse. Un cancro ai polmoni pareva soffocarla. Vedevo il suo affannoso respiro e guardavo l´ostia che avevo fra le mani. Sentivo tutto il dolore di quell´affanno e chiedevo a Gesù di guardarla negli occhi, le chiedevo di condividere con lei il suo dolore. A un certo punto mi sono avvicinato accarezandola e dopo averle dato l´unzione degli infermi, dopo la comunione si è riposata.
Chi sono io Signore, si domandava Santa Caterina? Niente, e chi sei Tu? Tutto.
Vedere ogni giorno chi è l´umano è drammatico eppure quell´uomo che in un momento cessa di vivere, è Cristo e guardandolo così non puoi non metterti in ginocchio. Perché se ciò che di più caro che hai è Cristo è vero che quell´uomo è ciò che di più caro hai in quel momento. E lui è ciò che di più caro hai perché lui come me è ciò che di più caro esiste per Cristo.
E l’ho visto con i miei occhi per l´ennesima volta sabato sera quando una famiglia per disfarsi di un anziano parente, con una gamba piena di vermi per una grande ferita, passando da una bugia all´altra e ingannandoci, è riuscita a scaricare questo povero uomo davanti alla Clinica. Erano giunti fino a noi, con l´inganno, con il vecchietto nella carrozzeria aperta della camionetta e loro dentro ben al riparo del freddo. Il motivo: Puzza.
L´abbiamo preso subito e ho visto in quel volto triste la Presenza del Mistero e senza aspettare nessun medico e molto meno l´assistente sociale (conoscete bene anche voi come spessissimo questi professionisti prima di tutto guardano le cartelle cliniche, se c´è il diagnostico e tutti questi correlati. Gesù che era il medico andando per le strade e incontrando mille pazienti a cosa guardava? Al diagnostico, alla cartella clinica o ascoltando il loro dolore e vedendo la loro fede li curava subito? Su questo sono una bestia a costo di mandare alla merda tutti. Lo guardavo e pensavo: Dio si è servito anche dell´inganno dei parenti che da qualche tempo l´avevano abbandonato in un pollaio per mostrargli e mostrarmi che Lui non si era dimenticato di quell´uomo, di quel poveraccio la cui regalità è oggettiva perché relazione con il Mistero.
L´ho baciato, portato alla Clinica. Gli infermieri l’hanno trasformato. Però non c´erano letti liberi ed era notte. Allora lo Spirito Santo, sapendo che sono debole di memoria, mi ha ricordato che nella Capella con il Santissimo esposto, dove c´è già un mendicante ammalato, c´è ancora un posto. E così l´abbiamo portato lí e credo che a Gesù la cosa sia piaciuta perché così adesso ha due chierichetti.
Nel frattempo i parenti sono fuggiti. Ancora una volta ho visto compiersi quanto dice il Salmo delle Lodi del Sabato: “potrà una madre abbandonare suo figlio?” “Pero io non ti abbandonerò mai”.
L´ho toccato con mano lunedì quando una adolescente che ha ammazzato il suo convivente ha voluto rinunciare al suo bambino, nato di 7 mesi, ed ora ha tre mesi. Lei vive nella nostra casa di accoglienza per le bambine o adolescenti incinte. Ho dovuto con lei e l´avvocata andare dal giudice dei minori. Che dolore sentire la ragazza dire al giudice che mi cedeva il suo bambino per ritornare nella carcere dei minori. Parlava con una fredezza terribile e guardavo commosso il bebé fra le mie braccia. Rifiuto, perfino maltrattato da parte sua, il bambino.
Terminata l´avventura dell´affido, siamo tornati a casa. Adesso Dio mi ha reso, per l´ennesima volta, papà di questo piccolo. E lei, questa povera ragazza tornerà alla carcere per scontare la pena che avrebbe potuto scontare qui con noi e in compagnia del suo bambino. P. Paolino dopo l´accaduto mi dice pensando a cosa lascia e a cosa trova: “Neanche la bellezza senza Cristo muove il cuore di una persona”. Puoi offrirgli il luogo più bello del mondo, più pulito ma senza l´incontro con Cristo perfino un lager diventa più attrattivo.
Infine una notizia interessante nel giorno di San Benedetto. Si presentò un giovane di 24 anni, ricco, diseredato dalla famiglia e cacciato di casa perché vuole farsi prete. È laureato in filosofia ed altri titoli. Arriva da me, grazie al settimanale che pubblichiamo e che legge (quanto è importante entrare nei quotidiani laici con un settimanale “laico”, cioè cattolico). Vuole essere sacerdote perché affascinato dall´esperienza che vibra nel settimanale.
Lo guardo con molto distacco anche perché in questi anni più di qualcuno mi è venuto con questo desiderio, ma poi davanti alla mia proposta non tornano più. L´ascolto e poi gli chiedo: “Ti piacciono le ragazze?”. Lui mi guarda stupito e sorpreso. Al che io gli rispondo: “Con i tempi che corrono, è una domanda importante perché la condizione, come diceva Giussani, per essere prete è di essere uomini”. “Padre, chiaro che si”, mi rispose. Bene, allora ti propongo subito una cosa: “Per tre mesi, non solo perché sei laureato in filosofia ti piace leggere, studiare cantare (cantava nell´opera di Asunción), parlare italiano etc. (un sacco di doni che io non ho mai avuto essendo stato un asino a scuola) ma perché tu possa imparare a fare i conti con il “mordere la pietra” come diceva il frate a Miguel Mañara, vieni oggi con Paolino e me alla fattoria dove ci sono gli ammalati di AIDS, rifiutati da tutti. Per tre mesi vivrai con loro: dormirai in una delle loro stanze in un letto a castello, mangerai con loro, lavorerai la terra e ovviamente ci sarà lo spazio necessario per la preghiera, lettura, silenzio, etc. Poi, terminati i tre mesi, andrai dai “ex barboni” della casa S. Gioacchino e Anna, per lavare e pulire questi figli prediletti di Dio, vivendo con loro. Ed infine altri mesi nella Clinica”.
Amico per essere prete ci vogliono le palle, perché altrimenti domani basta una ragazza che ti guarda e sparisci o vivi nell´orgoglio, lamenti e borghesismo di tanti giovani e non, preti che conosco: “Bisogna soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina”, diceva Mounier.
Mi guarda e con un sorriso mi dice: “Padre, grazie è quello che voglio, accetto la sfida”. Siamo saliti in macchina, siamo andati alla fattoria e dal giorno di S. Benedetto con il suo “ora et labora” è lí che ha dato inizio a un’avventura che se Dio vorrà – chissà- sarà quello che mi sostituirà, perché la vita passa e sempre ho chiesto al Signore un sostituto pero che sia con le palle e ami Cristo e i poveri inmensamente di più di quanto un innamorato ami la donna che ha sposato come un innamorato, la sua morosa. Pregate allora, amici perché se Gesù vuole, sia davvero per lui la possibilità di vivere la grazia che mi è data di vivere.
La regola è sempre quella: “Calli nelle ginocchia, calli nelle mani, calli nella mente”. Preti, cioè uomini virili!
Ciao, P. Aldo

Medjugorje,Radio Maria e altre scatole vuote


Era da parecchio che ne volevo scrivere oggi può essere il giorno giusto.
Un amico tempo fa pubblicamente diceva che fosse stato per lui avrebbe messo una bomba a Medjugorje,Radio Maria e altri amuleti simili,rimasi parecchio urtato e perplesso,come la maggioranza dei presenti.Sapevo cosa intendeva dire ma la botta era stata comunque notevole e la perplessità ,almeno verso l'opportunità dell'espressione usata, rimase forte.
Da parecchio tempo provo un fastidio crescente verso tanti che Medjugorje,la Madonna,Radio Maria,lo Spirito Santo perché no ci sta bene anche lui,la chitarrina quella non può e non deve mancare,poi chiedi del Papa e puntuale arriva la solita risposta:questo Papa non mi piace.Come se il punto fosse la simpatia e non quello che è e quello che dice,però Medjugorje,la Madonna..... O chiedi ma dello yoga,l'oroscopo,del preservativo cosa ne pensi? Immancabile parte il "secondo me".Chissenefrega del secondo te,la Chiesa dice questo, tu? Secondo me la Chiesa.....Qua partirebbe il primo vaffa...però Radio Maria,lo Spirito Santo....Oggi parlavo con un'amica ,non amo citare le Scritture è troppo facile la libera interpretazione,le ricordavo che Gesù al tempo disse una frasettina blanda tipo "chi non è con me è contro di me" e lei mi ha risposto candidamente,faccio un copia e incolla:diceva anche "chi non è contro di me è con me", quindi io ci andrei cauta sugli "schieramenti"...
Sorvolando sul dove abbia trovato la versione veltroniana delle parole di Gesù che non spostano di una virgola la questione,rimane che appunto quella è la versione del vangelo secondo Veltroni:è vero questo ma anche...è il relativismo,è la versione personalizzata,politicamente corretta della fede cristiana,"inoffensiva" ,sterile,ininfluente.E' l'esito del post Concilio,della scuola Martini Tettamanzi e progressisti vari.
Riguardo agli "schieramenti" in Matteo dice:"ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra." Lc 2 - 34,35 «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35 perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». Ancora,Luca 12,51 "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione." Si potrebbe andare avanti ancora per molto.Gli schieramenti non li faccio io sono nelle cose.
Rosari su rosari poi chiedi di aborto,divorzio,eutanasia,chiedi della Chiesa e ti vomitano montagne di secondo me ,di altissimi pensierini astratti,ma dalla fede vissuta nascono giudizi :"vagliate tutto trattenete ciò che vale"(S.Paolo).Dalla fede vissuta fiorisce una crescita umana, è nata da San Benedetto l'Europa.Una volta sgranavano i rosari insieme al grano e sapevano educare cristianamente adesso è devozionismo.Qua spesso sembra che più di uno yogurt un po' scaduto, che di un frullato di pacifismo,sentimentalismo,misticismo da supermercato ,con una giusta dose di relativismo e soggettivismo,giusto per non disturbare troppo sé stessi e gli altri non salti fuori,mettiamoci pure un pochino di attivismo e volontariato(tanto per non pensare troppo)e la pastura è servita.
C'è la rincorsa ai carismi,schiere di gente che ,se stimolata, intona una serie di glu glu glu glu come tanti tacchini e quello sarebbe il canto in lingue,ma come dice un'autorevole amico ,come c'è il canto in lingue c'è il carisma dell'interpretazione del canto in lingue, l'uno senza l'altro a cosa serve? Perché tutti a chiedere i carismi più visibili e meno "misurabili" perché non chiedere e ottenere ,mi raccomando, il carisma della guarigione,lì lo vedi se uno guarisce o meno,evidentemente nella Chiesa non c'è bisogno di gente che guarisce gli ammalati,c'è bisogno di gente che fa glu glu....Oppure fa tutto parte della coreografia emotivo-religiosa.
I carismi servono per il bene della Chiesa,si presume che un "carismatico" abbia una vita sacramentale almeno normale,che sia in obbedienza alla Chiesa,si presume...
Detesto i Medjugorjani,i radiomariani,i madonniani,gli spiritosantiani che Giovanni Paolo II si,Benedetto XVI no,che la Messa è la Messa solo se c'è lo spettacolino ,a me sembrava che la Messa fosse Messa perché vi si celebra l'Eucaristia.Se ne sentisse uno dire che la Madonna a Medjugorje viene vestita di grigio,segno di penitenza,che come mai nella storia ,nemmeno nei monasteri,chiede il digiuno due volte alla settimana,da trent'anni.Nessuno che dica che ci sono 10 segreti che sarebbero da prendere discretamente con serietà,nessuno che dica come dice la Madonna che tra l'apparizione e la Messa non ci devono essere dubbi ,precedenza alla Messa,cioè che c'è un ordine,c'è una oggettività nella fede cristiana.
Detesto chi sputtana Medjugorje ,chi si fa le pere di Radio Maria, senza ascoltare una parola di quello che dice padre Livio,chi ha uno Spirito Santo personale in contrasto con la Chiesa,chi mette la Madonna contro Gesù Cristo.Detesto chi cita una volta Medjugorje,la volta dopo Sai Baba,la volta dopo ancora Ghandi,poi Ciro strada....tutto uguale.
Non giudico personalmente nessuno,giudico i fatti,straordinari per certi versi,avvilenti per molti altri.
Quasi quasi la bomba la metto anch'io.
Alla fine sarò giudicato e non so come andrà,se rimane vero il "non siete né caldi né freddi quindi vi vomiterò" quanto meno non dovrei essere vomitato,il resto lo vedremo,gli stessi che detesto direbbero che tanto Dio è misericordioso,io ci metto che è giusto giudice oltre che misericordioso,ed è vero che Dio è Carità,ma ho il sospetto che sia Caritas in veritate...
Sul retro della copertina del libro del Card.Biffi che sto leggendo c'è scritto ,in piccolo,"il fuoco ha da ardere".Santo card.Biffi!

Tornare indietro non si può più.....


Bastano poche note per riaprire ferite che sembravano dimenticate,dov'ero durante quelle danze ? Già in trincea combattuto tra il sogno di un volo naturale,previsto e mancato.Perchè quasi rimpiangere momenti di morte e non senso,perchè voler quasi tornare dove in fondo non sono mai stato,perchè fingere che quei fantasmi possano dissolversi come se quei sorrisi che non sono stati potessero risorgere,come se la macchina del tempo della memoria potesse realmente cambiare la realtà.Eppure quella pesantissima palla al piede,eppure quel lamento del cuore che non si riesce a spegnere.L'ho lasciato là,me stesso,lo sento a volte,come un marines ferito abbandonato a se stesso.Eppure c'ero anch'io in qualche modo,senza essere stato invitato,senza poter entrare.Anni,decenni.....non vita in attesa di niente,di una ragionevole fine.Schiavo ancora di quello squarcio,furioso contro un nemico vile,bastardo nel sottrarmi ciò che più era mio,avrebbe dovuto esserlo,era stato preparato per me.Sotto la cenere brucia un fuoco vivissimo,nulla è stato dimenticato,non c'è vendetta,non c'è un prezzo che può essere pagato,non c'è odio che mi riporti dove ho smesso di credere.Siamo in due uno nato sulle ceneri dell'altro,sempre con un occhio che gioisce e l’altro che piange, come ad un matrimonio triste o un funerale allegro.
Rimane da bere il calice amaro delle lacrime mai più scese e la lama affilata e perduta,nascosta di una rabbia che uccide e fa vivere,di un desiderio deriso e sopravvissuto.Marciapiedi....



Bravi ragazzi
siamo amici miei
tutti poeti noi del '56
a spasso in un mondo
che si da via
la vita e' solo acrobazia
Camminiamo
sul filo nel cielo
a piu' di cento metri
dall'asfalto
siamo un punto la' in alto
bandiere nel vento di citta'
Restare in piedi
e' quasi una magia
tra tanti imbrogli
tanta ipocrisia
andiamo avanti
senza mai guardar giu'
tornare indietro
non si puo' piu'
Camminiamo allo sbando
in un mondo
che sta quasi
per toccare il fondo
sospesi nel tempo
in crisi da un'eternita'
Io vivo come posso
amica mia
non so chi sono
ne' di me che sara'
il mio futuro
e' qualche metro piu' in la'
seguo soltanto la mia via
Camminiamo
sul filo nel cielo
si puo' cadere
da un momento all'altro
sospesi nel tempo
spostati nel vento di citta'
Noi siamo altrove
lontani chissa' dove
venuti da un lungo inverno
direttamente all'inferno
tutti noi bravi ragazzi
tutti noi che stiamo a pezzi
su queste strade tanta gente
strade che non portano a niente
mezzi brilli mezzi tristi
tutti noi poveri cristi
in questi anni senza cuore
in questa vita sempre uguale
tutti noi bravi ragazzi
tutti noi che stiamo a pezzi...

domenica 10 luglio 2011

Monsignor Fisichella: "Così portai dal Papa la mia amica Oriana"




Fisichella ricorda con commozione il suo intenso rapporto con la giornalista e scrittrice. "L'incontro con il Santo Padre la riempì di entusiasmo e anche di una strana timidezza. Niente politica, ma in Ratzinger lei vedeva un baluardo"
di Matteo Sacchi venerdì 19 settembre 2008

Monsignor Rino Fisichella si è presentato, ieri, di fronte al pubblico di «Da Donna a Donna», il festival internazionale di letteratura e creatività al femminile che la città di Lodi organizza da quest’anno per valorizzare la scrittura in rosa. Per la prima volta ha deciso di raccontare il suo rapporto epistolare e di amicizia con Oriana Fallaci. Quello che è stato di conforto alla scrittrice nei suoi mesi più difficili, quelli in cui «l’Alieno», come lo chiamava lei, non le dava più tregua e tra i suoi desideri restava solo quello di poter incontrare il Santo Padre, quel Joseph Ratzinger che lei apprezzava soprattutto come intellettuale e come teologo. Un carteggio di cui, ieri, il Giornale ha pubblicato in anteprima ampi e inediti stralci.
Seduto nei Giardini dell’episcopio, Fisichella ha raccontato il suo rapporto con Oriana. Lo ha fatto con l’emozione, quasi il pudore, di chi dopo averci a lungo meditato ha deciso che questo rapporto personale abbia qualcosa da insegnare al prossimo, che questa testimonianza non sia relegabile nell’ambito del privato. Cosi il rettore dell’Università lateranense di fronte a una piccola folla, tra cui c’erano anche alcuni dei suoi vecchi professori, ha iniziato a raccontare. A partire da quella prima lettera di Oriana del giugno 2005 in cui chiedeva di incontrare «zitta zitta» Sua Santità: «Tutto è nato da un’intervista al Corriere... All’inizio mi dava del “lei”... era una donna profondamente in ricerca, lo è sempre stata. Questa volta era alla ricerca del senso della propria vita. Voleva delle risposte ed essendo intelligente voleva risposte razionali... Io ho provato a farle accettare il mistero della vita. La nostra amicizia è andata avanti così, è stata un tentativo di avvicinarla al mistero. Che è cosa profondamente diversa dall’enigmaticità. Cercavo di avvicinarla al fatto che il “da dove vengo” e “il dove vado” costringono ad accettare altre categorie. Dopo la prima visita a Roma osai mettere una dedica a un mio libro sul Mistero, e glielo regalai. Mesi dopo la sua morte, quando suo nipote Edoardo me lo restituì, mi accorsi che Oriana aveva messo post-it e sottolineature dappertutto... Con tanti punti esclamativi e tanti punti di domanda. Era questo il senso del discorso tra me e lei».
Poi Fisichella racconta dell’incontro con il Papa, quel Papa che una Fallaci allo stremo considerava come un baluardo contro il dilagare dell’Islam. «Io penso che tutti quanti comprenderete che quando un sacerdote incontra una persona può dire alcune cose e non altre... Io racconterò solo quello che può servire a fare del bene. Quello che posso dire e che molti dei commenti di allora da parte della stampa furono fuorvianti. Io mi interessai perché Oriana andasse dal Santo Padre. Avvenne alla fine di agosto... Lei si riempì di entusiasmo ma anche di una strana timidezza. Aveva intervistato tutti ma non aveva mai intervistato un papa. E questa poi non era un’intervista, voleva conoscerlo e partecipargli alcuni suoi timori». Ma l’emozione, spiega Fisichella non fu solo da parte di Oriana: «Il Papa fu molto paterno. La visita andò oltre i venti minuti canonici... Oriana portò con lei Lettera a un bambino mai nato e un libro di Ratzinger sull’Europa tutto sottolineato».
Poi, accompagnata dalla lettura delle lettere, la memoria di Fisichella ricostruisce i momenti salienti di un rapporto umano profondissimo. La rabbia per una lezione saltata al Laterano, i viaggi di Fisichella a New York, il «lei» che diventa «tu», il «Monsignore» che diventa «Rino».
Il momento doloroso della morte della madre di Monsignor Fisichella e la toccantissima lettera che gli inviò Oriana. E su questo punto gli occhi si arrossano. Poi parla della volontà della scrittrice di non «convertirsi», del fatto che però voleva che lui le tenesse la mano nel momento estremo. «Lei secondo me cercava Dio. Se mi chiedete se si è convertita io devo essere sincero... non si è convertita nel senso proprio del termine... però cercava Dio. Mi ha anche regalato la sua icona della Madonna, mi ha imposto di metterla sopra il mio letto. Io penso sempre in questi casi a un’espressione di Ignazio Silone: “Dimmi credi? No però spero”. Ecco io ho forte questa dimensione».
Poi leggono l’ultima lettera, quella in cui la Fallaci dice a Fisichella: «Mi dispiace molto morire... ma il dispiacere più grosso è averti trovato così tardi... Da un anno sei tu la mia famiglia...». E lui si commuove di nuovo. Poi dice: «Oriana è stata un grande dono, un dono che non mi sarei aspettato. Mi ha insegnato molto sul potersi avvicinare agli altri. Che si incontra Dio quando lui a deciso di incontrarci».
Quando lo raggiungiamo alla fine dell’incontro e gli chiediamo che cosa gli sia rimasto nel cuore di Oriana, Fisichella dice: «Su Oriana è stato già detto tutto. Però il suo coraggio mi ha insegnato tanto. Ha affrontato tutto e nello stesso modo ha affrontato la morte, l’ultimo nemico. Lo ha fatto senza paura ed è questo che credo si debba ricordare. Non aveva paura, cercava risposte... Ed è in questo suo porsi delle domande che io credo sia il senso ultimo della sua vicenda umana. La morte è il limite dell’esistenza, ma anche l’elemento che le ha consentito l’ultima sfida...».
E quando proviamo a tornare sull’argomento su cui la stampa si è accanita di più, l’incontro con il Papa: «Quell’incontro è stato letto in modo fuorviante. Non c’entrava la politica. Niente di tutto questo. Oriana voleva incontrare una persona che sentiva di stimare. Quello che vedeva come un alleato per difendere l’identità culturale europea. Vedeva in Ratzinger un baluardo».

http://www.ilgiornale.it/cultura/monsignor_fisichella_cosi_portai_papa_mia_amica_oriana/19-09-2008/articolo-id=291591-page=0-comments=1

giovedì 7 luglio 2011

BENEDETTA CERCA UNA FAMIGLIA


Carissimi
scusate se vi disturbo.
Sono la mamma di Silvia, oltre che di altri 4 meravigliosi ragazzi.
Vi ricordate? Ci siamo conosciuti lo scorso anno a Fiuggi e forse la mia bambina non l’avete dimenticata tanto facilmente; era quella deliziosa principessina con quel deturpante angioma che le sfigurava metà viso.
Non è di lei che voglio parlarvi anche se vi potrei dire solo cose meravigliose e che da quando è arrivata la felicità si è centuplicata.
Voglio parlarvi un'altra bambina che ha appena compiuto un anno e non ha mai conosciuto l’abbraccio di una mamma o il calore di una casa.
Attualmente si trova al policlinico Gemelli dove è nata e dove è stata abbandonata.
Purtroppo è molto malata (parziale anencefalia e idrocefalia) per cui non si riesce a trovare nessuno che la accolga.
A me la notizia è arrivata dalla casa famiglia di Roma “Il girotondo” dove tre anni fa sono andata a prendere la mia bambina.
Ieri mi hanno telefonato dal tribunale che se la vogliamo si può iniziare un percorso adottivo
Se la vogliamo? Io e mio marito saremmo già volati a Roma a prendercela appena abbiamo saputo della sua situazione, e poi? Come potremmo fare? Non abbiamo nessuno che ci dia una mano e purtroppo dobbiamo lavorare se vogliamo mandare avanti il nostro carrozzone e voi sapete quanto è difficile di questi tempi.
Ho cercato di coinvolgere amici e conoscenti ma dopo le prime belle parole tutti si sono ritirati. Eppure basterebbe così poco: che mi dessero una mano quando io sono con Silvia durante le varie ospedalizzazioni oppure per lavoro.
La bimba si chiama Benedetta e purtroppo ha ben poche possibilità che riesca quantomeno a vivere a lungo.
Come si fa a vivere serenamente sapendo che in un lettino c’è una bimba che nessuno vuole?
Dove sono andati a finire le parole di nostro Signore, sono diventate solo chiacchiere al vento per fare bella figura o tacitarci la coscienza?
Lo so che Benedetta non è l’unica, purtroppo ma ciò ci deve alleviare il rimorso?
Si fa tanta solidarietà a distanza (Adozioni, progetti) ma solo se ciò non scalfisce il quotidiano? Lo si fa per noi o per chi ha veramente bisogno?
Perdonatemi lo sfogo ma la tristezza che ho nel cuore è un fiume in piena che non riesce a fermarsi.
Mariassunta


Chi volesse contattare Mariassunta e sapere di più di Benedetta può scivere a redazione@famiglienumerose.org


08/03/2011

Le tristi "sante" ragazze "zoccole"

Controverso è?...



Il titolo non è negativo,almeno non completamente,almeno non per me.
Sarà stata la sequenza recente,Medjugorje,Empoli,rosario dal gruppo di Max,sarà che sono stanco,ma mi ha intristito lunedì sera vedere,eravamo in una birreria,le ragazze,non tutte, molte,l'indiscutibile maggioranza.
Non esco molto,non sono tipo da bar,ma un amico quella sera mi ha chiesto di fargli compagnia ancora un po' e mi ha riportato in quella birreria ,dove un altro paio di volte eravamo stati.Eravamo appena usciti dal rosario ,al termine del quale mi avevano chiesto di parlare di Medjugorje e dopo i primi istanti di esitazione ho preso fuoco, non ce l'ho proprio fatta a trattenermi.Ritrovarmi lì, pochi minuti dopo ,tra ragazzi giovani,belli come sono i ragazzi,vedere come le giovani signorine,certamente "sante",si agghindano,si mettono in vetrina,quasi come ad Amsterdam in certe zone,mi ha ferito.Ma come c'è un mondo cosi grande,difficile ,ma bello e questi s'inabissano nel regno del principe delle tenebre.Inaccettabile.Era il trionfo dell'apparire,del mostrare per attrarre "un qualche interesse".Ho pensato alla prima volta che, anni fa, ho visto la pubblicità degli slip Roberta,con la Hunzicher fotografata dal suo lato migliore,ricordo che un po' scioccato e sognante pensai se adesso è così tra vent'anni come andranno in giro le ragazze col cu.o di fuori? Di anni ne sono passati sedici,il sedere fuori c'è ,tante volte ,per un buon 40% ,mancano ancora quattro anni.....
Sono certo che la trasformazione non è avvenuta per un'improvvisa assenza morale del gentil sesso,ma come conseguenza (semplificando molto) del nostro desiderio,di noi maschietti,chi non ha desiderato,so che ci sono e non mi piacciono,di avere una morosa "pornodiva"(solo con noi evidentemente) e chi non ha fatto pressioni,costanti,nel tempo per ottenere la trasgressione desiderata.Nessuno? Bah!E' dagli anni '60 che si procede inarrestabili verso la prostituzione dell'amore e l'impressione e anche qualcosa di più ,è che volenti o nolenti le nostre probabili metà abbiano dovuto adeguarsi, fino a prenderci gusto,fino ad andare oltre,fino a sorpassarci forse.
Il mio amico ad un certo punto mi ha detto "i/le ventenni di adesso fanno schifo,sono vuoti/e".
Ma è così evidente che non è vero, che non fanno schifo,nessuno gli da la risposta che attendono,nessuno gliela da in modo convincente,conveniente ed inevitabilmente si ripiegano su se stessi o forse la loro libertà è stata così annichilita da non riuscire a riconoscere le grazia che ha bussato e bussa alla loro porta.Qualcuno è indiscutibilmente scemo di suo..
Poco prima che ce ne andassimo è entrata una ragazza,non credo avesse più di ventidue anni,da brividi,pochi anni fa mi avrebbe disgustato.Era tutta vestita di nero,unghie nere,occhi truccati di nero,pelle bianchissima,da vomito,io ero incantato.Anche come muoveva le mani era tetro,eppure mi incantava,preciso non era bella, o magari lo era ma per com'era messa era difficile capirlo,mi faceva tenerezza,probabilmente era già incazzata e delusa da tutto,probabilmente non aveva mai incontrato qualcosa o qualcuno di bello,di soprannaturalmente bello.Vi giuro l'ho guardata come un deficiente per dieci minuti buoni come per chiamarla,come per dirle sorellina mia dove ti sei persa,ti riporto a casa.Se fosse passata vicino a me l'avrei fermata,andare al suo tavolo aveva troppo dell'abbordaggio,ce ne siamo andati.Nel cuore avevo chiaro quanto lavoro ci fosse da fare per riportare all'ovile quante più "pecorelle" possibile,lavoro duro e lungo e difficile ma nel cuore, anestetizzato ,di quelle tristi "sante" ragazze "zoccole" ,c'è la chiave della salvezza,c'è ,sepolta,la nostalgia di Dio .Se si riuscisse a ridare vita a quei cuori schiacciati e ignorati ,perché da loro si voleva e si vuole tutt'altro,se si riuscisse a invertire la tendenza...il loro cuore è ,al fondo, il cuore di Maria e Lei schiaccia la testa al serpentaccio che usa i nostri desideri per avvelenarci.
"I ladri e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli",per l'appunto,le tristi(anche a causa nostra),"sante" ragazze, "zoccole".

domenica 3 luglio 2011

542 km. per ? Chi lo sa il perchè....



Gli amici più grandi






Ieri sera con un amico,siamo partiti per Empoli,lo so è da matti ma che ci posso fare se mi ci trovo sempre di mezzo...
La cosa forse più da matti è che era da un mesetto che ci giravo attorno a questa decisione era da un mese che cercavo di capire se era il caso o meno,di valutare i pro e i contro l'aspetto economico pesava tantissimo e da un mese lavoravo ai fianchi,a modo mio,senza concedere vie di fuga,l'amico che mi ha accompagnato.
E' vero non vi ho detto dove siamo andati,prendendola alla larga siamo andati a trovare degli amici,io sono andato a trovare degli amici,Giuliano,il santo matto che mi ha accompagnato è venuto per motivi diversi diciamo pedagogici.C'era un incontro di preghiera carismatico ieri sera ad Empoli,ma io francamente non mi sarei mai mosso per un incontro di preghiera carismatico,non è proprio il mio posto.C'erano due amiche, che mi hanno invitato e c'era un amico passionista a guidare la preghiera, per loro mi sono mosso.Avevo ,anche durante il viaggio, mille perplessità temevo di andare per il motivo sbagliato nel posto sbagliato,fondamentalmente temevo,avevo un paura.I dubbi sono svaniti,solo quando ho visto Donatella(nome inventato)venirmi incontro per abbracciarmi,ho visto i suoi occhi ed ho capito perchè ero lì e cosa veniva prima delle mie pur giuste obiezioni.Arrivati sul posto un'altra amica m'è venuta incontro, Giovanna (altro nome inventato)e non chiedetemi perchè,ultimamente faccio cose che non rientrano nel mio modo di fare abituale,m'è venuto proprio spontaneo aprire le braccia e stringermela,normale? Non proprio,queste due amiche hanno "problemi spirituali" io di ste cose qua non ne so niente e nemmeno ne voglio sapere niente,non sono un'esperto e nemmeno voglio diventarlo,mi spaventano,non sono coraggioso nè incoscente.Speravo senza crederci che tutto filasse via liscio,ma il Santissimo esposto e la preghiera intensa hanno prodotto qualche "danno" a quello di sotto e di conseguenza ai malati nello spirito presenti,io e Giuliano avevamo il nostro da fare con Giovanna.Quello che ancora una volta è stato evidente è la potenza del buon Dio,lì presente esposto e la carità ,semplice ,necessaria per la sorella,le sorelle sofferenti,non avevo paura,facevo quello che ,chissà poi perchè ,mi era chiesto e Giuliano,lì con me per crescere nella fede,come me del resto,è stato un valido aiuto.Io e Giovanna ormai abbiamo un certo feeling e francamente spesso mi chiedo se è una cosa buona,ma ieri sera mi ha promesso che mi avrebbe mandato il suo Angelo custode per aiutarmi nel viaggio di ritorno e dopo essermi sincerato che fosse l'Angelo giusto sono ripartito più tranquillo.Erano splendidi gli occhi azzurri di Donatella, avevano la pesantezza della prova che sopporta e la luce della sua speranza,non so ma ho amiche,sorelle,che combattono come leoni una battaglia inimmaginabile e sono orgoglioso ,per come posso ,di potergli stare accanto perchè loro mi insegnano cos'è la vera fede.Donatella poi ha tre figli splendidi,hanno preso dal padre evidentemente,sono una santa famiglia,a suo tempo,lo pretendo io per loro ,entreranno di diritto in Paradiso passando davanti a me e a molti altri e tutti gioiranno perchè sarà un giusto premio.Giovanna? Stessa cosa,questa sera in fb ho visto il suo ringraziamento pubblico ed ho deciso, per lei ,di scrivere queste righe così difficili,non faccio niente per niente,quando loro passeranno davanti a me e ad altri,si ricorderanno dei miei 542 Km e confido di potermi accodare a loro.Giuliano per la fiducia accordatami mi precederà.